Siete infatti portati a credere che questo sia il tipico disco messo insieme da chi nasce come freestyler e che non riesce a comprendere che un album è diverso da una serata a microfono aperto? Allora sparatevi The Winter, per dirne una: sfoggiando un immaginario ricco quanto descrittivo, il Nostro sforna una concept track nella quale descrive al contempo l'inverno e la deprimente realtà urbana. Non vi basta? Volete sapere qualcosa in più su di lui? Allora Me & My Friends e 9 To 5 potrebbero fare per voi. E, beh, del resto, casomai doveste desiderare qualcosa di più tradizionale, la prima strofa di Philosophical Gangsta o Doe Raker sono pezzi da 90 del liricismo, nei quali Ap prende un flow e se lo gira e rigira come gli pare. Insomma, cosa posso dire di più? Apathy è tecnicamente ineccepibile (gestione della voce, respirazione, pulizia nella metrica...), tematicamente vario e concettualmente interessante. Testi come quelli di The Buck Stops Here o Chemical dovrebbero far capire che non si tratta dell'ennesimo pirletta mediamente competente, e persino quando si lancia in un leggero sfogo contro le donne sotto mestruo (!) l'esito risulta divertente ed intrattiene.
Il problema è casomai rappresentato dai beat, o meglio: dal produttore di punta del disco, Chum the Skrilla Guerrilla (ripetete con me: Chum. The. Skrilla. Guerrilla... minchia!). A parte il nome veramente incircolabile, il suo problema è di essere a malapena un discreto beatmaker: dove incassa con 1,000 Grams, perde con Can't Leave Rap Alone; mentre stupisce con The Winter, delude con Here Come The Gangstas, e via dicendo. Purtroppo, però, alla fine i conti non tornano e ci si ritrova con una maggioranza di produzioni che lasciano al massimo indifferenti. Il che fa cascare le braccia, perchè spesso Ap si trova praticamente da solo a dover portare avanti un pezzo altrimenti insulso; e uno s'incazza ancora di più quando s'accorge che le volte che il beat è all'altezza, il risultato sono ottimi: All About Crime, Chemical, Philosophical Gangsta, The Winter e 1,000 Grams sono lì a testimoniarlo.
Del resto non si può avere tutto dalla vita. Mi auguro solo che per il suo successivo disco Apathy sappia scegliere i beat con maggiore accuratezza (e anche gli ospiti: chisseloincula Emilio Lopez, no?); nell'attesa, oscillo tra un tre/tre e mezzo. Un solo avviso: è un disco che per venir apprezzato va ascoltato con attenzione più volte, senza soprattutto aspettarsi effetti speciali da parte delle produzioni.
Apathy - Eastern Philosophy
VIDEO: THE WINTER
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