Sì uhm... stamattina, ecco sì, stamattina mi sarebbe piaciuto recensire il disco di Double A.B. aka il Cam'Ron dell'underground ma purtroppo prima me lo dovrei comprare e quindi per ora non se ne fa niente. Fortunatamente, con quel minimo di lucidità rimastami dopo un aperitivo abbastanza impegnativo, mi son ricordato di avere un dischetto fatto diversi anni fa e che mi consentirà di non spendere troppo tempo in recensioni e cazzimazzi vari. Il suddetto disco è una combo tra lo Speakin' Real Words EP di 7L & Esoteric ed alcuni loro singoli o apparizioni in varia forma che feci in seguito alla pubblicazione del 12" di Operating Correctly b/w Mic Mastery (infatti cover e retro sono scansiti paro paro dal vinile). Perchè feci ciò? Ma perchè all'epoca ero infiammato per il duo bostoniano e seguivo ogni loro pubblicazione, spendendo peraltro cospicue somme in singoli, compilation e amenità varie tra cui lunghe sessioni notturne via 56k su Napster. Peraltro ricordo anche di aver masterizzato a suo tempo un po' di copie di questo bootleg (complete di grafica e tutto) e di averle lasciate al Time Out di via De Amicis, per cui può darsi che qualcuno le abbia ancora... In ogni caso, amarcord a parte, non posso non notare come i due siano decisamente migliorati e come i miei gusti dell'epoca fossero davvero acerbi. Ciò detto, beccatevi la tracklist:
01. Speaking Real Words feat. Inspectah Deck 02. Bound To Slay 03. Def Rhymes 04. Essays On Esoterrorism 05. Headswell feat. Virtuoso 06. Learn From The Druid 07. Be Alert feat. Beyonder & Virtuoso 08. Hell When I Come Thru 09. State Of The Art feat. Akrobatik & The Skitzofreniks 10. Operating Correctly feat. Mr. Lif 11. War Ensemble feat. Army Of The Pharaohs 12. Mic Mastery 13. Touch The Mic feat. Virtuoso 14. Protocol 15. 5 Perfect Exertions RMX feat. Army Of The Pharaohs 16. Strontium 90 feat. Karma (che avevo accreditato come Nabo Rawk ma che non c'entra una sega) 17. Protocol RMX 18. Secret Wars feat. Karma (idem come sopra) 19. Death March feat. Jedi Mind Tricks & Virtuoso 20. Orion's Belt feat. Mr. lif & Virtuoso
Lo ammetto: è mezz'ora che fisso lo schermo senza sapere da dove cominciare la recensione. C'è qualcosa che mi gira per la testa, sì, ma non riesco a strutturare bene il pensiero... ci provo: nella precedente recensione avevo scritto che il 2001 è stato una delle annate più nefaste che la storia del rap ricordi. La lista di cazzatone col fischio e col botto uscite quell'anno non aveva precedenti e d'altro canto anche sul versante dell'undergound poco s'era mosso. Tuttavia, reputo che tutta quell'ondata di bruttura sia stata pivotale per lo sviluppo praticamente in parallelo delle due forme di musica che oggi tutti ben conosciamo; è stata, direi, la goccia che ha fatto traboccare il vaso e che ha spinto da un lato ad un totale livellamento qualitativo-cerebrale di ciò che si passa per radio, e dall'altro ha portato ad una crisi di rigetto da parte degli estimatori i quali, au contraire, si sono vieppiù spinti ad un richiamo alla seconda golden era (cfr. Little Brother) oppure hanno spinto su pedali di graduale innovazione (Stones Throw, Dilla). Discorso a parte meriterebbero fenomeni di forte personalizzazione, come ad esempio El-P e la Def Jux tutta, ma non essendo un musicologo preferisco che sia qualcun altro ad occuparsene. 7L & Esoteric rientrano senza dubbio nella prima categoria da me citata, e cioè quella del richiamo al boombap nuiorchese più classico; album dopo album, singolo dopo singolo i Nostri eroi hanno prodotto materiale per sua natura destinato ai delusi del mainstream e, almeno fino alla svolta da Kool Keith de noantri di New Dope, ogni qualvolta leggevi i loro nomi dietro al titolo di una canzone sapevi cosa aspettarti e casomai t'interessava scoprire come fossero riusciti a riadattare per la millesima volta una formula così chiara ed essenziale. Dangerous Connection, uscito a solo un anno di distanza dal precedente The Soul Purpose, aveva destato in me esattamente questo tipo di aspettativa mista ad un pizzico di terrore che potessero essersi eccessivamente fossilizzati sullo stile "pestone + battlerap". Il che naturalmente non mi aveva fermato dall'entusiasmarmi di fronte al singolo Watch Me, che riuniva poche note di piano ad un beat piuttosto veloce, mescolandolo poi a tre strofe di un Eso in ottima forma. Ancora oggi reputo questa canzone una delle loro migliori produzioni, per quanto manierista la si possa definire. Pure, non saprei se avrei più apprezzato un intero album di pezzi simili, e fortunatamente non ho avuto problemi nel dover dare una risposta. Difatti, se da un lato 7L ha preso in mano il grosso delle produzioni con -anticipo- ottimi riusltati, dall'altro Esoteric ha proseguito la sua evoluzione contenutistica dando più sfumature a questi tredici pezzi di quanto non fosse lecito aspettarsi. E proprio questo è ciò che rende Dangerous Connection il loro miglior album. Fermo restando che lo stile è sempre quello (fortemente ispirato a G Rap) ed anche i difetti rimangono tali (la dizione lascia a desiderare), sul piano strettamente comunicativo il menù si è fatto più vario: certamente si trovano i classici pezzi da battaglia -Warning, Speak Now, What I Mean, Watch Me- ma ad essi si aggiungono un paio di tocchi d'inventiva. Ne è esempio Word Association, che, come si può evincere dal titolo, è una serie di botta e risposta fondato sul giochino della libera associazione; più evolute sono poi Stalker (anche qui il titolo è autoesplicativo), Rest In Peace (una sorta di storytelling/critica al mercato discografico narrato dal punto di vista di un rapper morto) oppure l'ormai celebre Terrorist's Cell, che racconta l'11 settembre dalla prospettiva di uno dei terroristi partiti dal Logan alla volta di New York. In seguito la visione politica dell'evento e di ciò che lo seguirà si farà sempre più evidente, ma per ora Eso preferisce limitarsi ad una narrativa asciutta il cui unico difetto è, forse, il piglio eccessivamente distaccato. Per concludere infine la parte relativa all'emceeing, oltre a non aver molto da rimproverare al buon ES, vorrei spendere due parole sui featuring: pochi e concentrati in tre pezzi, il loro apporto non è fondamentale ma nemmeno dispiace. E di fianco a performance nella norma dei rispettivi talenti (nota di colore per l'incipit di Vinnie Paz: "I'm Jesus"... vabbè), chi svetta è senz'altro Apathy e la sua strofa in Speak Now. Per carità, la storiella che racconta puzza così tanto di X-Files che vien voglia di grattarsi scaramanticamente le pelotas per schivare le ondate di sfiga che questa emana, ma in quanto a tecnica e rime è una delle cose più FICHE che abbia sentito negli ultimi anni. In du' parole, suona da dio e sommerge di merda le prestazioni di Eso e Vinnie. Detto questo resterebbero i beat. Ora, non voglio farla tanto lunga perchè la minestra la si conosce: pestoni ispirati a premier, campioni tagliati eccetera eccetera. Nulla di nuovo sotto al sole. Pure, 7L dimostra un ottimo gusto per ciò che riguarda la scelta dei loop, conferendo così a delle strutture basilari delle melodie sorprendentemente piacevoli da ascoltare. Descriverle singolarmente non avrebbe molto senso, per cui vi invito a provare il tutto in prima persona in modo tale che possiate rendervi conto che malgrado si percorra avanti e indietro sempre lo stesso filone/sottogenere, riesce ad esservi una discreta varietà e, di conseguenza, una relativa longevità. Di certo Dangerous Connection non sarà l'album che farà cambiare idea a chi il rap lo odia, nè grazie ad esso verranno rovesciati secoli di studio musicalke. ma in fondo credo che l'unico interesse di 7L & Eso fosse quello di creare un disco solido, rivolto agli appassionati e che superasse qualitativamente il loro LP d'esordio. Beh, ci sono riusciti.
Tra le tante cose negative che il declino mediatico di New York (intesa quale capitale del rap) ha portato con sè, qualche nota positiva la si può trovare: ad esempio, ha permesso che altre città o aree della costa atlantica riuscissero a ricevere un'attenzione fino ad allora negata e dunque a riscuotere un successo sufficente per poter continuare a produrre musica. Basti pensare alla Carolina del nord (Justus League), a Detroit (Slum Village e dilliani vari) e alla città che al momento più ci interessa: Boston. Fino al 2000 circa, la capitale del Massachussets aveva giocato un ruolo del tutto marginale per quel che riguarda l'hip hop, limitandosi perlopiù a far nascere persone (Guru) o prodotti (The Source) che però per svilupparsi avevano dovuto trasferirsi a New York; altre figure, come EdO.G. o gli Almighty RSO, dopo aver vissuto un breve momento di popolarità, erano scomparsi dalla vista. Tuttavia, con la fine del millennio comincio ad esservii una sorta di rinascimento del movimento musicale bostoniano, capeggiato all'epoca da Mr. Lif, Akrobatik, Virtuoso, i Kreators, Reks e il duo composto dal DJ/produttore 7L e l'MC Esoteric. Si può senz'altro dire che The Soul Purpose, benchè del tutto ignorato dal mainstream, era atteso a braccia aperte da tutti coloro che avevano seguito lo sviluppo dei due fin dalla pubblicazione dei primi lavori sotto il nome di God Complex (assieme a un terzo, Karma, poi divenuto grafico per la Landspeed a tempo pieno) per la Brick Records; a far crescere gli appetiti ci avevano poi pensato un paio di singoli e l'EP Speaking Real Words, uscito un paio di anni prima e in tutto e per tutto decisamente promettente. Inutile dire che io ero tra i suddetti fan e difatti, quando comprai questo album nell'estate 2001, mi fiondai immediatamente sullo stereo dell'amico che allora mi ospitava e lo monopolizzai letteralmente per diverse ore. Quello che mi era sempre piaciuto del duo era l'approccio "no-nonsense", fatto da puro battle rap e basi essenziali, cosa che per mia fortuna trovai abbondantemente sparso per i quasi 65 minuti di durata del disco (poi i miei gusti sarebbero mutati, ma questa è un'altra storia). Il pezzo d'apertura, Verbal Assault, oltre ad usare un cut ovvio da Tru Master rappresenta la quintessenza del loro stile di allora: su un semplice beat fatto da basso, batteria ed un campione pitchato di due note di piano piano, Esoteric si lascia andare ad una pura e semplice dimostrazione di stile, nel quale il peso di G Rap come fonte d'ispirazione si fa pesantemente sentire: "Check the rap cat spit the fat shit to mack dips/ While you pack clips and bag bricks to stack chips/ I only smack dicks if they act slick/ And only jack whips if they model flagships". Forse non originale? Certo, ma suona comunque dannatamente bene, e gli scratch di 7L danno quel tocco in più che proietta il pezzo tra le cose migliori mai prodotte dal duo. Più funkettona e leggera è Terror To You Ear, la quale però viene subito annichilita dall'eccezionale collabo -nonché primo singolo- con Mr. Lif: Operating Correctly. Il tiro è parecchio veloce, il loop di piano è sottolineato da delle entrate di bassi pompate manco fosse drum 'n' bass e, soprattutto, dalla bella alternanza che si sviluppa tra Eso e Lif (qui in modalità puramente battagliera)... imperdibile. Per trovare un pezzo ugualmente potente non si può far altro che saltare un paio di tracce e giungere ad un'altra collabo, Public Execution (con Reks e un Apathy al pieno della sua forma), oppure alla riunione con Karma in Rep The Hardest (il quale risulta però palesemente inferiore a ES)- in ambedue i casi si tratta nuovamente di mere manifestazioni di stile ma, nuovamente, non posso ignorare quanto alla fine suonino bene, per cui pace. Tuttavia, ci sono altri casi dove le semplici rime non bastano ad elevare il pezzo (Play It Cool, Guest List o la sopracitata Terror To Your Ear), ed è qui che Eso comincia a muovere i primi passi di un'evoluzione che si sarebbe fatta vieppiù marcata disco dopo disco: tracce concettuali alternate a storytelling o, più prosaicamente, contenuti. Ad esempio, First Letter è sì un pezzo da battaglia, ma il fatto è che si sviluppa come un lungo e complesso acronimo: prendete la prima lettera di ogni parola e alla fine vi troverete con in mano una frase (che spoilero immediatamente: "You suck crab/ Stop inflicting pain on brains with YGB/ UR wack attempts at ripping microphones/ Don't ever fuck with Eso kid"). Meno astrusa è invece My Rhyme, un evidente quanto breve omaggio vivente all'old school '85-'86 (con tanto di adlib riverberati) che però, in tutta onestà, riesce a risultare tanto curioso ai primi ascolti quanto inutile dopo il terzo giro; la didascalicamente intitolata Think Back è un becchindedèis piacevole quanto basta e sul quale non c'è molto più da aggiungere; infine, Jealous Over Nothing è una storiella che in tutta la sua farloccaggine (sì, insomma, lui farebbe ingelosire di proposito la sua tipa...) contribuisce comunque a dare un tono di varietà al tutto. Ora, prima accennavo al fatto che i miei gusti nel tempo sono cambiati. Di conseguenza, anche The Soul Purpose non può piacermi come mi piacque sette anni fa, sia perchè nel frattempo Eso ha dimostrato una sensibile maturazione da ogni punto di vista, superando le prestazioni di questo disco di parecchie spanne, ma soprattutto perchè oramai avere un intero disco fatto di battle raps non riesce ad eccitarmi a meno che non si tratti di qualcosa di davvero impressionante (I Told You So di Chino XL è un esempio abbastanza valido). D'altro canto, nemmeno posso ignorare che, nel suo genere, l'album contenga delle chicche assolutamente degne di nota: di fianco a Verbal Assault, Operating Correctly, Public Execution e Rep The Hardest si vanno a collocare anche You Know The Concept, Mic Mastery e State Of The Art -e questo in buona parte grazie alle ottime basi fornite in maggioranza da 7L e dai Vinyl Reanimators. Insomma, per farla breve, The Soul Purpose è un esordio perfettamente in linea con quanto c'era da aspettarsi all'epoca dal duo. Grosse pecche non ce ne sono (fuorché l'assenza di originalità o personalità che dir si voglia), ma è sicuramente un prodotto destinato alla lunga ad un ascolto "superficiale" e pertanto non degno di ricevere 4 zainetti.
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