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martedì 21 luglio 2009

ROB-O - RHYME PRO (Sound Of Dissent, 2006)

...e ogni tanto torno a sorridere. Nell'attesa che qualche altro MC di Detroit pubblichi un nuovo lavoro, e nell'attesa che il disco dei Slaughterhouse esca bene (tocchiamo ferro), alcune delle maggiori soddisfazioni avute quest'anno mi sono state regalate da raccolte. Dai Mobb Deep a Godfather Don, negli ultimi tre-quattro annisono in molti ad aver vista pubblicata un'antologia di inediti o b-side; evidentemente non sono l'unico a pensare che il rap contemporaneo troppo spesso scada nello squallore più bieco, e così per lo yin della cacate propinate (vero, Kurious?) c'è sempre uno yang di ficate che in altri avrebbero corso il rischio di restare solamente una fantasia proibita di noialtri aficionados.
Ebbene, quando ho visto Rhyme Pro in vendita ad una cifra irrisoria potete ben immaginare che praticamente ho devastato il mouse a furor di clikkate sul link "Buy now" e, cristo, bene feci! Perchè se, com'era prevedibile, qui non si trova materiale nuovo, il bello è che ci viene regalata una prospettiva sul lavoro dell'ex membro degli InI derivato predominantemente dall'epoca '96-2001; il che si concretizza poi in pezzi prodotti predominantemente da Pete Rock e Spunk Bigga i quali, pur non godendo di note esplicative da parte degli autori della raccolta (peccato, in casi come questo ci starebbe), hanno tutti il pregio di aver goduto di un mixaggio quantomeno decoroso.
E questo è ovviamente essenziale: innanzitutto perchè Pete Rock e le sue quattro tracce possono così essere apprezzate in tutta la loro bellezza (parentesi: su una ci sono pure i De La, roba da acquolina in bocca) ed in tutta la classe che il Chocolate Boy Wonder ha sempre saputo mostrare nelle sue produzioni più orientate al jazz. Stay Away, Mention Me e So Many Rappers sono delle chicche degne di essere messe sullo stesso livello di quel capolavoro che è Center Of Attention e, per quanto decisamente inusuale, Superspectacular è nel suo jigginess un gradito cambio di atmosfera. Ma attenzione: ho scritto di quattro tracce solamente perchè Wunderlust, alias Microphonist Wanderlust, è accreditata come opera di Grap Luva -non chiedetemi perchè- quando in verità si sa che è di Pietrino Roccia come del resto si evince dall'album degli InI. Stesso discorso va fatto per Don't You Love It, erroneamente attribuita a Spunk Bigga. Inesattezze di poco conto ma che volevo sottolineare.
Ciò detto, comunque anche quando sono effettivamente altri a produrre i beat la qualità c'è e si sente: Rhyme Tighter riprende il sempre bellissimo campione di A Good Man Is Gone (quello di Next Time dei Gangstarr, per intenderci) dandogli nuova vita, così come The Life I Live Pt.II rivitalizza il sample usato per Lyin' King di Nine. Più avanti nel disco, invece, un giro d'arpa su batterie più "spezzate" della media dà vita all'ottima Murderville, andando così a creare un'atmosfera rarefatta ideale per le acrobazie verbali e la caratura contenutistica del Nostro; verso la fine, invece, World Premier riprende Smokey Joe The Dreamer e pur non riuscendo a diventare una nuova Metal Thangz fa comunque la sua porca figura. Uniche note dissonanti sono da un lato l'ennesimo utilizzo di Who Is He And What He Means To You nella versione di Bill Withers, che francamente risulta un po' tanto scontato sia come utilizzo che come scelta di per sè, e dall'altro il fiacco remix di The Magnificent a cura dei solitamente validi Cookin' Soul. Complessivamente, quindi, fatta salva una non enorme originalità nella scelta dei campioni (amen) si può notare come i beat di Rhyme Pro abbiano tutte le carte in regola per essere lodati.
Liricmente, invece, che dire? Nella recensione di Center Of Attention avevo qualificato Rob-O come semplicemente "OK" o, più correttamente, "competente". In Rhyme Pro invece devo rivedere il mio giudizio in positivo: non che si sia trasformato in un mangiamicrofoni, però in diversi pezzi si dimostra capace di tirare fuori dal cappello metriche ben più complesse di quanto avesse fatto in precedenza. Ciò si nota soprattutto in World Premier, Murderville e Stay Away, dove riesce a tener testa ai De La manifestando una confidenza con carta e penna finora insospettata. Ed in fondo, pur essendo un MC genericamente definibile come "preso bene" e dunque non granchè dotato di luce propria, la sua scrittura e la sua tecnica reggono bene per tutta la durata del disco, grazie anche ad una bella voce ed un flow perfetto per il genere di atmosfere qui proposte.
Conclusione? Facile: se siete amanti del rap nuoirchese della seconda metà degli anni '90 questo Rhyme Pro è un ascolto ed un acquisto obbligato. Se invece non lo doveste essere, beh, cambiate genere perchè evidentemente non ci beccate un cazzo. Niente voto perchè, come al solito, non reputo corretto valutare raccolte fatte ex post; per i più fiscali tra voi, comunque, sarebbe un quattro tondo tondo.

Rob-O - Rhyme Pro

venerdì 11 gennaio 2008

PETE ROCK - HIP HOP UNDERGROUND SOUL CLASSICS (BBE, 2003)

Ieri sera sono rientrato a casa dopo essermi scofanato circa quattro Slalom medie e, benché non avessi mal di testa, stamattina ero (sono) egregiamente rintronato. Al momento di scegliere cosa ascoltare sulla via pel lavoro, ho avuto praticamente un'illuminazione: il disco degli InI. Perchè? Perchè è un disco dalle atmosfere generalmente rilassate ma che comunque non ricade nella categoria *YAWN* come invece spesso avviene oggigiorno. “Grazie al cazzo”, dirà qualcuno: è Pete Rock, mica 9th Wonder o, peggio ancora, un emulo di 9th Wonder, e a conti fatti non potrei che dargli ragione. Tuttavia, prima di liquidare così frettolosamente la faccenda, mi preme sottolineare che questa è senz'altro la sua opera meglio riuscita dai tempi del suo esordio con CL Smooth (forse anche migliore), ed il fatto che sia uscito con sette-otto anni di ritardo rispetto a quanto previsto è una cosa che grida vendetta al cielo, perchè qui si può tranquillamente parlare di “classico mancato”.
Il gruppo era composto da quattro elementi: il sopracitato Pete Rock, suo fratello Grap Luva, Rob-O e Rass (che francamente faccio fatica ad identificare), e benchè gli MC non siano certamente dei pesi massimi questi si accompagnano molto bene ai beat di Pietrino Roccia (anzi, direi che la loro funzione sia quasi parificabile a quella di strumenti veri e propri), essendo lui il vero catalizzatore dell'intera opera. Difatti, Rock ci regala una serie di produzioni impeccabili, che possono passare da brevi loop di piano ai celebri campioni di tromba che da sempre caratterizzano i suoi lavori, e che per quanto abbiano un denominatore comune (atmosfere jazz) riescono comunque a distinguersi marcatamente l'una dall'altra -complice anche l'ottimo lavoro di basso e batterie. Un'opera letteralmente perfetta, quindi, degna di finire nel pantheon delle migliori uscite degli anni '90.
Altro discorso invece per la collaborazione con Deda: Baby Pa, questo il nome del disco, merita di restare nel sottobosco di quegli anni in quanto definibile al più come mediocre. Il problema non sta tanto in Pete Rock, che comunque non stupisce ed anzi tende a suonare ripetitivo (ma con qualche momento di lucidità, cfr. Blah Uno o Markd4Death), bensì nell'MC stesso. Deda sfonda le porte della mediocrità in quanto a scrittura, ha uno stile assolutamente generico ed un flow raccapricciante, ma soprattutto fa a pugni con i beat. Per dirla con Cecco Il Nipote Del Fornaio, Deda è la sintesi della dishgrazia, l'apoteosi della shchifezza. Definire quindi il connubio tra Rock e Deda “cacofonia” sarebbe fargli un complimento, ed è per questo che gli zainetti complessivi possono essere solamente quattro: Center Of Attention se ne merita senz'altro cinque, ma The Original Baby Pa arriva a due SOLO perchè il lavoro al campionatore denota almeno competenza.
Il mio consiglio è comunque di reperire il disco non appena vi si dovesse presentare l'occasione, prima che diventi introvabile; costa come un CD solo ma ne contiene due, e poco importa se Baby Pa lo ascolterete giusto una o due volte: il resto è da antologia.
Come bonus aggiungo la raccolta dei campioni originali usati da Pietrino Roccia per comporre i beat di Center Of Attention, così vi potrete pure fare un'idea del lavoro che vi sta dietro.





InI - Center Of Attention
Deda - The Original Baby Pa
Ini - Original Samples