
Originario del Massachussetts (Lawrence, per la precisione), nel '94 aveva preparato un breve album di dieci tracce che avrebbe dovuto essere distribuito dalla Mercury; tuttavia, in quell'anno l'etichetta stava passando un brutto momento finanziario e così Criminal riuscì a vedere la luce solo sotto l'egida della sconosciuta Definite -e per giunta solo in vinile. Inutile dire che del Nostro mai più si seppe alcunché, eccetto che morì in circostanze misteriose due anni dopo; a lungo conservato negli hard disk degli appassionati, però, Criminal negli anni divenne una sorta di testamento dell'autore e che in quanto tale fece rimpiangere parecchio la sua dipartita. Non solo perchè lui si dimostra competente al microfono -ammettiamolo, non era l'unico- ma soprattutto perchè al campionatore si alternano alcuni pesi massimi dell'epoca (RZA, Buckwild, Diamond D -quest'ultimo anche al microfono con la stessa strofa che sentiremo in 5 Fingers Of Death) che, una volta affiancati al lavoro di gente meno conosciuta ma ugualmente capace di sfornare vere e peroprie perle (Vinyl Reanimators, EdO.G e Scientifik stesso), trasforma un album interessante in una sorta di bignamino del suono dell'epoca.
Infatti, contrariamente a quanto avverrà per un suo concittadino quattordici anni dopo, l'avere certi nomi si concretizza in un lavoro la cui qualità è certamente all'altezza delle aspettative. Trombe riverberate, hihats filtrati al punto che quasi paiono fischi, bassi corposi e che quasi inglobano le batterie: quello che cercate del suono nuiorchese del '94 qua lo trovate. E per quanto strano possa sembrare, i lavori migliori non li svolgono né Diamond, nè Buckwild, né RZA, bensì EdO.G (Lawtown e Criminal aprono e chiudono l'album in modo impeccabile) e i Vinyl Reanimators (Jungles Of Da East è "già" un classico); sono loro infatti a firmare i beat più freschi dell'album e a collocarlo correttamente nell'alveo delle gemme del '94. Gli altri, invece, regalano produzioni indubbiamente ben fatte (I Got Planz o Fallen Star meritano parecchio, per dire) ma che sembrano un po' datate se paragonate ad altri loro lavori contemporanei: fanno più parte del sound pre-93, per intenderci, almeno sotto l'aspetto della ritmica (e vedere RZA accreditato come Prince Rakeem non può che confermare questa mia impressione). La mia ipotesi è che, visti i tempi di lavorazione medi per un album e visto il budget non elevatissimo a cui il Nostro poteva attingere, Scientifik abbia da un lato fatto richiesta di basi ben prima del '94, e dall'altro abbia puntato più sulla quantità che su altro in modo da poter far breccia nel mercato discografico nuiorchese. E non capitemi male: puntare sulla quantità anziché sulla qualità di un Buckwild dell'epoca non significa propinare schifezze, ma solo decidere di non entrare nella storia.
Ciò detto, e fermo restando il paradosso temporale, i beat non rappresentano un problema, tutt'altro: anzi, mi viene da dire che sono loro a rendere speciale l'album. Lo dico anche con un certa tristezza, ma l'è inscì: chiunque abbia memoria di quegli anni deve ammettere che se avesse sentito Scientifik al microfono non ne sarebbe rimasto un granché impressionato (se non per la sua estrema violenza, al massimo). Il Nostro era difatti competente e dotato di una buona voce, ma la cosa si ferma lì; e questo si può notare sia nell'aspetto tecnico, dove non ci sono particolari estri di sorta (sta a tempo e bona lé), sia per quel che riguarda la scrittura -metafore inesistenti, narrazione molto schematica e quasi giornalistica. Per di più, i contenuti sono abbastanza scontati e l'unica cosa che li rende interessanti -e non lo dico con ironia- è la stupefacente quantità di viulenza e odio che il Nostro riesce ad incanalare verso chi gli sta sulle palle. In questa categoria rientrano a pieno titolo gli sbirri, i finti gangsta, i poser di vario genere e le solite hoes; sentir Scientifik lanciarsi in filippiche contro gli uni e gli altri è genuinamente appassionante, perchè sembra proprio che prima di scrivere un testo gli sia salito l'embolo e che perciò sia entrato in modalità berserker. Daje!
Comunque sia, questa convinzione è senz'altro apprezzabile e davvero aiuta l'ascoltatore a passare da un aspetto della strìt làif all'altro senza annoiarsi; e d'altronde con certi beat non si può sbagliare. Ergo, Criminal è un gran pezzo d'album al quale non do quattro zainetti e mezzo solo perchè so scindere l'aspetto nostalgico da quello più oggettivamente critico. Impossibile immaginare quale sarebbe potuto essere il futuro del Nostro (ma non credo un granché, onestamente), di sicuro quest'album è una sorta di pietra miliare all'interno del mondo dei "shelved projects" nonché un gran bel disco tout court.

Scientifik - Criminal