Ultimamente sto un po' abusando di birra e Assassin's Creed II; nei scorsi giorni sono infatti uscito dal lavoro, andato a farmi un due-tre birre, e poi intorno alle 22 mi sono assiso davanti al mio nuovo passatempo per qualche ora, sfruttando così il fatto che in genere da ciuco gioco meglio. Il risultato più evidente di questa mia pericolosa deriva è da un lato una certa sonnolenza mattutina, e dall'altro un sonno irrequieto in cui sogno le cose più folli e quando squilla infine la sveglia risulto sempre un po' sballato. E così stamattina, dopo aver immaginato una rissa con Spencer Pratt (nientemeno!), ho deciso che la cosa migliore per ristabilire un certo equilibrio nello svolgimento della giornata era quello di andare a colpo sicuro e recensire un disco su cui ho un'opinione ormai ben consolidata da almeno dieci anni.
Era l'autunno del 1998 e nella primavera di quell'anno era stato pubblicato lo storico Capital Punishment, da me molto apprezzato. Il mentore di Pun, Fat Joe, non solo aveva alle spalle il valido Jealous One's Envy, ma nell'intervallo di tempo tra quella pubblicazione ed il suo seguito aveva dimostrato un miglioramento tecnico non indifferente -complice sicuramente un certo aiuto da parte di Cristopher Rios. Per giunta, nell'estate di undici anni fa aveva lanciato una campagna promozionale per il suo nuovo lavoro in cui il fan medio veniva a conoscenza della partecipazione al progetto di nomi da nulla come Premier, Raekwon, Noreaga, Baby Paul, Marley Marl, Nas, Buckwild, Spunk Bigga, i Beatnuts e altri. Roba da leccarsi i baffi, visto e considerato che all'epoca tutte queste persone avevano un curriculum pressoché immacolato, e difatti Don Cartagena ebbe un successo commerciale più che soddisfacente (disco d'oro) ed anche la critica lo reputò l'opera migliore del Nostro.
E mentre su quest'ultima affermazione sono combattuto ma senz'altro non in totale disaccordo, su un fatto direi che possiamo concordare senza esitazione: Don Cartagena è l'ultimo album bello di Joey. Il successivo J.O.S.E. volendo si può salvare per qualche pezzo quà e là, ma da lì in poi la sua carriera è stata un susseguirsi di immani porcherie solo in minima parte rese comprensibili dalla ricerca del successo commerciale. Pertanto il mio consiglio iniziale non può che essere da un lato di stare alla larga dalle puzzonate propinateci in seguito, e dall'altro di approciarsi a DC come a una sorta di canto del cigno da parte di un artista che, pure con tutti i suoi difetti, è riuscito a regalarci almeno cinque anni di musica degna di nota.
Venendo ora all'album in discussione, le prime cose che si notano sono l'affinità con Capital Punishment (a partire dalla grafica fino all'impostazione complessiva del sound, radicalmente scissa tra hardcore ed accessibilità) e la gargantuesca lista di featuring, tanto che a fare la spunta delle canzoni si nota che di pezzi solisti ce ne sono solamente due su quattordici. Pur considerando perciò la moda dell'epoca, in cui le comparsate di massa erano all'ordine del giorno, è inevitabile ritenere questo disco più come una compilation che non l'opera di una singola persona. La cosa poi non inficia in nessun modo l'ascolto, sia ben chiaro, ma trovo giusto far notare questo fatto in quanto alla fine il nome che campeggia in copertina risulta essere rapportabile al ruolo di A&R più che di artista propriamente detto.
Ma a parte questo "dettaglio" di discutibile importanza, la carne al fuoco risulta essere ottima ed abbondante. Don Cartagena apre con veemenza e già fin dall'ottima Crack Attack si può notare un enorme miglioramento dal punto di vista delle liriche di Joey (o nella scelta dei ghostwriter); su un campione di piano tagliato con gusto ed una sezione ritmica capace di spaccare in due qualsiasi woofer e polverizzare i mid-range -ringraziamo tutti insime L.E.S.- il panzone tamarro non fa prigionieri: "You could tell it's on from my introduction/ Hibernate the junction with killin somethin when you was barely dumpin/ You ain't even nuttin to worry about/ I flurried your mouth with about thirty right in front of your house". Autoesaltazione e dichiarazioni ghettuse a profusione proseguono poi in Triplets, dove su un beat ugualmente tenebroso a cura di Dame Grease il nostro paffuto eroe viene affiancato da Armageddon e, soprattutto, da un ottimo Big Pun ancora fresco dei fast di Capital Punishment ed assolutamente in forma -per quanto questo modo di dire faccia sorridere. Le sue rime multisillabiche, il flow praticamente robotico ed i tipici passaggi tuttitiratituttidunfiato rientrano senz'altro tra i pregi di Don Cartagena ed ogni volta che Rios accende il microfono fa a pezzi chiunque si trovi nello studio con lui; che si tratti di Joe, Nas o Raekwon, il panzone portoricano è anche stavolta la star dello spettacolo.
Si veda per esempio la famosa posse cut intitolata John Blaze, autentico tormentone dell'epoca, in cui una base prodotta da Ski viene violentata da Nas, Jadakiss, Raekwon, Joe e appunto Big Pun; oppure, ancora, le esibizioni di potenziale bravura dell'intera Terror Squad, dove egli emerge come il più talentuoso di tutti (anche se Cuban Link in Hidden Hand gli dà filo da torcere). Insomma, non si può nascondere il fatto che, anche e soprattutto alla luce della bravura del suo discepolo, Fat Joe non sia esattamente il più dotato degli MC al mondo. Eppure, non capitemi male, questa sua tendenza ad essere oscurato dall'ospite di turno -si escludono vivaddio Puff Daddy e Charli Baltimore- non significa né che sia sgradevole da ascoltare, né che le canzoni siano delle puzzonate: ad esempio, vuoi anche per lo stupendo beat prodotto dai Beatnuts e dai Ghetto Pros, ma Misery Needs Company emerge come una delle canzoni più potenti di tutto l'assortimento e questo anche per merito di Joey, non solo di Noreaga. Idem per Find Out, dove l'energica base di Marley Marl vede nel carisma del Nostro un'ottima controparte, oppure anche la premierana Dat Gangsta Shit -anch'essa degnamente supportata da un testo ed un flow che si accompagnano benissimo al tiro impresso da sample e batterie.
Il fatto poi che in tutto l'album ci sia un solo pezzo dai contenuti remotamente richiedenti l'uso delle sinapsi -sto parlando della semicospirazionista Hidden Hand, comunque più vicina ai Killarmy che a Chomsky- aiuta decisamente Fat Joe ad esprimersi al meglio, e cioè con uno stile votato più alla potenza pura e semplice che non ai tecnicismi. Non a caso, i (devo dire pochi) brani in cui si cerca una via d'entrata ai club, come Bet Ya Man Can't o Don Cartagena, soffrono un po' della veemenza di Joey che, contrariamente a Pun, dimostra di non essere capace di costruire un ponte realmente efficace tra liricismo e cazzeggio. Tuttavia, a suo elogio va detto che i pezzi più ballabili conservano una loro dignità e non hanno nulla a cui spartire con le nefandezze di cui egli stesso si macchierà a partire dal 2001; anzi, a conti fatti, l'unica nota stonata di un album che personalmente reputo molto bello è la collaborazione con due dei Bone Thugs 'N' Harmony, i quali già da Art Of War in poi mi sono sempre parsi come spompati e fondamentalmente inutili. Per il resto, riassumendo, direi che per le mani abbiamo almeno cinque canzoni eccellenti, altrettanto molto belle ed infine tre passabili: non male!
Chiudo allora dicendo una cosa: non voglio tornare a riepilogare tutti gli «EPIC FAIL» che hanno visto protagonista il grassone, ma di certo mi mette tristezza che la stessa persona che è stata capace di organizzare -questo il termine giusto- un disco valido come Don Cartagena oramai sia ridotto all'ombra di sè stesso. Spero solo che per la sua famiglia l'introiettamento sia servito, perchè da un'ottica artistica il declino è evidente ed imperdonabile. Pazienza, cosa possiamo farci? Riascoltiamo in silenzio quest'opera, che personalmente apprezzo ben oltre il voto datogli (non so, alcuni album centrano pienamente i miei gusti e Don Cartagena fa parte di essi), e mettiamoci sopra una pietra bella grossa.
Fat Joe - Don Cartagena (file recuperato altrove per i soliti ciocchi col lettore del Mac)
VIDEO: JOHN BLAZE
Era l'autunno del 1998 e nella primavera di quell'anno era stato pubblicato lo storico Capital Punishment, da me molto apprezzato. Il mentore di Pun, Fat Joe, non solo aveva alle spalle il valido Jealous One's Envy, ma nell'intervallo di tempo tra quella pubblicazione ed il suo seguito aveva dimostrato un miglioramento tecnico non indifferente -complice sicuramente un certo aiuto da parte di Cristopher Rios. Per giunta, nell'estate di undici anni fa aveva lanciato una campagna promozionale per il suo nuovo lavoro in cui il fan medio veniva a conoscenza della partecipazione al progetto di nomi da nulla come Premier, Raekwon, Noreaga, Baby Paul, Marley Marl, Nas, Buckwild, Spunk Bigga, i Beatnuts e altri. Roba da leccarsi i baffi, visto e considerato che all'epoca tutte queste persone avevano un curriculum pressoché immacolato, e difatti Don Cartagena ebbe un successo commerciale più che soddisfacente (disco d'oro) ed anche la critica lo reputò l'opera migliore del Nostro.
E mentre su quest'ultima affermazione sono combattuto ma senz'altro non in totale disaccordo, su un fatto direi che possiamo concordare senza esitazione: Don Cartagena è l'ultimo album bello di Joey. Il successivo J.O.S.E. volendo si può salvare per qualche pezzo quà e là, ma da lì in poi la sua carriera è stata un susseguirsi di immani porcherie solo in minima parte rese comprensibili dalla ricerca del successo commerciale. Pertanto il mio consiglio iniziale non può che essere da un lato di stare alla larga dalle puzzonate propinateci in seguito, e dall'altro di approciarsi a DC come a una sorta di canto del cigno da parte di un artista che, pure con tutti i suoi difetti, è riuscito a regalarci almeno cinque anni di musica degna di nota.
Venendo ora all'album in discussione, le prime cose che si notano sono l'affinità con Capital Punishment (a partire dalla grafica fino all'impostazione complessiva del sound, radicalmente scissa tra hardcore ed accessibilità) e la gargantuesca lista di featuring, tanto che a fare la spunta delle canzoni si nota che di pezzi solisti ce ne sono solamente due su quattordici. Pur considerando perciò la moda dell'epoca, in cui le comparsate di massa erano all'ordine del giorno, è inevitabile ritenere questo disco più come una compilation che non l'opera di una singola persona. La cosa poi non inficia in nessun modo l'ascolto, sia ben chiaro, ma trovo giusto far notare questo fatto in quanto alla fine il nome che campeggia in copertina risulta essere rapportabile al ruolo di A&R più che di artista propriamente detto.
Ma a parte questo "dettaglio" di discutibile importanza, la carne al fuoco risulta essere ottima ed abbondante. Don Cartagena apre con veemenza e già fin dall'ottima Crack Attack si può notare un enorme miglioramento dal punto di vista delle liriche di Joey (o nella scelta dei ghostwriter); su un campione di piano tagliato con gusto ed una sezione ritmica capace di spaccare in due qualsiasi woofer e polverizzare i mid-range -ringraziamo tutti insime L.E.S.- il panzone tamarro non fa prigionieri: "You could tell it's on from my introduction/ Hibernate the junction with killin somethin when you was barely dumpin/ You ain't even nuttin to worry about/ I flurried your mouth with about thirty right in front of your house". Autoesaltazione e dichiarazioni ghettuse a profusione proseguono poi in Triplets, dove su un beat ugualmente tenebroso a cura di Dame Grease il nostro paffuto eroe viene affiancato da Armageddon e, soprattutto, da un ottimo Big Pun ancora fresco dei fast di Capital Punishment ed assolutamente in forma -per quanto questo modo di dire faccia sorridere. Le sue rime multisillabiche, il flow praticamente robotico ed i tipici passaggi tuttitiratituttidunfiato rientrano senz'altro tra i pregi di Don Cartagena ed ogni volta che Rios accende il microfono fa a pezzi chiunque si trovi nello studio con lui; che si tratti di Joe, Nas o Raekwon, il panzone portoricano è anche stavolta la star dello spettacolo.
Si veda per esempio la famosa posse cut intitolata John Blaze, autentico tormentone dell'epoca, in cui una base prodotta da Ski viene violentata da Nas, Jadakiss, Raekwon, Joe e appunto Big Pun; oppure, ancora, le esibizioni di potenziale bravura dell'intera Terror Squad, dove egli emerge come il più talentuoso di tutti (anche se Cuban Link in Hidden Hand gli dà filo da torcere). Insomma, non si può nascondere il fatto che, anche e soprattutto alla luce della bravura del suo discepolo, Fat Joe non sia esattamente il più dotato degli MC al mondo. Eppure, non capitemi male, questa sua tendenza ad essere oscurato dall'ospite di turno -si escludono vivaddio Puff Daddy e Charli Baltimore- non significa né che sia sgradevole da ascoltare, né che le canzoni siano delle puzzonate: ad esempio, vuoi anche per lo stupendo beat prodotto dai Beatnuts e dai Ghetto Pros, ma Misery Needs Company emerge come una delle canzoni più potenti di tutto l'assortimento e questo anche per merito di Joey, non solo di Noreaga. Idem per Find Out, dove l'energica base di Marley Marl vede nel carisma del Nostro un'ottima controparte, oppure anche la premierana Dat Gangsta Shit -anch'essa degnamente supportata da un testo ed un flow che si accompagnano benissimo al tiro impresso da sample e batterie.
Il fatto poi che in tutto l'album ci sia un solo pezzo dai contenuti remotamente richiedenti l'uso delle sinapsi -sto parlando della semicospirazionista Hidden Hand, comunque più vicina ai Killarmy che a Chomsky- aiuta decisamente Fat Joe ad esprimersi al meglio, e cioè con uno stile votato più alla potenza pura e semplice che non ai tecnicismi. Non a caso, i (devo dire pochi) brani in cui si cerca una via d'entrata ai club, come Bet Ya Man Can't o Don Cartagena, soffrono un po' della veemenza di Joey che, contrariamente a Pun, dimostra di non essere capace di costruire un ponte realmente efficace tra liricismo e cazzeggio. Tuttavia, a suo elogio va detto che i pezzi più ballabili conservano una loro dignità e non hanno nulla a cui spartire con le nefandezze di cui egli stesso si macchierà a partire dal 2001; anzi, a conti fatti, l'unica nota stonata di un album che personalmente reputo molto bello è la collaborazione con due dei Bone Thugs 'N' Harmony, i quali già da Art Of War in poi mi sono sempre parsi come spompati e fondamentalmente inutili. Per il resto, riassumendo, direi che per le mani abbiamo almeno cinque canzoni eccellenti, altrettanto molto belle ed infine tre passabili: non male!
Chiudo allora dicendo una cosa: non voglio tornare a riepilogare tutti gli «EPIC FAIL» che hanno visto protagonista il grassone, ma di certo mi mette tristezza che la stessa persona che è stata capace di organizzare -questo il termine giusto- un disco valido come Don Cartagena oramai sia ridotto all'ombra di sè stesso. Spero solo che per la sua famiglia l'introiettamento sia servito, perchè da un'ottica artistica il declino è evidente ed imperdonabile. Pazienza, cosa possiamo farci? Riascoltiamo in silenzio quest'opera, che personalmente apprezzo ben oltre il voto datogli (non so, alcuni album centrano pienamente i miei gusti e Don Cartagena fa parte di essi), e mettiamoci sopra una pietra bella grossa.
Fat Joe - Don Cartagena (file recuperato altrove per i soliti ciocchi col lettore del Mac)
VIDEO: JOHN BLAZE
Fat joe-nas--raekwon-Big Pun.. "John Blaze"
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12 commenti:
A seguito del rifiuto di recensirmi this or that e dato che sto po'boy ancora non su vede Vorrei entrare in sciopero da cazzaro ma siccome con queste minkiate che scrivo compenso in parte la mancanza di amici in carne e ossa:
3 cose che penso dovreste sapere su Fat Joe:
1:I suoi amici della TATS lo chiamavano scherzosamente "cracker"(la sua tag era crack) riferendosi alla sua non proprio leggera dieta,un giorno joe s'incazzo' e se ne ando' dalla Tats per approdare alla DITC...
2:I suoi amii della DITC,dopo l'uscita di questo disco,lo chiamavano scherzosamente "Don Cartagenica" riferendosi alla sua poco curata igiene personale,un giorno Joe s'incazzo' e se ne andò dalla Ditc per formare la Terror Squad...
3:Nella Terror squad Big Pun gli rubava sempre l'ultimo pezzo di pizza,un giorno Joe s'incazzo' e se ne ando' a stare con lil'jon e company...
Niente su sto disco solito discorso che alla fine vale per tutti quelli di panzone joe,bei beat begli ospiti e lui un po'meno bravo sia dei produttori che degli ospiti...
Ps:Per caso ho trovato un giocatore di baseball che si chiama Pete Reiser,ti e' parente?
RoyaleCeca aka RealityCheck aka Kala Brezee Brewin
3:
Ah cazzo Po' Boy... eh, come ho detto, ieri birra+Assassin's Creed mi hanno distratto
Ritento oggi
Don cartagenica comunque è sui livelli di un Checco Zalone eh
Sto disco spacca!
Comunque Reiser te la sei già sentita sta bomba???
Estratta da "Wu Massacre" O_O
http://www.youtube.com/watch?v=LAxhVsr3EcM
FCK SQUAD state of mind...seeeeeeeeeeee ceca forewa mamma mia ho pregato che ci fosse gia il tuo ''trinity comment'' e infatti non mi hai deluso..bella ci..TWB..stay alive tra non molto ci si becca
FCK SQUAD,,the invisible the untouchable.yeeahh...comunque mega props a reiser e a rugged neva smoove molto + di un blog...
Bella fck skwad,ma stay alive?mi costringi a strizzarmi le palle...cmq reiz' non mi hai risposto su pete reiser...e devo dire che meth vs chef 2 spero non finisca per davvero su wu-massacre perché e' un accozzaglia di suoni degna solo degli slaughterhouse...
Yunodeneim royaleteececaz!!!
FCK SQUAD...perchè ti costringo a strizzarti le palle?
Minkia stay alive...cazzo non vuol dire sopravvivi?
RciecA
FCK SQUAD ..si.. e che cazzo c'entra con lo strizzarsi le palle?..era riferito al fatto.''mancanza di amici in carne e ossa''....wabbò lassa stari...cmq vediti il film MEMENTO.allucinante
Questo si che è un disco! ogni tanto mi viene proprio l'amaro in bocca se ascolto gli ultimi dischi di fat joe (quello appena uscito poi è da castrazione chimica) visto che lo reputo (o forse lo reputavo) un dei migliori mc in circolazione. Non voglio farmene una ragione.
ck
http://www.youtube.com/watch?v=COJjP5IZspU&feature=PlayList&p=DE988BB113DF08AF&playnext=1&playnext_from=PL&index=15
http://www.youtube.com/watch?v=ctxYCFFHGDU&translated=1
Magari li conosci già, io li ho scoperti ieri guardando The Wire (serie che ti consiglio, a dire poco!); in ogni caso validissimi anche se il secondo pezzo ha un che di parecchio sucato a Rakim...
No non li conoscevo assolutamente; ho scaricato il loro disco del '96 ed anche se -o proprio perchè- suona molto vecchio m'è piaciuto assai. certo che se anche rappassero un po' di più non mi dispiacerebbe, alla fine mi ricordano i Boogiemonsters
The Wire me la consigliano tutti (ne parla bene anche Sean P, però, quindi ho i miei dubbi) ma ancora nessuno ha saputo spiegarmi cos'abbia di così eccezionale. Un parallelismo aiuterebbe, per cui, se vuoi...
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