Come da consolidata tradizione, il mattino successivo alle mie serate passate a gozzovigliare e bbere viene passato in parte al bagno (e stamane mi fregio di aver sganciato uno stronzo stile Little Boy), in parte al bar a cercare di riprendermi con un caffè ed una brioche al pistacchio, ed in parte sotto la doccia a pensare cosa potrei recensire col minimo sforzo possibile. Ovviamente, gli EP vengono molto comodi data la loro brevità, perciò stamane, asciugandomi le pelotas, sono stato fulminato sulla via di Damasco e mi son detto: "Tò mo', c'è Lif!".
Immagino di avervi ormai asciugato con Mr. Lif, però cosa posso farci? Mi piace, e poi trovo sempre qualcosa da dire su di lui e sulla sua musica. Ad esempio, per quanto oramai non mi sembri proprio il caso di riproporvi una biografia di qualche tipo, per Enters the Colossus bisogna ricordare che prima di tutto Jeffrey Haynes nasce come battle rapper, e se negli album successivi questo aspetto ha trovato sempre meno spazio in questo caso esso si palesa in tutta la sua forza: Datablend, Avengers, Enters The Colossus, Front On This, Pulse Cannon... per farla breve, tutte le canzoni, con l'eccezione di Arise, vedono il Nostro giocare con le parole con l'unico scopo di dimostrare la sua bravura. E se questo da un lato può sembrare sterile -e di certo lo è se col senno di poi pensiamo alla sua capacità di scrittore e polemista- dall'altro non si può restare indifferenti di fronte all'ottima alchimia che si crea tra emceeing e beat. E questo senza contare poi un tot di ospiti che arricchiscono enormemente l'esperienza d'ascolto complessiva: Akrobatik, Insight, T-Ruckus e Illin' P assistono Lif in tre tracce, ed essendo appunto questi pezzi pure esibizioni d'abilità, la varietà che questi featuring offrono è più benvenuta.
Anche perchè il Nostro non è esattamente un Chino XL: di punchline o trucchi del mestiere in genere ce ne sono pochissimi; più che altro, si può sentire un flusso costante di rime ben fatto dietro al quale però vi sono perlopiù metafore estese aventi a che fare con quello che genericamente viene definito "abstract hip hop". Un approccio tipico di quegli anni, che però se già allora non è che mi esaltasse più che tanto, oggi mi risulta piuttosto stantio; l'unica è quindi far finta che la voce di Lif sia parte integrante della struttura musicale e limitarsi quindi all'aspetto più puramente melodico, e a quel punto le cose cominciano a girare per il verso giusto. L'eccezione però di cui vi dicevo, Arise, dimostra che già allora Lif avesse in caldo qualcosa di più succulento: nella traccia in questione egli difatti concentra critica sociale, attacchi allo status quo e opposizione al capitalismo e alle sue manifestazioni più pratiche (senza parlare della denuncia delle conseguenze). Un'impostazione, la sua, che può anche non piacere a chi cerca fondamentalmente solo beat e rime, ma che innegabilmente aiuta in maniera determinante a conferire un'identità ben precisa a Lif e che infatti negli anni lo renderà un caso unico nel panorama della scena hip hop.
Ma in Enters The Colossus non è solo Haynes ad apparire in forma embrionale rispetto a ciò che saprà offrire negli anni successivi, bensì anche il suo sound: se già a partire da Emergency Rations questo virerà verso la futuribilità delle produzioni di El-P pur conservando un certo rigore classico, per quest'occasione esso si mantiene su binari più ortodossi. Intendiamoci: non sto parlando di un Pete Rock o un Premier, semplicemente è difficile non notare una maggiore regolarità nelle batterie ed un uso più tradizionale dei campioni da parte dei vari beatmaker, tra cui Lif stesso. Fakts One infatti crea due beat tra di loro molto diversi -Cro-Magnon e Avengers- mantenendo un'impostazione ortodossa che vede nel funk l'ispirazione primaria. El-P stesso si presenta in una modalità molto più vicina agli esordi dei Company Flow che non già a quella che avrebbe mostrato per i Can Ox o, ancora più estremo, nel suo esordio solista; e visto che pure Lif segue questa linea, alla fin fine è (paradossalmente?) Insight a produrre il beat più verdonianamente "sstrano" dell'intero EP: effetti sonori che paiono usciti da un film di fantascienza contraddistinguono la sua Pulse Cannon, e per quanto non si può dire che sia uno dei suoi capolavori alla fin fine risulta senz'altro la produzione più bizzarra delle otto che incontreremo nella mezz'ora di durata del disco.
Ora, dovendo sintetizzare la mia opinione in poche righe, devo dire che sono indeciso: da un lato questo EP mostra la sua età specialmente per via di un certo tipo di rap, e se ripenso a quando lo ascoltai per la prima volta non posso far finta di essermi esaltato. Dall'altro, però, oltre ad un paio di cose davvero degne (Arise e Avengers, principalmente) alla fin fine si lascia ascoltare senza nessun tipo di problema. Che fare? Opto per un tre molto benigno, aggiungendo che oggettivamente esso è l'anello più debole della produzione di Lif, e che perciò è una di quelle opere che consiglio solo a chi è già suo fan. Non mi pento di averlo acquistato, certo, ma diciamo che se lo sentissi oggi, a freddo, non ne resterei particolarmente impressionato.
Mr. Lif - Enters The Colossus
Immagino di avervi ormai asciugato con Mr. Lif, però cosa posso farci? Mi piace, e poi trovo sempre qualcosa da dire su di lui e sulla sua musica. Ad esempio, per quanto oramai non mi sembri proprio il caso di riproporvi una biografia di qualche tipo, per Enters the Colossus bisogna ricordare che prima di tutto Jeffrey Haynes nasce come battle rapper, e se negli album successivi questo aspetto ha trovato sempre meno spazio in questo caso esso si palesa in tutta la sua forza: Datablend, Avengers, Enters The Colossus, Front On This, Pulse Cannon... per farla breve, tutte le canzoni, con l'eccezione di Arise, vedono il Nostro giocare con le parole con l'unico scopo di dimostrare la sua bravura. E se questo da un lato può sembrare sterile -e di certo lo è se col senno di poi pensiamo alla sua capacità di scrittore e polemista- dall'altro non si può restare indifferenti di fronte all'ottima alchimia che si crea tra emceeing e beat. E questo senza contare poi un tot di ospiti che arricchiscono enormemente l'esperienza d'ascolto complessiva: Akrobatik, Insight, T-Ruckus e Illin' P assistono Lif in tre tracce, ed essendo appunto questi pezzi pure esibizioni d'abilità, la varietà che questi featuring offrono è più benvenuta.
Anche perchè il Nostro non è esattamente un Chino XL: di punchline o trucchi del mestiere in genere ce ne sono pochissimi; più che altro, si può sentire un flusso costante di rime ben fatto dietro al quale però vi sono perlopiù metafore estese aventi a che fare con quello che genericamente viene definito "abstract hip hop". Un approccio tipico di quegli anni, che però se già allora non è che mi esaltasse più che tanto, oggi mi risulta piuttosto stantio; l'unica è quindi far finta che la voce di Lif sia parte integrante della struttura musicale e limitarsi quindi all'aspetto più puramente melodico, e a quel punto le cose cominciano a girare per il verso giusto. L'eccezione però di cui vi dicevo, Arise, dimostra che già allora Lif avesse in caldo qualcosa di più succulento: nella traccia in questione egli difatti concentra critica sociale, attacchi allo status quo e opposizione al capitalismo e alle sue manifestazioni più pratiche (senza parlare della denuncia delle conseguenze). Un'impostazione, la sua, che può anche non piacere a chi cerca fondamentalmente solo beat e rime, ma che innegabilmente aiuta in maniera determinante a conferire un'identità ben precisa a Lif e che infatti negli anni lo renderà un caso unico nel panorama della scena hip hop.
Ma in Enters The Colossus non è solo Haynes ad apparire in forma embrionale rispetto a ciò che saprà offrire negli anni successivi, bensì anche il suo sound: se già a partire da Emergency Rations questo virerà verso la futuribilità delle produzioni di El-P pur conservando un certo rigore classico, per quest'occasione esso si mantiene su binari più ortodossi. Intendiamoci: non sto parlando di un Pete Rock o un Premier, semplicemente è difficile non notare una maggiore regolarità nelle batterie ed un uso più tradizionale dei campioni da parte dei vari beatmaker, tra cui Lif stesso. Fakts One infatti crea due beat tra di loro molto diversi -Cro-Magnon e Avengers- mantenendo un'impostazione ortodossa che vede nel funk l'ispirazione primaria. El-P stesso si presenta in una modalità molto più vicina agli esordi dei Company Flow che non già a quella che avrebbe mostrato per i Can Ox o, ancora più estremo, nel suo esordio solista; e visto che pure Lif segue questa linea, alla fin fine è (paradossalmente?) Insight a produrre il beat più verdonianamente "sstrano" dell'intero EP: effetti sonori che paiono usciti da un film di fantascienza contraddistinguono la sua Pulse Cannon, e per quanto non si può dire che sia uno dei suoi capolavori alla fin fine risulta senz'altro la produzione più bizzarra delle otto che incontreremo nella mezz'ora di durata del disco.
Ora, dovendo sintetizzare la mia opinione in poche righe, devo dire che sono indeciso: da un lato questo EP mostra la sua età specialmente per via di un certo tipo di rap, e se ripenso a quando lo ascoltai per la prima volta non posso far finta di essermi esaltato. Dall'altro, però, oltre ad un paio di cose davvero degne (Arise e Avengers, principalmente) alla fin fine si lascia ascoltare senza nessun tipo di problema. Che fare? Opto per un tre molto benigno, aggiungendo che oggettivamente esso è l'anello più debole della produzione di Lif, e che perciò è una di quelle opere che consiglio solo a chi è già suo fan. Non mi pento di averlo acquistato, certo, ma diciamo che se lo sentissi oggi, a freddo, non ne resterei particolarmente impressionato.
Mr. Lif - Enters The Colossus
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