Tra le tante cose negative che il declino mediatico di New York (intesa quale capitale del rap) ha portato con sè, qualche nota positiva la si può trovare: ad esempio, ha permesso che altre città o aree della costa atlantica riuscissero a ricevere un'attenzione fino ad allora negata e dunque a riscuotere un successo sufficente per poter continuare a produrre musica. Basti pensare alla Carolina del nord (Justus League), a Detroit (Slum Village e dilliani vari) e alla città che al momento più ci interessa: Boston. Fino al 2000 circa, la capitale del Massachussets aveva giocato un ruolo del tutto marginale per quel che riguarda l'hip hop, limitandosi perlopiù a far nascere persone (Guru) o prodotti (The Source) che però per svilupparsi avevano dovuto trasferirsi a New York; altre figure, come EdO.G. o gli Almighty RSO, dopo aver vissuto un breve momento di popolarità, erano scomparsi dalla vista. Tuttavia, con la fine del millennio comincio ad esservii una sorta di rinascimento del movimento musicale bostoniano, capeggiato all'epoca da Mr. Lif, Akrobatik, Virtuoso, i Kreators, Reks e il duo composto dal DJ/produttore 7L e l'MC Esoteric.
Si può senz'altro dire che The Soul Purpose, benchè del tutto ignorato dal mainstream, era atteso a braccia aperte da tutti coloro che avevano seguito lo sviluppo dei due fin dalla pubblicazione dei primi lavori sotto il nome di God Complex (assieme a un terzo, Karma, poi divenuto grafico per la Landspeed a tempo pieno) per la Brick Records; a far crescere gli appetiti ci avevano poi pensato un paio di singoli e l'EP Speaking Real Words, uscito un paio di anni prima e in tutto e per tutto decisamente promettente. Inutile dire che io ero tra i suddetti fan e difatti, quando comprai questo album nell'estate 2001, mi fiondai immediatamente sullo stereo dell'amico che allora mi ospitava e lo monopolizzai letteralmente per diverse ore.
Quello che mi era sempre piaciuto del duo era l'approccio "no-nonsense", fatto da puro battle rap e basi essenziali, cosa che per mia fortuna trovai abbondantemente sparso per i quasi 65 minuti di durata del disco (poi i miei gusti sarebbero mutati, ma questa è un'altra storia). Il pezzo d'apertura, Verbal Assault, oltre ad usare un cut ovvio da Tru Master rappresenta la quintessenza del loro stile di allora: su un semplice beat fatto da basso, batteria ed un campione pitchato di due note di piano piano, Esoteric si lascia andare ad una pura e semplice dimostrazione di stile, nel quale il peso di G Rap come fonte d'ispirazione si fa pesantemente sentire: "Check the rap cat spit the fat shit to mack dips/ While you pack clips and bag bricks to stack chips/ I only smack dicks if they act slick/ And only jack whips if they model flagships". Forse non originale? Certo, ma suona comunque dannatamente bene, e gli scratch di 7L danno quel tocco in più che proietta il pezzo tra le cose migliori mai prodotte dal duo. Più funkettona e leggera è Terror To You Ear, la quale però viene subito annichilita dall'eccezionale collabo -nonché primo singolo- con Mr. Lif: Operating Correctly. Il tiro è parecchio veloce, il loop di piano è sottolineato da delle entrate di bassi pompate manco fosse drum 'n' bass e, soprattutto, dalla bella alternanza che si sviluppa tra Eso e Lif (qui in modalità puramente battagliera)... imperdibile. Per trovare un pezzo ugualmente potente non si può far altro che saltare un paio di tracce e giungere ad un'altra collabo, Public Execution (con Reks e un Apathy al pieno della sua forma), oppure alla riunione con Karma in Rep The Hardest (il quale risulta però palesemente inferiore a ES)- in ambedue i casi si tratta nuovamente di mere manifestazioni di stile ma, nuovamente, non posso ignorare quanto alla fine suonino bene, per cui pace. Tuttavia, ci sono altri casi dove le semplici rime non bastano ad elevare il pezzo (Play It Cool, Guest List o la sopracitata Terror To Your Ear), ed è qui che Eso comincia a muovere i primi passi di un'evoluzione che si sarebbe fatta vieppiù marcata disco dopo disco: tracce concettuali alternate a storytelling o, più prosaicamente, contenuti. Ad esempio, First Letter è sì un pezzo da battaglia, ma il fatto è che si sviluppa come un lungo e complesso acronimo: prendete la prima lettera di ogni parola e alla fine vi troverete con in mano una frase (che spoilero immediatamente: "You suck crab/ Stop inflicting pain on brains with YGB/ UR wack attempts at ripping microphones/ Don't ever fuck with Eso kid"). Meno astrusa è invece My Rhyme, un evidente quanto breve omaggio vivente all'old school '85-'86 (con tanto di adlib riverberati) che però, in tutta onestà, riesce a risultare tanto curioso ai primi ascolti quanto inutile dopo il terzo giro; la didascalicamente intitolata Think Back è un becchindedèis piacevole quanto basta e sul quale non c'è molto più da aggiungere; infine, Jealous Over Nothing è una storiella che in tutta la sua farloccaggine (sì, insomma, lui farebbe ingelosire di proposito la sua tipa...) contribuisce comunque a dare un tono di varietà al tutto.
Ora, prima accennavo al fatto che i miei gusti nel tempo sono cambiati. Di conseguenza, anche The Soul Purpose non può piacermi come mi piacque sette anni fa, sia perchè nel frattempo Eso ha dimostrato una sensibile maturazione da ogni punto di vista, superando le prestazioni di questo disco di parecchie spanne, ma soprattutto perchè oramai avere un intero disco fatto di battle raps non riesce ad eccitarmi a meno che non si tratti di qualcosa di davvero impressionante (I Told You So di Chino XL è un esempio abbastanza valido). D'altro canto, nemmeno posso ignorare che, nel suo genere, l'album contenga delle chicche assolutamente degne di nota: di fianco a Verbal Assault, Operating Correctly, Public Execution e Rep The Hardest si vanno a collocare anche You Know The Concept, Mic Mastery e State Of The Art -e questo in buona parte grazie alle ottime basi fornite in maggioranza da 7L e dai Vinyl Reanimators. Insomma, per farla breve, The Soul Purpose è un esordio perfettamente in linea con quanto c'era da aspettarsi all'epoca dal duo. Grosse pecche non ce ne sono (fuorché l'assenza di originalità o personalità che dir si voglia), ma è sicuramente un prodotto destinato alla lunga ad un ascolto "superficiale" e pertanto non degno di ricevere 4 zainetti.
7L & Esoteric - The Soul Purpose
Bonus: la mia intervista fattagli in occasione del concerto al Palladium del 2002
VIDEO: MIC MASTERY
Si può senz'altro dire che The Soul Purpose, benchè del tutto ignorato dal mainstream, era atteso a braccia aperte da tutti coloro che avevano seguito lo sviluppo dei due fin dalla pubblicazione dei primi lavori sotto il nome di God Complex (assieme a un terzo, Karma, poi divenuto grafico per la Landspeed a tempo pieno) per la Brick Records; a far crescere gli appetiti ci avevano poi pensato un paio di singoli e l'EP Speaking Real Words, uscito un paio di anni prima e in tutto e per tutto decisamente promettente. Inutile dire che io ero tra i suddetti fan e difatti, quando comprai questo album nell'estate 2001, mi fiondai immediatamente sullo stereo dell'amico che allora mi ospitava e lo monopolizzai letteralmente per diverse ore.
Quello che mi era sempre piaciuto del duo era l'approccio "no-nonsense", fatto da puro battle rap e basi essenziali, cosa che per mia fortuna trovai abbondantemente sparso per i quasi 65 minuti di durata del disco (poi i miei gusti sarebbero mutati, ma questa è un'altra storia). Il pezzo d'apertura, Verbal Assault, oltre ad usare un cut ovvio da Tru Master rappresenta la quintessenza del loro stile di allora: su un semplice beat fatto da basso, batteria ed un campione pitchato di due note di piano piano, Esoteric si lascia andare ad una pura e semplice dimostrazione di stile, nel quale il peso di G Rap come fonte d'ispirazione si fa pesantemente sentire: "Check the rap cat spit the fat shit to mack dips/ While you pack clips and bag bricks to stack chips/ I only smack dicks if they act slick/ And only jack whips if they model flagships". Forse non originale? Certo, ma suona comunque dannatamente bene, e gli scratch di 7L danno quel tocco in più che proietta il pezzo tra le cose migliori mai prodotte dal duo. Più funkettona e leggera è Terror To You Ear, la quale però viene subito annichilita dall'eccezionale collabo -nonché primo singolo- con Mr. Lif: Operating Correctly. Il tiro è parecchio veloce, il loop di piano è sottolineato da delle entrate di bassi pompate manco fosse drum 'n' bass e, soprattutto, dalla bella alternanza che si sviluppa tra Eso e Lif (qui in modalità puramente battagliera)... imperdibile. Per trovare un pezzo ugualmente potente non si può far altro che saltare un paio di tracce e giungere ad un'altra collabo, Public Execution (con Reks e un Apathy al pieno della sua forma), oppure alla riunione con Karma in Rep The Hardest (il quale risulta però palesemente inferiore a ES)- in ambedue i casi si tratta nuovamente di mere manifestazioni di stile ma, nuovamente, non posso ignorare quanto alla fine suonino bene, per cui pace. Tuttavia, ci sono altri casi dove le semplici rime non bastano ad elevare il pezzo (Play It Cool, Guest List o la sopracitata Terror To Your Ear), ed è qui che Eso comincia a muovere i primi passi di un'evoluzione che si sarebbe fatta vieppiù marcata disco dopo disco: tracce concettuali alternate a storytelling o, più prosaicamente, contenuti. Ad esempio, First Letter è sì un pezzo da battaglia, ma il fatto è che si sviluppa come un lungo e complesso acronimo: prendete la prima lettera di ogni parola e alla fine vi troverete con in mano una frase (che spoilero immediatamente: "You suck crab/ Stop inflicting pain on brains with YGB/ UR wack attempts at ripping microphones/ Don't ever fuck with Eso kid"). Meno astrusa è invece My Rhyme, un evidente quanto breve omaggio vivente all'old school '85-'86 (con tanto di adlib riverberati) che però, in tutta onestà, riesce a risultare tanto curioso ai primi ascolti quanto inutile dopo il terzo giro; la didascalicamente intitolata Think Back è un becchindedèis piacevole quanto basta e sul quale non c'è molto più da aggiungere; infine, Jealous Over Nothing è una storiella che in tutta la sua farloccaggine (sì, insomma, lui farebbe ingelosire di proposito la sua tipa...) contribuisce comunque a dare un tono di varietà al tutto.
Ora, prima accennavo al fatto che i miei gusti nel tempo sono cambiati. Di conseguenza, anche The Soul Purpose non può piacermi come mi piacque sette anni fa, sia perchè nel frattempo Eso ha dimostrato una sensibile maturazione da ogni punto di vista, superando le prestazioni di questo disco di parecchie spanne, ma soprattutto perchè oramai avere un intero disco fatto di battle raps non riesce ad eccitarmi a meno che non si tratti di qualcosa di davvero impressionante (I Told You So di Chino XL è un esempio abbastanza valido). D'altro canto, nemmeno posso ignorare che, nel suo genere, l'album contenga delle chicche assolutamente degne di nota: di fianco a Verbal Assault, Operating Correctly, Public Execution e Rep The Hardest si vanno a collocare anche You Know The Concept, Mic Mastery e State Of The Art -e questo in buona parte grazie alle ottime basi fornite in maggioranza da 7L e dai Vinyl Reanimators. Insomma, per farla breve, The Soul Purpose è un esordio perfettamente in linea con quanto c'era da aspettarsi all'epoca dal duo. Grosse pecche non ce ne sono (fuorché l'assenza di originalità o personalità che dir si voglia), ma è sicuramente un prodotto destinato alla lunga ad un ascolto "superficiale" e pertanto non degno di ricevere 4 zainetti.
7L & Esoteric - The Soul Purpose
Bonus: la mia intervista fattagli in occasione del concerto al Palladium del 2002
VIDEO: MIC MASTERY
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