Direttamente dagli angoli polverosi della storia e dal mio pomeriggio di sano cazzeggio, ecco a voi il primo e finora unico disco di Teflon. Un uomo di raffinata intelligenza, pari solo a quella degli Smif 'N' Wessun, che infatti come nom de plume se n'è scelto uno che gridava "HEY NEGRO, IO HO UN COPYRIGHT, FATTI SOTTO!". Non a caso, ora si chiama Tephlon. Geniale. Un po' come se io decidessi di pubblicare un disco chiamandomi Fiat o Domopak, insomma, e non a caso il nostro eroe sta in balotta con quel circolo di intellettuali che sono gli M.O.P. Per dirne una, nella sua striminzita biografia presente su Wikipedia (che ormai non si rifiuta a nessuno), di fianco a vari errori c'è una simpatica curiosità: "He is known to always be driving a BMW, as a reference to his mother". Huh? La quale lavorava alla BMW? Era grande come una BMW? Era bavarese? Ma, soprattutto, che uomo devi essere per essere ricordato come "colui che guida la BMW per onorare la propria madre"? E poi c'è gente che ancora mi chiede perché ascolto rap...
Facezie a parte, nel tempo libero restatogli tra la soluzione di un problema di trigonometria e la sconfitta della povertà nel mondo, Teflon è riuscito a mettere insieme dieci tracce e di farsele pubblicare dalla Relativity nel 1997. Prodotto principalmente dagli stessi M.O.P. e con qualche apparizione alle macchine di Big Jaz e Laz E Laze, l'album fu un flop epocale (ricordo in tutto mezza pagina di pubblicità sulla Source) e costrinse il nostro a tornare ad una vita fatta di 12" (alcuni anche parecchio fichi) e sporadiche apparizioni -e probabilmente un part time da Burger King. Tutto sommato è un peccato, perchè se l'album è un po' moscio come beat, lui è un discreto liricista ed un ottimo interprete, e qualche pezzo memorabile lo si trova anche. Rawness è quello senz'altro più famoso: al campionatore ed al microfono lo assistono gli M.O.P., il che si traduce in una bella scarica di aggressività di 4'28". Comunque, capiamoci: per "famoso" intendo dire che un mixtape degli ATPC del '98 ha lo stesso nome, che la frase "killin'em dead" è stata scratchata da Premier su un suo successivo pezzo, così come "Stepped through the door, tore shit off the hinges" è stata ripresa dagli Army Of The Pharaohs in Tear It Down. No, così per dare un'idea: Michael jackson è ancora distante. Comunque sia, oltre a questa ottima Rawness ci sono anche le belle My Will, Game Of Life (che per prima campionò il giro di piano di All Is Fair In Love di Stevie Wonder, dandogli un tocco hardcore molto apprezzabile) e Get Mine -il cui unico difetto è il drammatico ritornello cantato "da singolo" (quale era) su beat cartellone, una cosa che fa molto '95-'96. Il resto è ok, piacevolmente ascoltabile ma senza guizzi di genio, con l'unica eccezione di Off The Hook: una sonora porcheria che parte discretamente ma si sgretola pian pianino -prima a causa dell'entrata di un campione di piano übergay del tutto inutile, poi per via di una no-name-r&b-beeyotch che si lancia in un ritornello melenso che non c'entra una sega con Tef.
Tolta questa spiacevole parentesi, posso solo dire che è un disco non fondamentale. Chi apprezza le atmosfere hardcore di metà anni '90, in particolar modo gli M.O.P., se lo saprà godere; purtroppo, solo due/tre tracce di fattura medioalta su dieci sono un po' pochine. Lui però mi sta simpatico, al microfono è cazzuto e quindi non posso che augurargli buona fortuna per il secondo disco. Se mai arriverà.
Teflon - My Will
Facezie a parte, nel tempo libero restatogli tra la soluzione di un problema di trigonometria e la sconfitta della povertà nel mondo, Teflon è riuscito a mettere insieme dieci tracce e di farsele pubblicare dalla Relativity nel 1997. Prodotto principalmente dagli stessi M.O.P. e con qualche apparizione alle macchine di Big Jaz e Laz E Laze, l'album fu un flop epocale (ricordo in tutto mezza pagina di pubblicità sulla Source) e costrinse il nostro a tornare ad una vita fatta di 12" (alcuni anche parecchio fichi) e sporadiche apparizioni -e probabilmente un part time da Burger King. Tutto sommato è un peccato, perchè se l'album è un po' moscio come beat, lui è un discreto liricista ed un ottimo interprete, e qualche pezzo memorabile lo si trova anche. Rawness è quello senz'altro più famoso: al campionatore ed al microfono lo assistono gli M.O.P., il che si traduce in una bella scarica di aggressività di 4'28". Comunque, capiamoci: per "famoso" intendo dire che un mixtape degli ATPC del '98 ha lo stesso nome, che la frase "killin'em dead" è stata scratchata da Premier su un suo successivo pezzo, così come "Stepped through the door, tore shit off the hinges" è stata ripresa dagli Army Of The Pharaohs in Tear It Down. No, così per dare un'idea: Michael jackson è ancora distante. Comunque sia, oltre a questa ottima Rawness ci sono anche le belle My Will, Game Of Life (che per prima campionò il giro di piano di All Is Fair In Love di Stevie Wonder, dandogli un tocco hardcore molto apprezzabile) e Get Mine -il cui unico difetto è il drammatico ritornello cantato "da singolo" (quale era) su beat cartellone, una cosa che fa molto '95-'96. Il resto è ok, piacevolmente ascoltabile ma senza guizzi di genio, con l'unica eccezione di Off The Hook: una sonora porcheria che parte discretamente ma si sgretola pian pianino -prima a causa dell'entrata di un campione di piano übergay del tutto inutile, poi per via di una no-name-r&b-beeyotch che si lancia in un ritornello melenso che non c'entra una sega con Tef.
Tolta questa spiacevole parentesi, posso solo dire che è un disco non fondamentale. Chi apprezza le atmosfere hardcore di metà anni '90, in particolar modo gli M.O.P., se lo saprà godere; purtroppo, solo due/tre tracce di fattura medioalta su dieci sono un po' pochine. Lui però mi sta simpatico, al microfono è cazzuto e quindi non posso che augurargli buona fortuna per il secondo disco. Se mai arriverà.
Teflon - My Will