
E se Blu nel tempo l'ho rivalutato grazie soprattutto a dischi come Johnson&Jonson (anche se non capirò mai chi lo idolatra), Exile per me aveva dato una prova talmente negativa da privarmi di qualsiasi voglia di ascoltarlo una seconda volta. Questo almeno fino all'uscita di Boy Meets World, da lui interamente prodotto, del quale lessi talmente bene che non potei esimermi dal dargli una chance. E devo dire che, pur essendomici avvicinato con grande sospetto, specialmente dopo i paragoni fatti da molti con il Nas di Illmatic (ma per favore!), alla fine ho trovato un disco notevole specialmente dal punto di vista dell'emceeing.
'Shawn è difatti l'indiscussa star dell'opera: a soli vent'anni dimostra una scrittura veramente ottima combinata ad una versatilità tematica del tutto fuori dalla norma, e se a questi due pregi aggiungiamo una buona tecnica ed uno stile pulito -anche se non proprio personale- dobbiamo giungere alla conclusione che il Nostro è nettamente superiore alla media. Nettamente. Infatti, se Boy Meets World risulta essere un disco da quattro zainetti è grazie alla capacità del suo autore di strutturare un'opera coerente, con una visione artistica ben definita in cui non c'è bisogno di sforzi da parte dell'ascoltatore per provare empatia nei suoi confronti; in più, i diversi approcci sostanziali (autobiografia, storytelling, polemica ecc.) e formali (serietà, ironia, arroganza) le conferiscono ulteriori sfaccettature cosicché è praticamente impossibile provare noia o disinteresse per quello che il Nostro ci sta raccontando. Ad esempio, i diversi aspetti della sua vita vengono riassunti nel singolo Life As A Shorty, in cui mostra anche un certo humor che la distingue dalla classica storia triste di natale, ma vengono poi esplorati nelle diverse sfumature in altre tracce: nella seria The Ecology dipinge un quadro a tinte fosche del contesto sociale in cui è cresciuto, in Samsonite Man vira più verso il faceto descrivendo gli aspetti più allegri dell'essere un rapper (anche se non ho mai capito il fascino per le canzoni che parlano del viaggiare), mentre in Stars o Father decide di aprirsi in una sorta d'introspezione affermativa riuscendo, specie nella seconda, a risultare interessante anche se il tema trattato -Dyo- non è proprio dei più accattivanti.
A conti fatti, Fashawn compie pochi errori dal punto di vista lirico: anzi, direi che questi avvengono solo quando scade nella drammatica banalità di Lupita (nota ai rapper: gli storytelling degli approcci alle fighe non sono interessanti) oppure quando si lancia in orrendi esperimenti à là Kid Cudi, come nella seconda parte di Boy Meets World, francamente ignobile. Per il resto si dimostra abile anche nel rap cazzarone -vedi le ottime Intro, Freedom e Our Way- e se vi sono episodi secondo me infelici oltre a quelli precedentemente citati, preferisco ascriverli a gusti personali che non a mancanze oggettive (ad esempio, non sopporto il tono da uomo di mondo usato in Why).
Dal punto di vista dei beat le cose sono invece meno rosee, nel senso che se da un lato Exile risulta essere migliorato rispetto al 2006, dimostrandosi capace di centrare il segno più di una volta grazie magari ad una buona scelta del campione o ad una valida struttura della canzone, dall'altro continua a difettare di personalità e mordente. A voler essere onesti, questo è un po' il difetto di tanti che s'ispirano alla seconda golden age e che rispetto ai cloni di Premier non possono nemmeno agganciarsi all'efficacia del pestone; però Exile in particolare si diletta un po' troppo con chitarre o loop amelodici che alla fine lasciano il tempo che trovano. In più, va detto, anche quando ha buone idee e dimostra una certa varietà nella programmazione delle batterie, il suono di queste risulta essere sempre un po' moscietto. Prendete ad esempio Freedom o Our Way: belli i campioni, ben pensate le batterie e tutto quel che volete, ma alla fine non picchiano come dovrebbero -e come metro di paragone non scomodo neanche un Large Professor, perchè mi bastano un DJ Spinna o un Hi-Tek, che pur producendo perlopiù beat d'atmosfera sanno all'occorrenza far suonare casse e bassi in maniera da far venir giù woofer e midrange.
Tuttavia, come dicevo, per ogni Lupita, Sunny CA o Why ci sono beat che pur non facendo gridare al miracolo si fondo eccellentemente con lo stile di Fash: la breve ed allegra scala di piano di Hey Young World riesce ad omaggiare in modo efficace sia l'omonimo pezzo di Slick Rick che The World Is Yours di Nas, e non è poco; gli arpeggi di Stars forniscono invece un tappeto sonoro perfetto per il tipo di testo, ed alla fine il campione vocale anni '50 conferisce un tocco d'eleganza e d'atmosfera molto gradevole; e Father, pur scadendo un po' nella scelta del sample del ritornello, tutto sommato si rifà nelle strofe usando -dopo tanto tempo- il riverbero ed il delay su singole note di piano elettrico. E comunque oltre a queste ci sono naturalmente altre basi aventi un loro perchè -Samsonite Man, When She Calls, Life As A Shorty solo per citarne tre- ma sovente, devo dire, a queste manca quel qualcosa in più per renderle davvero degne di note. Ecco, Exile al suo meglio sa creare dei mood coerenti con il tema di turno della canzone; il più delle volte invece si limita a fare lo stretto necessario e ad uscirne senza infamia e senza lode, il che a delle orecchie allenate alla lunga può francamente stufare.
Ma come dicevo il vero protagonista è Fashawn, che grazie alla sua bravura riesce a far scordare un comparto sonoro non particolarmente solido, ed alla fine il suo risulta essere il miglior debutto del 2009 subito dopo Finale e i Diamond District. Certo, sarebbe stato bello dare i beat di quest'ultimo a 'Shawn, e lì avremmo avuto il quarto album da quattro e mezzo dell'anno appena passato, ma non si può avere tutto...

Fashawn - Boy Meets World (mi son scordato di rippare la mia copia, vi giro quella che avevo scaricato da nonricordodove prima di comprarlo)
VIDEO: LIFE AS A SHORTY