Quando ci si approccia ad una leggenda, o per meglio dire all'opera di una leggenda, è meglio andarci coi piedi di piombo. Rakim è tutt'oggi considerato da molti il miglior MC di tutti i tempi, anche se oramai non si sente più nulla di significativo a suo nome da una decina d'anni circa. Stando così le cose, figuratevi l'opinione che poteva averne la gente nel '97: l'adorazione nei confronti di "The R" era così diffusa che, persino in un periodo in cui Master P e Puffy spopolavano, un sondaggio condotto dalla Source in occasione della sua centesima edizione lo incoronava come re indiscusso del microfono con queste parole: «"I came in the door, I said it before/ I never let the mic magnetize me no more". How many of y'all wanted to be MC's after that? Nuff said.»
Purtroppo temo che se lo stesso sondaggio venisse condotto oggigiorno il risultato non sarebbe più lo stesso; e questo lo si può certamente imputare alla scarsa prolificità del Nostro mescolata ad un controllo qualitativo a dir poco lacunoso, ma soprattutto il problema è che propaganda e mercato concordano nel definire G.O.A.T. non tanto altri personaggi potenzialmente sullo stesso livello (Jay-Z, per restare in ambito commerciale) quanto delle caccole umane il cui unico fine costantemente perseguito è il mantenimento dello swagger. Ma d'altronde cosa possiamo aspettarci? Finchè il mercato non crollerà ci toccherà sorbirci quantità intollerabili di sciocchezze di cui, in fondo, la tesi che vede Wayne come miglior MC vivente è solo la punta dell'iceberg e nemmeno la più grave. Nell'attesa che vi sia un bel armageddon che faccia piazza pulita di tutte le scorie che ormai da quindici anni avvelenano l'hip hop mainstream, l'unica cosa ragionevole da fare è rifugiarsi nell'underground oppure rispolverare vecchie glorie. Ma, detto questo, si può definire 18th Letter una "gloria"? È paragonabile a Paid In Full o Let The Rhythm Hit 'Em? Vediamo.
Fermo restando che per noi quasi-trentenni risulta indubbiamente più accessibile dei lavori precedenti, la risposta non può che essere un secco "no". Questo perchè al momento della pubblicazione di quest'album la tecnica di Rakim e le radicali innovazioni che aveva portato con essa -in sintesi: rime incrociate all'interno della singola misura, ricco vocabolario, flow "pacato", metaforica complessa- erano ormai state assimilate dalla quasi totalità dei rapper in circolazione ed in certi casi, come il Nas di Illmatic, persino migliorata. Nel '97, quindi, il Nostro indubbiamente poteva mantenere intatti alcuni dei punti più personali del suo stile (su tutti la scrittura), ma in quanto a liricismo in senso stretto non poteva più dire di portare una ventata d'aria fresca, al limite una brezza di perfezione. Non è poco, badate bene: dischi ed MC di merda c'erano già allora, ma l'impatto indubbiamente era ormai stato smorzato e pertanto, per quanto dopo la sua riapparizione in Hoodlum al fianco dei Mobb Deep il mondo del rap fosse in trepidante attesa, l'unica mossa possibile per The R coonsisteva nel produrre un album perfetto o quasi. E questo, spiace dirlo, non lo è. Le lacune -sopratutto il jigginess tristopacchiano di Stay A While, gli inutili remix di alcuni pezzi, la diluizione dell'insieme con skit inutili ed una scaletta balorda- finiscono col danneggiare egregiamente un prodotto che altrimenti presenta diversi punti forti e rappresenta, malgrado tutto, un buon esempio di ritorno sulla scena da parte di un veterano, laddove invece Crown Royale dei Run DMC ne è la versione speculare.
Ecco: di questi punti forti quello maggiore è indubbiamente New York. Questo capolavoro -sì, è un capolavoro- non solo se la gioca come uno dei migliori inni di sempre alla Grande Mela, ma è anche uno degli abbinamenti tra MC e produttore più superbi che abbia mai sentito: Premier e Rakim qui si complementano come raramente ho potuto sentire in vita mia. Analogamente a NY State Of Mind, la forza di questa canzone consiste nel saper convogliare l'essenza di una città in tre strofe che la rendono tangibile anche a chi a NY non è mai stato. Semplicemente superba ed immancabile per qualsiasi antologia del miglior rap degli anni '90 (parentesi: metto un video non ufficiale di questa non solo perchè è la canzone migliore fra tutte, ma anche perchè quello di Guess Who's Back è sinceramente imbarazzante).
Più in basso -molto più in basso, vista la qualità di New York- vi sono poi due perle che spesso vengono sottovalutate dagli estimatori di 18th Letter: la peterokkiana The Saga Begins, di rara cupezza ed eleganza nell'accostare il semplice campione di piano al flow di Ra, e The Mystery (Who Is God). Quest'ultima è in particolare interessante perchè, al di là degli aspetti più tecnici, rappresenta uno degli unicum di Rakim, ovverosia il suo saper parlare di religione e spiritualità in modo al contempo poetico ed approfondito mantenedo stile nel farlo. Non scordimolo mai, perchè ancor'oggi questa sua peculiarità resta di sua esclusiva proprietà, nessuno, e intendo dire proprio nessuno, è mai stato capace di avvicinarsi al Maestro in questo e perlomeno ciò dovrebbe essergli sempre riconosciuto.
Orbene: queste sono le tre tracce di punta, dopo le quali vanno a fare la fila cose di validità decrescente. Remember That e It's been A Long Time forse non figureranno tra le migliori opere di, rispettivamente, Marley Marl e Primo, ma hanno sufficiente tiro da poter reggere l'ottimo emceeing di Ra (particolarmente ispirato nella prima, segnalo) e nel complesso possono dirsi più che dignitose. Show Me Love, invece, è lievemente danneggiata dal ritornello cantato (che però risulta oggettivamente coerente con l'atmosfera del pezzo, devo ammettere) ma presenta un altro degli aspetti caratteristici di Ra, cioè quello del Don Juan De Marco de noantri, il che personalmente mi tange molto perifericamente ma insomma, come si suol dire, a ciascuno il suo e così anche le biatches possono dirsi soddisfatte. Quanto alla title track e When i'm Flowin' posso solo dire che sono tra il ridondante ed il superfluo, insomma non vanno ad aggiungere nulla all'album. Infine, mi scoccia dire che le produzioni del veterano Clark Kent (che ormai quanti anni avrà? Cinquanta? Sessanta?) sono francamente deludenti: Guess Who's Back poteva forse catturare l'attenzione all'epoca, ma direi che, data la sua natura di pezzo da club, fra tutte le offerte di 18th Letter è quella invecchiata più malamente; e pure Stay A While è una discreta cagata sulla quale preferisco non infierire. Inutili, infine, sia il remix della Suave House di It's Been A Long Time (in tre parole: esperimento finito male) che l'alternative mix di Guess Who's Back. In altre parole, poteva limitarsi a dieci tracce, otto se si escludono poi quelle meno riuscite.
Ecco, il punto è questo: 18th Letter è troppo breve per potersi permettere semplicemente tre gran bei pezzi più cinque di contorno. Alla fine, dopo cinque anni di gestazione, il minimo che ci si potesse aspettare era una raccolta magari anche breve ma di maggiore impatto e/o qualità; così però non è stato, e alla fin fine se si paragona questo al bootleg del solista inedito del '95 si potranno notare davvero poche differenze in termini di pura qualità. Insomma, diciamolo: 18th Letter alla fin fine è un po' tanto raffazzonato e, beat a parte, si vede che Ra non si è impegnato fino in fondo nella sua creazione. In conclusione, quindi, non si può certo definire brutto ma sinceramente comprendo coloro che, avendo conosciuto il Rakim al top della forma, sia rimasto estremamente deluso da questa "fatica".
Rakim - The 18th Letter
VIDEO: NEW YORK (UNOFFICIAL)
Purtroppo temo che se lo stesso sondaggio venisse condotto oggigiorno il risultato non sarebbe più lo stesso; e questo lo si può certamente imputare alla scarsa prolificità del Nostro mescolata ad un controllo qualitativo a dir poco lacunoso, ma soprattutto il problema è che propaganda e mercato concordano nel definire G.O.A.T. non tanto altri personaggi potenzialmente sullo stesso livello (Jay-Z, per restare in ambito commerciale) quanto delle caccole umane il cui unico fine costantemente perseguito è il mantenimento dello swagger. Ma d'altronde cosa possiamo aspettarci? Finchè il mercato non crollerà ci toccherà sorbirci quantità intollerabili di sciocchezze di cui, in fondo, la tesi che vede Wayne come miglior MC vivente è solo la punta dell'iceberg e nemmeno la più grave. Nell'attesa che vi sia un bel armageddon che faccia piazza pulita di tutte le scorie che ormai da quindici anni avvelenano l'hip hop mainstream, l'unica cosa ragionevole da fare è rifugiarsi nell'underground oppure rispolverare vecchie glorie. Ma, detto questo, si può definire 18th Letter una "gloria"? È paragonabile a Paid In Full o Let The Rhythm Hit 'Em? Vediamo.
Fermo restando che per noi quasi-trentenni risulta indubbiamente più accessibile dei lavori precedenti, la risposta non può che essere un secco "no". Questo perchè al momento della pubblicazione di quest'album la tecnica di Rakim e le radicali innovazioni che aveva portato con essa -in sintesi: rime incrociate all'interno della singola misura, ricco vocabolario, flow "pacato", metaforica complessa- erano ormai state assimilate dalla quasi totalità dei rapper in circolazione ed in certi casi, come il Nas di Illmatic, persino migliorata. Nel '97, quindi, il Nostro indubbiamente poteva mantenere intatti alcuni dei punti più personali del suo stile (su tutti la scrittura), ma in quanto a liricismo in senso stretto non poteva più dire di portare una ventata d'aria fresca, al limite una brezza di perfezione. Non è poco, badate bene: dischi ed MC di merda c'erano già allora, ma l'impatto indubbiamente era ormai stato smorzato e pertanto, per quanto dopo la sua riapparizione in Hoodlum al fianco dei Mobb Deep il mondo del rap fosse in trepidante attesa, l'unica mossa possibile per The R coonsisteva nel produrre un album perfetto o quasi. E questo, spiace dirlo, non lo è. Le lacune -sopratutto il jigginess tristopacchiano di Stay A While, gli inutili remix di alcuni pezzi, la diluizione dell'insieme con skit inutili ed una scaletta balorda- finiscono col danneggiare egregiamente un prodotto che altrimenti presenta diversi punti forti e rappresenta, malgrado tutto, un buon esempio di ritorno sulla scena da parte di un veterano, laddove invece Crown Royale dei Run DMC ne è la versione speculare.
Ecco: di questi punti forti quello maggiore è indubbiamente New York. Questo capolavoro -sì, è un capolavoro- non solo se la gioca come uno dei migliori inni di sempre alla Grande Mela, ma è anche uno degli abbinamenti tra MC e produttore più superbi che abbia mai sentito: Premier e Rakim qui si complementano come raramente ho potuto sentire in vita mia. Analogamente a NY State Of Mind, la forza di questa canzone consiste nel saper convogliare l'essenza di una città in tre strofe che la rendono tangibile anche a chi a NY non è mai stato. Semplicemente superba ed immancabile per qualsiasi antologia del miglior rap degli anni '90 (parentesi: metto un video non ufficiale di questa non solo perchè è la canzone migliore fra tutte, ma anche perchè quello di Guess Who's Back è sinceramente imbarazzante).
Più in basso -molto più in basso, vista la qualità di New York- vi sono poi due perle che spesso vengono sottovalutate dagli estimatori di 18th Letter: la peterokkiana The Saga Begins, di rara cupezza ed eleganza nell'accostare il semplice campione di piano al flow di Ra, e The Mystery (Who Is God). Quest'ultima è in particolare interessante perchè, al di là degli aspetti più tecnici, rappresenta uno degli unicum di Rakim, ovverosia il suo saper parlare di religione e spiritualità in modo al contempo poetico ed approfondito mantenedo stile nel farlo. Non scordimolo mai, perchè ancor'oggi questa sua peculiarità resta di sua esclusiva proprietà, nessuno, e intendo dire proprio nessuno, è mai stato capace di avvicinarsi al Maestro in questo e perlomeno ciò dovrebbe essergli sempre riconosciuto.
Orbene: queste sono le tre tracce di punta, dopo le quali vanno a fare la fila cose di validità decrescente. Remember That e It's been A Long Time forse non figureranno tra le migliori opere di, rispettivamente, Marley Marl e Primo, ma hanno sufficiente tiro da poter reggere l'ottimo emceeing di Ra (particolarmente ispirato nella prima, segnalo) e nel complesso possono dirsi più che dignitose. Show Me Love, invece, è lievemente danneggiata dal ritornello cantato (che però risulta oggettivamente coerente con l'atmosfera del pezzo, devo ammettere) ma presenta un altro degli aspetti caratteristici di Ra, cioè quello del Don Juan De Marco de noantri, il che personalmente mi tange molto perifericamente ma insomma, come si suol dire, a ciascuno il suo e così anche le biatches possono dirsi soddisfatte. Quanto alla title track e When i'm Flowin' posso solo dire che sono tra il ridondante ed il superfluo, insomma non vanno ad aggiungere nulla all'album. Infine, mi scoccia dire che le produzioni del veterano Clark Kent (che ormai quanti anni avrà? Cinquanta? Sessanta?) sono francamente deludenti: Guess Who's Back poteva forse catturare l'attenzione all'epoca, ma direi che, data la sua natura di pezzo da club, fra tutte le offerte di 18th Letter è quella invecchiata più malamente; e pure Stay A While è una discreta cagata sulla quale preferisco non infierire. Inutili, infine, sia il remix della Suave House di It's Been A Long Time (in tre parole: esperimento finito male) che l'alternative mix di Guess Who's Back. In altre parole, poteva limitarsi a dieci tracce, otto se si escludono poi quelle meno riuscite.
Ecco, il punto è questo: 18th Letter è troppo breve per potersi permettere semplicemente tre gran bei pezzi più cinque di contorno. Alla fine, dopo cinque anni di gestazione, il minimo che ci si potesse aspettare era una raccolta magari anche breve ma di maggiore impatto e/o qualità; così però non è stato, e alla fin fine se si paragona questo al bootleg del solista inedito del '95 si potranno notare davvero poche differenze in termini di pura qualità. Insomma, diciamolo: 18th Letter alla fin fine è un po' tanto raffazzonato e, beat a parte, si vede che Ra non si è impegnato fino in fondo nella sua creazione. In conclusione, quindi, non si può certo definire brutto ma sinceramente comprendo coloro che, avendo conosciuto il Rakim al top della forma, sia rimasto estremamente deluso da questa "fatica".
Rakim - The 18th Letter
VIDEO: NEW YORK (UNOFFICIAL)
14 commenti:
K SQUAD...la recensione non fa una piege..mannaggia ma sai che anche a me st'album mi ha deluso..e ti dirò di più..non tanto al primo ascolto quanto a quelli successivi..sicuramente molto + in basso di let the rithm hit 'em(secondo me il migliore in coppia con erik B,,anche perchè andando più indietro ai vecchi album posso QUASI solamente riconoscere la loro validità nella storia e studiarli dato che non sono molto avvezzo a certe sonorità anche se lo spessore musicale per i tempi era elevatissimo e -anche oggi-come tu stesso hai detto a proposito di slick rick)...detto questo vorrei invece sapere cosa ne pesi di the master...e basta...apro un sondaggio stupido--delle 4 leggende .kool g-big daddy-rakim-krs(che tra l'altro ti invito a recensire xD)..chi preferite a chi?..wai con la top FOUR....
FCK SQUAD...la recensione non fa una piege..mannaggia ma sai che anche a me st'album mi ha deluso..e ti dirò di più..non tanto al primo ascolto quanto a quelli successivi..sicuramente molto + in basso di let the rithm hit 'em(secondo me il migliore in coppia con erik B,,anche perchè andando più indietro ai vecchi album posso QUASI solamente riconoscere la loro validità nella storia e studiarli dato che non sono molto avvezzo a certe sonorità anche se lo spessore musicale per i tempi era elevatissimo e -anche oggi-come tu stesso hai detto a proposito di slick rick)...detto questo vorrei invece sapere cosa ne pesi di the master...e basta...apro un sondaggio stupido--delle 4 leggende .kool g-big daddy-rakim-krs(che tra l'altro ti invito a recensire xD)..chi preferite a chi?..wai con la top FOUR....
FCK SQUAD...p.s. naaah il wideo di guess who's back non è per niente imbarazzante.solo non capisco pechè il micro ''magico'' che usa rakim è così grande!!.huahua....the saga begins S.P.E.Z.Z.A.
Secondo me sei stato un po' strettino, vero che non è un disco perfetto ma ad esempio "It's Been A Long Time" e "Guess Who's Back" io le trovo invecchiate benissimo (beh sì, tolto il video orrido...).
Comunque mi sembra di capire che la tua versione è quella a disco singolo, quella che ho io comprende "The Book Of Life", ovvero un best della premiata Eric & Ra (sotto la tracklist).
1. I Know You Got Soul
2. Follow The Leader
3. Eric B Is President
4. Microphone Fiend
5. I Ain't No Joke
6. Lyrics Of Fury
7. My Melody
8. Know The Ledge
9. Move The Crowd
10. Let The Rhythm Hit' Em
11. Mahogany
12. In The Ghetto
13. Casualties Of War
14. The Punisher
15. Paid In Full
Bra
www.rapmaniacz.com
Pure io ho la versione doppia... ma la raccolta non mi soddisfa troppo, manca qualche chicca, tipo Don't Sweat The Technique...
Per quanto riguarda The 18th Letter sono daccordo con quanto recensito da Reiser in buona parte, anche se It's Been A Long Time mi sembra invecchiata bene (per quello che era) e sarei dello stesso parere anche per Guess Who's Back, uso il condizionale perchè l'ho sentita per anni OVUNQUE negli ambienti rap e francamente mi ha un pò cagato il cazzo.
3 Invicta e mezzo ci stanno, forse 4.
@FCK la mia nerdclassifica:
1. KGR
2. BDK/Rakim
3. KRS-One
FCK SQUAD...bella mak..mega la mia nerdclassifica huahua è identica alla tua compresi big daddy kane e rakim alla 3 posizione insieme..vi dirò per molto tempo rakim l'ho preferito a kool g ..tuttawia il tempo non è benigno kon l'uomo e questo si è tradotto per rakim in una minor freskezza dello stile...mentre kool g resta per sempre una fottuta roccia
non aggiungo granchè...guess who back e it's been a loong time sono alla pari con new york e le ritengo tutt'e tre pezzoni...Who is god è un testo pauroso solo lui poteva...e di canzoni belle su ny ho visto un video di b.a.m con lil fame che non è male(anche se non ci rappa certo rakim...)ma la base è carina
Classifica nerdosa:
1)Krs-one
2)Kool G rap
3)Rakim
4)Big daddy kane
Metto primo krs perchè tutto ciò che è stato minimamente collegato con l'hip-hop dal 86 fino a oggi lui c'entra qualke cazzo(dai featuring,a tutti i cut che gli hanno preso)e poi x il primo beef della storia YEAH!!!
Se no da un punto di vista rappuso nessuno batte kool g...
RARASHIXXX
...guess who back e it's been a loong time sono alla pari con new york e le ritengo tutt'e tre pezzoni...
nel senso che le metto alla pari nelle prefenze,non apprezzo particolarmente una + ke un'altra...preciso perkè se no faccio la figura del celebroleso che ripete le stesse cose già presenti nel testo da te scritto
Cmq sui trip nerd...ma secondo voi i migliori featuring nella storia del rap
io voto
1.az su laif's a bicc(storico)
2.RA the rugged man su uncommon valor
3.Kool g su stick to ya gunz
RARASHIXXX
quando rakim ridiscenderà fra di noi ci sarà gioia fra i fedeli dell'hip hop...e con sè porterà 5 miracoli:la publlicazione del terzo cd dei jigmastas,il ritorno di un minimo di decenza e di gusto al boot camp e al wu-tang,la riunione dei tribe,la moltiplicazione delle copie vendute dal vero hip hop,un cd serio di smoothe(no quella cacata dell'anno scorso)...
io riporto il suo verbo mi è apparso ieri notte in sogno profetizzando questo...ora basta aspettare,speriamo non x sempre...
THeprophet aka BAuau
Mi ricordi Mista, che un dì mi disse tutto serio che in sogno gli era apparso Grandmaster Flash
ma perchè nessuno quando si fa le seghe sente in sottofondo da shinin' degli smif-n-wessun o soundbombing II?...forse sono solo io...
RARASHIXXX
pienamente d'accordo con la recensa...
non ho mai capito perche' non ha inserito questo pezzo nell'album
http://www.youtube.com/watch?v=Ei-qB_ooWPA
djmp45
Per difendere Rakim: alcuni dei pezzi e remix inseriti ci sono per motivi di sample clearance. Altrimenti gli originali erano meglio. La roba di Nick Wiz, per esempio.
P.S.: capisco chi apprezza Let The Rhythm, ma obiettivamente il primo album è fra i primi due della storia e il secondo è una perla.
P.P.S.: Le cose migliori di BDK sono superiori a tutti. KRS, Rakim e G Rap inclusi. Giusto per essere assolutisti.
Secondo me fai cagare come scritto e pessimo nella concezione della valutazione di un disco
BELLO QUESTO è UN PEZZO DI STORIA .
gl'hai dato 3.5 e non credo che le lyrics di rakim valgano 3.5
ps : conosci l'inglese?
BLACK MAMBA
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