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giovedì 15 maggio 2008

THE DWELLAS - THE LAST SHALL BE FIRST (Loud, 2000)

Avendo voglia di ascoltare rap un po' tamarro e volendo "chiudere" la discografia di un artista, stamane all'uscita da casa ho deciso di prendere in mano il secondo album dei Cella Dwellas -ora ribattezzati semplicemente "The Dwellas", probabilmente per ragioni di facilità di comprensione. Come già anticipato in chiusura della recensione di Realms 'N' Reality, la cosa più importante da dire è che nel loro caso il tipico "sophomore jinx" non c'è stato ed anzi la qualità complessiva si è sensibilmente elevata. Ora, si potrebbe facilmente obiettare che la suddetta "iettatura del fagiolo" avvenga solo quando l'esordio è stato eccezionale (e non semplicemente discreto come nel caso dei Nostri), ma poco importa.
A cambiare in meglio è stata innanzitutto la durata del lavoro, che ora si limita a 14 tracce più una bonus track risalente a qualche anno prima (Main Aim, dalla colonna sonora di Soul In The Hole); questo fattore, che aggiunto ad ospitate più frequenti e produzioni curate non solo da Nick Wiz ma anche da Ayatollah, Large Professor e Rockwilder, contribuisce in maniera determinante a scacciare lo spettro della monotonia che tanto aleggia(va) sulla loro opera prima. Ma come se ciò non fosse abbastanza, lo stesso Nick Wiz è riuscito a dare un po' di varietà in più alle tracce affidategli, lavorando egregiamente sulla programmazione delle batterie e -ebbene sì- anche sui suoni di queste.
Intendiamoci, il suono nel suo complesso è smaccatamente nuiorchese e del resto non potrebbe essere altrimenti, ma per fortuna di tutti non cede alle derive swizzbeatiane di quei tempi ma si assesta su uno stile classico che ancor'oggi non sfigura. Tra le tracce più riuscite è impossibile non menzionare le eccellenti Verbal Slaughter (con un Inspectah Deck un po' manierista ma comunque d'impatto), Ready To Rock (che segnala la riapparizione di D.V. Alias Khryst) e l'ugualmente impressionante Ill Collabo, che vede -se non sbaglio per l'ultima volta- riuniti gli Organized Konfusion. Denominatore comune di queste tracce è il ricorso a campioni di piano tagliati, che pure vengono usati in modo diverso da pezzo a pezzo, tant'è che le impressioni che lasciano sono comunque ben diverse tra loro. Ora, prima di commentare il resto del disco, vorrei sottolineare come ciascuno di questi pezzi sia una piccola perla di suo e che scegliere quale di essi sia il migliore è impossibile: ognuno è a suo modo un lavoro da massimo del punteggio (davvero impressionante anche in questo il balzo in avanti rispetto a Realms 'N' Reality).
Un po' più in basso -ma sempre nella fascia qualitativa medioalta- si colloca la collaborazione con gli Smif 'N' Wessun (Steele spadroneggia e ruba lo show), You've Been Warned e Stand Up (puro stile Nick Wiz, col classico delay+riverbero applicato al campione e la doppia cassa posta a inizio del loop) e, infine, I'm Tellin' You, che spezza un po' le atmosfere cupe del disco fornendo un tappeto sonoro coerente con lo storytelling da cacciafiga dei due. A voler fare il generoso, potrei inserire in questa categoria anche le cose che mi piacciono meno ma che restano comunque interessanti: Leakage (un po' fracassona) e On The Run (quel campione è già stato usato meglio), mentre mi hanno parecchio deluso i contributi di Ayatollah e Large Pro, che davvero non aggiungono nulla al disco e che rispetto ai rispettivi curriculum scivolano nel dimenticatoio come niente (e quasi è meglio così). Unica nota di colore: il patetico ammiccamento al club tramite la sinceramente orrenda Da Ruckus, che non solo succhia a tutto spiano da Da Rockwilder di Red & Meth (avendo lo stesso produttore sul disco, peraltro), ma che ben più gravemente pesta la metà di quello che vorrebbe e riesce a farsi ricordare solo come una formidabile cagata dove dei synth fiacchi ti implorano di ballare. Ma per piacere.
Avendo recensito Realms 'N' Reality poco tempo fa, ripetere le solite cose su quanto U.G. e Phantasm non siano dei fenomeni in termini tecnici e su quanto restino fondamentalmente dei coattoni in quanto a tematiche mi parrebbe ridondante. Grossi miglioramenti non ci sono stati, eccetto forse il fatto che Phantasm ha imparato a gestire meglio il suo stile e ad evitare di sovraccaricare cadenza e dizione. Mi piace però complimentarmi con il loro coraggio, dato che al di fuori di Large Pro e Khryst i due si sono scelti una serie di ospiti capaci di sbriciolarli persino leggendo il programma TV; e tutto sommato, questa differenza si sente ma non assorge a dimensioni di imbarazzo come invece è toccato e ancora tocca a diversi loro colleghi.
Detto questo, se i motivi per i quali il loro esordio venne trascurato dalla critica e dal pubblico mi sono chiari, il perchè pure questo sia caduto in una disgrazia ancora più nera è per me fonte di meraviglia. Non so, d'accordo che loro si lasciano sentire ma la faccenda muore lì, però intanto danno quel che basta per confezionare tre tracce da urlo, un altro po' di cose più che apprezzabili e -in ultima analisi- una sola sòla. Morale? Che cose come queste non fanno che cementare l'opinione che in diversi settori musicali, primo tra tutti l'hip hop, con gli anni "famoso" ha sempre più coinciso con "fiacco".





The Dwellas - The Last Shall Be First

giovedì 8 maggio 2008

CELLA DWELLAS - REALMS 'N' REALITY (Loud/ RCA, 1996)

Sono sicuro che chiunque di voi ha nella propria compagnia il personaggio col quale si può uscire di tanto in tanto ma con il quale non si vorrebbe mai passare insieme più di quattro ore. Oppure, ancora, il fissato: cioè colui che asciuga menando il torrone sul solito tema del quale si è fatto portavoce nonché cattedratico. Insomma, quando si ha a che fare con queste persone si prova prima un certo interesse, che però ad un certo punto si trasforma in sorrisi di circostanza ed infine in pura noia -cfr. coloro che parlano di università o lavoro, decisamente i peggiori.
Ecco: questo disco è così. Uscito nel '96 in seguito al discreto successo dei singoli Land Of The Lost e Good Dwellas, Realms 'N' Reality concentra in sedici pezzi tutto ciò di buono e cattivo che l'underground di allora aveva, il che, espresso in termini concisi, è sostanzialmente alcuni pezzoni da antologia affogati in una broda primordiale di roba "meh". Ciò è dovuto sia alla monotematicità dei beat (curati in gran parte da Nick Wiz aka l'uomo dai soli tre set di batterie) che agli MC stessi, che pur avendo voci e stili sufficentemente diversi tra loro, in sostanza sparano sempre le solite quattro palle senza grandi picchi di creatività.
Eppure, volendo ridurre l'ascolto da LP a EP, di materiale di qualità se ne trova: Advance To Boardwalk, Recognize 'N' Realize, Wussdaplan, Good Dwellas, Line 4 Line (forse il pezzo più noto) e Land Of The Lost sono le tracce che hanno senz'altro più ragione di esistere. Ciò che hanno in comune sono innanzitutto i set di batterie, appunto: sono serio quando dico che queste suonano tutte davero molto simili (es.: il rullante di Recognize 'N' Realize è esattamente lo stesso di Line 4 Line), e se questo non depone a favore di Nick Wiz da un lato, dall'altro comunque non guasta perchè in fondo suonano bene e fanno il loro porco dovere. Insomma, a meno di non voler essere molto fiscali, il difetto è soprassedibile; tanto più che comunque i campioni variano quel che basta per dare una certa connotazione molto cupa all'intero lavoro, pur risultando diversi nei suoni. Per fare un esempio, Recognize 'N' Realize ha un tiro piuttosto veloce e sfrutta più che egregiamente la celeberrima In The Rain dei Dramatics; per converso, Line 4 Line è estremamente essenziale (cosa sono, tre note di piano? Quattro?) ed è molto più hardcore; ancora, Wussdaplan si basa su una serie di bei campioni di jazz (tra cui una scala di piano decisamente piacevole interrotta da brevi assoli di sax), quasi a far da contraltare a Good Dwellas ed al suo campione di Les McCann. Insomma, sul versante musicale c'è quel che basta per rendere l'ascolto piacevole quantunque un po' monotono, persino all'interno della sopracitata selezione da EP. E per quel che riguarda l'emceeing?
Cominciamo col dire che U.G. e Phantasm non sono certo dei fulmini di guerra e che la loro creatività si limita solo ed esclusivamente a come rielaborare l'ennesima variazione sul tema della loro figaccionaggine (non fanno testo le solite hood tales sparse quà e là, perchè non ci costruiscono nulla attorno e nemmeno usano grandi immagini per renderne l'idea). Tuttavia, hanno un'alchimia molto efficace: U.G. è senz'altro il più tradizionalista dei due e bene fa ad interrompere gli excursus stilistici del suo socio Phantasm, contraddistinto da una voce parecchio bassa e da una metrica e da una dizione senz'altro particolari (e che alle volte sfociano nella caricatura di sè stessi, come ad esempio in Mystic Freestyle) che donano personalità al duo. Purtroppo, però, nessuno dei due possiede né un vocabolaro vasto, né una fervida immaginazione, né grandi doti strettamente tecniche (metafore, frasi ad effetto, rimone da farti dire WHOA! ...cose così). E così, al di là del fatto che i due non entreranno certamente nella storia del rap, queste lacune di per sè non esiziali vanno a gravare su un prodotto acusticamente -come già detto- ripetitivo. Risultato finale è che l'ascolto ininterrotto di tutte e 16 le tracce potrebbe trasfomarsi in un tour de force persino per lo scroto più allenato.
La parte buffa in tutto questo è che nessun pezzo, preso a sè, può essere definito "brutto". Molto semplicemente, anche su questo Realms 'N' Reality s'è abbattuta la sorte toccata a molti dischi usciti a quell'epoca: o diventavano -prima o poi- dei classici, oppure soccombevano sotto il peso degli anni pur essendo dei lavori come minimo discreti (da qui i "soli" tre zainetti, cfr. le considerazioni in merito fatte per Noyd). E così come avviene per le persone di cui al primo paragrafo, se prese in piccole dosi vanno bene; ma alla lunga stufano, ed è per questo che ci si esce solo in rare occasioni e comunque mai da soli. Alias, scaricatevi 'sto disco e sparpagliate strategicamente i pezzi che vi piacciono per le vostre varie compilation: solo in questo modo riuscirete a valorizzare i Cella Dwellas. A loro discolpa anticipo che il loro secondo disco è decisamente meglio, ma per più dettagli dovrete aspettare ancora un pochino...





Cella Dwellas - Realms 'N' Reality

VIDEO: GOOD DWELLAS