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lunedì 26 ottobre 2009

CHINO XL - I TOLD YOU SO (Metro Rec., 2001)

Volendo sempre restare nell'ambito degli MC da battaglia, e volendo evidenziare le differenze che passano tra uno scarso, uno bravo ed uno eccezionale, è ovvio -almeno per me- calare l'asso e nominare Chino XL. Ma non associandolo al suo primo album, peraltro già recensito, bensì allo semisconosciuto sequel: I Told You So. Uscito nel 2001 per la Metro Records in venticinque copie, stampate oltretutto nella maniera meno professionale possibile -artwork pacco, tracklist sballata, errori di masterizzazione che manco io facevo con Nero ed il mio 4X nel '98- inizialmente pareva che dovesse essere pubblicato dalla Warner col nome di Poison Pen nel '98, ma in seguito la solita industry rule #4080 è entrata in gioco e così abbiamo dovuto aspettare altri tre anni per poter nuovamente godere dell'abilità del tamarrone letterato di East Orange (in realtà trasferitosi già allora in California).
Vabeh, fatto sta: io all'epoca ero sì a conoscenza dell'esistenza di quest'opera, ma è stato solo per caso che riuscii a reperirne una copia in un microscopico negozietto di dischi a Zurigo, e per quanto la grafica mi lasciasse senza parole non ho avuto molti timori nel correre a casa per ascoltare questa sua tanto attesa seconda fatica (di cui già conoscevo What You Got, in quanto adoperata per una oscura colonna sonora). Fiducia pienamente ripagata? Mah, diciamo di sì: produzioni perlopiù di Nick Wiz, che avrà pure i suoi difetti ma a me è sempre piaciuto, qualche sconosciuto (Mixture... huh?) e persino J.Dilla -l'avreste mai detto?- si aggiungono a qualche ospitata sempre ben accetta (Kool G Rap e B-Real) e, soprattutto, a tanto Chino; beh per me questa combianzione di fattori equivale ad un ascolto bello gordo.
E difatti così è: analogamente al suo esordio, qui i momenti di genuina ilarità abbondano e soprattutto si mescolano magnificamente con il suo innegabile talento di MC, lasciando spesso l'ascoltatore a bocca aperta ed incredulo dopo aver sentito l'ennesima geniale smargiassata del Nostro. Le citazioni che uno potrebbe fare sono innumerevoli e possono andare dalla sparata pura e semplice ("I'm so rare, battlin Chino's like Africa/ Yeah, niggaz talk about it but they don't really wanna go there") al gioco di parole che non ti sarebbe mai venuto in mente ("menage-a-trois/ I dont want no men in shit, let's have a women-age-a-trois"), ma il loro denominatore comune è una innegabile creatività mescolata ad una intelligenza decisamente fuori dagli standard; come se ciò non bastasse, poi, vi sono alcuni pezzi dove il nostro lascia le briglie completamente libere alla metrica e così escono facilmente strofe come quelle di Nunca, alla cui fine vorresti avere davanti Chino in persona per inchinarti al suo cospetto. Insomma, s'è capito, no? Il nostro eroe è un MC con un microfono per sè ed uno per i suoi coglioni, ed il fatto che il suo stile e soprattutto le sue punchlines difficilmente invecchino, restando originali anche a distanza di quasi dieci anni, ne è la prova più lampante. Tuttavia, se questo è un suo indubitabile pregio, in I Told You So esso si trasforma paradossalmente nel suo maggiore difetto: infatti, egli si concentra esclusivamente sul "fattore WOW!" dimenticando completamente quegli episodi che avevano contribuito a rendere Here To Save You All un classico del genere: i pezzi autobiografici come It's All Bad o Who Am I, che certamente mostravano il suo talento anche come scrittore puro e semplice, ma soprattutto rendevano l'ascolto più variegato e completo, qui non sono pervenuti: e considerata la lunghezza dell'opera (quattordici tracce effettive), persino per un fan sfegatato di Derek Barbosa quale io sono il tutto risulta alla fin fine davvero troppo da digerire in un solo ascolto.
Ed in tal senso non aiuta purtroppo l'eccessiva omogeneità del sound di Nick Wiz: al di là infatti della sua fissa per i soliti tre o quattro drum kit che si porta appresso dal '95, il suo peculiare stile nel taglio dei campioni si trasforma sovente in una ripetizione della medesima formula che inevitabilmente comporta un forte senso di déjà vu -e questo nemmeno in considerazione della sua discografia precedente, ma anche all'interno dello stesso album! Esempio: What You Got, That Would Be Me, Last Laugh e Chino XL sono fondamentalmente variazioni su un unico tema che prevede batterie abbastanza veloci, un campione col delay che si conclude con due rintocchi finali sulla chiusura del loop e che vede una piccola variazione nel ritornello. Ora: a me questo stile piace e pur conoscendo molto bene il curriculum acustico di Wiz non viene nemmeno a noia, ma ad un altro? Alla luce di ciò, appare chiaro che la semplice strutturazione della tracklist non può quindi salvare I Told You So da un forte rischio di monotonia dovuto a questi fattori, e pertanto ci si chiede come mai ad esempio non s'abbia chiamato più gente al campionatore, in modo da conferire una maggiore varietà di atmosfere all'album. Nunca o Chianardo Di Caprio (gesù che titolo!), ad esempio, per il semplice fatto di essere più lente ed orchestrali portano una ventata di freschezza spropositata rispetto alla loro effettiva carica innovativa; eppure, vista l'aria che tira alla fine sembrano freshe ed imprevedibili manco ci fosse dietro El-P. Non parliamo poi dei contributi di Dilla: How It Goes e Don't Say A Word vedono Yancey indossare le vesti di un Diamond D ed il sound minimalista e cupo che portano con sè, piacevolmente reminescente della New York del '95, porta un po' di varietà anche se forse è troppo tardi.
Ma non capitemi male: ho voluto essere ipercritico in modo da sottolineare quel che oggettivamente non va in questo disco; tuttavia mi preme sottolineare che, con l'eccezione di Asshole, la prima strofa di Sorry (mica per altro, è che la fa un'incapace femminile di nome Shonta) e il jiggyness da du' lire di Be Here, I Told You So personalmente piace molto. Certo, non è l'album della mia vita e di fronte a Here To Save You All per certi versi impallidisce, ma il piacere nel sentire un MC straordinario su dei beat validi o ottimi per me è sempre motivo di gioia. Chianardo, Nunca, What You Got (di cui potete apprezzare anche il sobrio video), Last Laugh, I Told You So e le due di Dilla per me sono pezzoni e ancor'oggi non mi pento minimamente di aver acquistato quest'album. Volete dunque un consiglio? Dategli un ascolto, alla fin fine malgrado i suoi difetti merita.





Chino XL - I Told You So

VIDEO: WHAT YOU GOT

martedì 20 maggio 2008

CHINO XL - HERE TO SAVE YOU ALL (American, 1996)

Ai tempi in cui uscì Here To Save You All, le pubblicità su riviste come The Source o Rap Pages erano di due tipi: in una c'era semplicemente la foto di copertina di Chino coi chiodi nella pelle a mo' di Pinhead, e di fianco si poteva leggere una sua punchline tratta dal secondo singolo, No Complex: "My company is fucking me like Arsenio does Eddie Murphy", "I'll treat you like Bobby Brown and Whitney Houston's marriage: one big joke", oppure, ancora, "You're gellin' me more than niggaz at PMD shows be yellin' for E". Nell'altra versione, invece, su pagina intera si vedeva una foto di Chino in camicia sotto la pioggia con a fianco una trascrizione a mano di una canzone: il primo singolo, Kreep, una rielaborazione/semicover della celeberrima canzone dei Radiohead e quindi di ben altro tenore.
Una bella differenza, eh? E naturalmente non solo d'immagine ma soprattutto di contenuti. Ciò che difatti molti estimatori (e naturalmente i detrattori) di Chino sembrano scordare, è che Derek Barbosa non è mai stato solo un MC da battaglia. Nel suo esordio -e purtroppo solo in quello- si possono sentire diverse tracce ben più personali o comunque focalizzate su uno specifico argomento, come ad esempio It's All Bad, Partner To Swing, Ghetto Vampire oppure l'eccezionale What Am I. Tuttavia bisogna concedere che queste sono la minoranza, e che al più ciò che si ha tra le mani è un concentrato di tecnica, di humor nero, di riferimenti pop (nel senso più letterale e positivo del termine) e di profanità di vario genere. Forse sono state proprio quest'ultime ("The term Chino goes synonymous with corpses flipped/ But never celebrated like Hanukkah in Auschwitz", per esempio, non dev'essere stata apprezzata dai cosiddetti tall Israelis), assieme ad uno scarso investimento della American Records di Rick Rubin a decretare un successo di pubblico molto limitato, ma questo è ormai irrilevante. Quello che conta è che Here To Save You All è uno dei pochi punti di riferimento da prendere per chiunque desideri fare l'MC, in quanto Chino è semplicemente uno dei migliori del suo campo e senza dubbio capace di sbriciolare come e quando vuole il 95% dei suoi colleghi in attività. I motivi sono semplicissimi: è di indubbia intelligenza, dispone di un vocabolario e di una cultura generale impressionanti e, naturalmente, ha una completa padronanza di voce e tecnica al punto da potersela gestire come meglio gli pare.
Insomma, tanto per non farla troppo lunga, sul versante dell'emceeing il disco è letteralmente perfetto e davvero si può chiedere poco di più a Chino. Basti pensare che anche a distanza di 12 anni continuo ad ascoltarlo sapendo che ci sarà sempre qualche metafora, qualche gioco di parole, qualche rima incrociata sfuggitami all'ascolto precedente; e conoscendo bene il periodo in cui i testi vennero scritti -e dunque l'humus culturale che ha generato alcuni riferimenti- le sue uscite riescono ancora a farmi ridere e a farmi dire "come cazzo ci è arrivato a mettere insieme quelle due cose...".
In quanto ai beat, il discorso è un po' diverso. Fermo restando che avere Chino al microfono basta ampiamente a colmare le eventuali lacune sonore e a rendere ascoltabile qualsiasi traccia, non si può però negare che il divario tra la resa finale dei pezzi da 90 e quelli un po' più generici si fa sentire. Difatti, pur pescando a piene mani dai suoni più grezzi di metà anni '90 (Buckwild su tutti), il risultato di quel capolavoro che è Riiiot! è ben diverso dalla mediocre Waiting To Exhale; per di più, se nel primo caso il Nostro ha come sparring partner Ras Kass, che riesce a stargli dietro anche grazie a versi come "The day a nigga'll serve Ras is when faggots'll start straight-bashing", nel secondo la sua crew viene letteralmente relegata a ruolo di comprimari di terz'ordine. Oppure, per fare un altro esempio, Ghetto Vampire (coi suoi tre beat in uno) riesce a schiacciare Feeling Evil Again, Freestyle Rhymes e Many Different Ways in una botta sola- il che è un peccato, perchè significa che il talento di Barbosa è andato (quasi) sprecato su dei beat che sarebbero dovuti restare nello studio. Ma quando gli si da un qualcosa di adeguato... signori miei, tutti a casa. Oltre alle sopracitate Riiiot! e Ghetto Vampire, vanno senz'altro segnalate Rise (soprattutto per via della programmazione delle batterie, sorprendentemente avanti coi tempi), la melodica Kreep (nella quale Kutmasta Kurt stravolge In A Gadda Da Vida risultando originale diversi anni prima di Nas e Will I.Am), l'apparentemente leggera It's All Bad (Marvin Gaye fa miracoli) e il trio di pestoni genuinamente hardcore composto da Deliver, No Complex e Partner To Swing. Come si può quindi vedere, a conti fatti il risultato non è la somma delle parti ma poco ci manca; peccato solo che all'epoca uscissero bombe come Time's Up, Shook Ones o Broken Language, un fattore che non posso non tenere presente nel momento in cui mi trovo di fronte ad una pletora di basi generalmente buone ma purtroppo non all'altezza degli epigoni dell'epoca.
Ma, detto questo, Here To Save You All è la classica pietra miliare scomoda che a nessuno piace ricordare se non come un gingillo da ritirare fuori tanto per. Comprensibile: se lo si facesse, ci si renderebbe facilmente conto che buona parte degli artisti celebrati oggigiorno sono poco più che dei mestieranti di bassa levatura, e che persino figure tanto idolatrate come Lupe Fiasco non sono, forse, così eccezionali come si vorrebbe far credere.





Chino XL - Here To Save You All (senza le tracce vuote)

VIDEO: NO COMPLEX