Ormai quando mi accingo a scrivere una recensione di un disco di Sadat X ho come minimo due certezze: la prima è che mi piacerà, e la seconda è che questo piacere si tradurrà in un inevitabile tre zainetti e mezzo. Forse qualcosina in meno nel caso di Black October, ma quattro mai. Non esiste. Non so dire perchè, ma benché questo veterano abbia dimostrato più volte di saper scrivere, di saper rappare e di saper scegliersi i beat, alla luce dei fatti appare evidente che malgrado buon gusto e talento egli difetti purtroppo di costanza. E così, nei lavori precedenti così come in questo, inevitabilmente s'incappa in una manciata di canzoni francamente inconcepibili se rapportate ad altre ben più riuscite.
Il danno è relativo, certo, ma personalmente reputo seccante che ciò mi obblighi di fatto a dover fare ogni volta una scrematura del materiale meno riuscito; ovvierò a questo problema con un greatest hits, prima o poi. Nell'attesa di fare ciò, non mi resta che parlare dell'ultima fatica di Derek Murphy, che dopo un lungo periodo di collaborazione più o meno assidua con frammenti della D.I.T.C. (ed altri produttori) stavolta sceglie di affidare la cura dei beat a DJ JS-1 (Rocksteady Crew, recentemente uscito con Ground Original 2) e tal JW, di cui ignoro completamente i trascorsi ad eccezione di qualcosina su Sonogram di One.Be.Lo (grazie, Discogs!). Idealmente, questo dovrebbe portare ad una maggiore coesione del sound e se questo inizialmente può apprire vero, specie se si rapporta BNB allo sfortunato Black October, in fin dei conti ci ritroviamo con in mano qualità media e mood ambedue altalenanti.
Si può infatti passare dall'eccellente e jazzata Nuthin', francamente perfetta da qualsiasi punto di vista la si voglia vedere, alla tragicomica Go Slow, francamente orrenda da qualsiasi punto di vista la si voglia vedere. Poi ci si riprende con Blow Up Da Spot che, malgrado sfrutti un campione strasentito come Ironside di Quincy Jones, vede al microfono non solo un buon KRS One ma soprattutto un Rahzel che riproduce -e scratcha, of course- la voce di Biggie e la frase "Blow up da spot my man Sadat": la cosa provoca un'esaltazione che credo nessun esterno all'hip hop potrà mai comprendere. Ma -manco a dirlo- non passa molto prima che si torni ad essere delusi da Lyrics, che malgrado il titolo ed il featuring di Craig G, lascia con l'amaro in bocca. E questo senza poi contare passetti falsi come la cover di All For One oppure vere e proprie dicotomie come ad esempio Goin' Back, che a fronte di uno dei testi più belli dell'album contrappone un beat onestamente moscio. Ma, insomma, come spiegavo nel primo paragrafo questa continua oscillazione è ormai quasi il marchio di fabbrica di 'Dat, e quindi chi lo segue sa cosa aspettarsi; il che non solo limita il potenziale fastidio nel vedere le occasioni mancate, ma permette soprattutto di apprezzare ancor più le tante cose belle che il Nostro sa comunque offrirci: vedi Bullseye (prevedibile ma efficace il ritornello vista la presenza di Buckshot), la nerdissima Gamer o la riunione con i sui colleghi Puba e Jamar nella title track. Imperdonabili invece i ritornelli di Smallest Violin (fuori battuta: ma perdio...) e Teach The Children, con quest'ultimo a metà tra il didascalico e l'infantile, una delle cose peggiori che abbia mai sentito.
Mentre la produzione? Volete sapere com'è? Manierista, punto, e aggiungo solo una cosa: mentre va benissimo che si resti nel territorio più "corretto" per Sadat -cioè il suono della seconda golden age nuiorchese- e che pertanto si usino grossomodo sempre le solite formule (Funk, soul, qualche scratch piazzato strategicamente tra una strofa e l'altra) è un peccato che la scelta dei campioni non sia delle più felici. Mi spiego: canzoni come ad esempio The Way It Iz (o, che ne so, The Listening) funzionano da dio perchè la loro prevedibilità viene bruciata, che dico, incenerita dalla bellezza del campione; ebbene, in quest'occasione JS1 e soci raggiungono lo scopo solo qualche volta e ritengo che ciò sia davvero un peccato oltre che un sintomo di pigrizia.
Pazienza. Come già detto, Brand New Bein' è il "solito" lavoro di Sadat X, in cui egli sa regalarci dei bei momenti così come qualche ciofeca (molte delle quali facilmente evitabili, IMHO), e che in quanto tale merita senz'altro un ascolto. Poi, se siete fan di 'Dat come lo sono io, reputo che l'acquisto sia obbligatorio -Mak peraltro lo vende, leggete tra i commenti della precedente recensione- mentre in caso contrario aspettate che mi esibisca in una delle mie solite raccolte. Valido, comunque.
Sadat X - Brand New Bein'
Sadat X - Brand New Bein' A Capellas & Instrumentals
Il danno è relativo, certo, ma personalmente reputo seccante che ciò mi obblighi di fatto a dover fare ogni volta una scrematura del materiale meno riuscito; ovvierò a questo problema con un greatest hits, prima o poi. Nell'attesa di fare ciò, non mi resta che parlare dell'ultima fatica di Derek Murphy, che dopo un lungo periodo di collaborazione più o meno assidua con frammenti della D.I.T.C. (ed altri produttori) stavolta sceglie di affidare la cura dei beat a DJ JS-1 (Rocksteady Crew, recentemente uscito con Ground Original 2) e tal JW, di cui ignoro completamente i trascorsi ad eccezione di qualcosina su Sonogram di One.Be.Lo (grazie, Discogs!). Idealmente, questo dovrebbe portare ad una maggiore coesione del sound e se questo inizialmente può apprire vero, specie se si rapporta BNB allo sfortunato Black October, in fin dei conti ci ritroviamo con in mano qualità media e mood ambedue altalenanti.
Si può infatti passare dall'eccellente e jazzata Nuthin', francamente perfetta da qualsiasi punto di vista la si voglia vedere, alla tragicomica Go Slow, francamente orrenda da qualsiasi punto di vista la si voglia vedere. Poi ci si riprende con Blow Up Da Spot che, malgrado sfrutti un campione strasentito come Ironside di Quincy Jones, vede al microfono non solo un buon KRS One ma soprattutto un Rahzel che riproduce -e scratcha, of course- la voce di Biggie e la frase "Blow up da spot my man Sadat": la cosa provoca un'esaltazione che credo nessun esterno all'hip hop potrà mai comprendere. Ma -manco a dirlo- non passa molto prima che si torni ad essere delusi da Lyrics, che malgrado il titolo ed il featuring di Craig G, lascia con l'amaro in bocca. E questo senza poi contare passetti falsi come la cover di All For One oppure vere e proprie dicotomie come ad esempio Goin' Back, che a fronte di uno dei testi più belli dell'album contrappone un beat onestamente moscio. Ma, insomma, come spiegavo nel primo paragrafo questa continua oscillazione è ormai quasi il marchio di fabbrica di 'Dat, e quindi chi lo segue sa cosa aspettarsi; il che non solo limita il potenziale fastidio nel vedere le occasioni mancate, ma permette soprattutto di apprezzare ancor più le tante cose belle che il Nostro sa comunque offrirci: vedi Bullseye (prevedibile ma efficace il ritornello vista la presenza di Buckshot), la nerdissima Gamer o la riunione con i sui colleghi Puba e Jamar nella title track. Imperdonabili invece i ritornelli di Smallest Violin (fuori battuta: ma perdio...) e Teach The Children, con quest'ultimo a metà tra il didascalico e l'infantile, una delle cose peggiori che abbia mai sentito.
Mentre la produzione? Volete sapere com'è? Manierista, punto, e aggiungo solo una cosa: mentre va benissimo che si resti nel territorio più "corretto" per Sadat -cioè il suono della seconda golden age nuiorchese- e che pertanto si usino grossomodo sempre le solite formule (Funk, soul, qualche scratch piazzato strategicamente tra una strofa e l'altra) è un peccato che la scelta dei campioni non sia delle più felici. Mi spiego: canzoni come ad esempio The Way It Iz (o, che ne so, The Listening) funzionano da dio perchè la loro prevedibilità viene bruciata, che dico, incenerita dalla bellezza del campione; ebbene, in quest'occasione JS1 e soci raggiungono lo scopo solo qualche volta e ritengo che ciò sia davvero un peccato oltre che un sintomo di pigrizia.
Pazienza. Come già detto, Brand New Bein' è il "solito" lavoro di Sadat X, in cui egli sa regalarci dei bei momenti così come qualche ciofeca (molte delle quali facilmente evitabili, IMHO), e che in quanto tale merita senz'altro un ascolto. Poi, se siete fan di 'Dat come lo sono io, reputo che l'acquisto sia obbligatorio -Mak peraltro lo vende, leggete tra i commenti della precedente recensione- mentre in caso contrario aspettate che mi esibisca in una delle mie solite raccolte. Valido, comunque.
Sadat X - Brand New Bein'
Sadat X - Brand New Bein' A Capellas & Instrumentals