Brutta bestia, l'aspettativa: dacché uscì Wu-Tang Forever, dove ogni qualvolta appariva Deck il resto dei suoi colleghi restava indietro di svariate misure, qualsiasi pezzo provenisse direttamente o indirettamente dal Nostro aveva il dovere sociale di essere come minimo una bomba. E per un po' la cosa ha anche funzionato (Above The Clouds, Tres Leches, Tru Master ecc.), senonché, giunti a metà 1999, il suo tanto atteso LP non ha potuto far altro che deludere le aspettative dei fan in quanto -molto semplicemente- non conteneva traccia della potenza di nessuna delle sopracitate tracce. E così fu che un discreto disco venne catalogato vita natural durante sotto la voce "occasioni perdute" essendo, peraltro, in buona compagnia di svariati suoi soci del Clan. Ma che col senno di poi si possa rivalutare (almeno in parte) quel giudizio di nove anni fa? Beh, sì e no.
Cominciamo col dire che la copertina è quanto di più brutto sia stato dato di vedere nel '99 al di fuori delle operucce della Pen & Pixel (quelli della No Limit degli anni d'oro, per intenderci), e che il fotoromanzo contenuto all'interno del booklet riesce a toccare delle vette di esilarante tristezza che vi consiglio di esaminare in prima persona. Che poi questo non vada ad incidere sui contenuti dell'album sarà anche vero, ma quando ci si trova di fronte a siffatta porcheria è impossibile non denunciarla.
Detto questo, la prima bella sorpresa arriva dopo l'obbligato skip di una stupida intro, e il suo nome è Movas & Shakers: come tutte le volte in cui RZA ha campionato Syl Johnson, anche questa produzione non fa eccezione e si rivela essere come una delle tracce più solide di Uncontrolled Substance. Il campione di tromba è supportato semplicemente da batterie che schioccano come dio comanda e da una linea di basso equalizzata da dio, il che consente a Deck di fare ciò in cui è maestro, e cioè sventrare il microfono: "This style has no origin or birth date/ And scientists' research can not calculate/ The great mind skatin' through space and time/ Vibratin' through the basslines that stun mankind/ Reclined in the leather seat the cassette blasts/ Vocals that smash out the bullet proof glass". Lo sventramento prosegue poi nella successiva 9th Chamber, in cui, su un beat invero un po' troppo fracassone per i miei gusti, INS è assistito da La The Darkman, Street Life, Beretta 9 e Killa Sin; considerati i nomi, è lecito aspettarsi una rima migliore dell'altra, cosa che puntualmente avviene, e tutto ciò in meno di tre minuti e senza nemmeno l'interruzione di un ritornello.
I primi problemi cominciano però ad affiorare con Uncontrolled Substance, dove un ritornello piuttosto discutibile in quanto cantato con l'enfasi di Man Before Your Time (Napoli Violenta, nella scena in cui si vede Gennarino semiazzoppato... trisshtezza) riesce a rovinare un pezzo altrimenti abbastanza degno. Per converso, Femme Fatale se la rovina il solo Deck: non tanto per le strofe -in realtà parecchio belle in quanto a rime e abilità nello storytelling- quanto per la cacofonica base da lui prodotta.
Interrompo la lista della spesa perchè devo tornare a lavoro quanto prima possibile: riassumendo, il problema principale del disco sono i beat. Alcuni risultano difatti semplicemente incircolabili: oltre ai sopracitati, ci sono per esempio Grand Prix (ammiccamento al funk da denuncia) e The Cause (autentico aborto fortunatamente posto in chiusura d'opera). Altri, invece, suonano di già sentito (Elevation riutilizza per la zilionesima volta Terri's Tune di David Axelrod, ma basta!) oppure risultano, purtroppo, un po' tanto generici (ed è il caso della maggioranza di essi, vedi ad esempio Longevity, Forget Me Not o Friction). Il che è uno spreco, perchè Deck raramente sbaglia un colpo, e quando lo fa, al limite inciampa sui ritornelli. Svariate prove di quello che può avvenire quando il Nostro è dotato di un beat adeguato lo si ha, oltre che in Movas & Shakers, nei singoli R.E.C. Room e Show 'N' Prove, senza poi contare le altrettanto valide Hyperdermix (cupissima) e Word On the Street.
Insomma, a conti fatti si può fare del sano revisionismo? Direi di sì, vuoi anche solo perchè quanto fatto da Deck nei suoi successivi album è stato ben peggiore di ciò che si può sentire all'interno di Uncontrolled Substance. Ciò però non significa che quest'ultimo sia un disco eccelso e men che meno un disco all'altezza delle promesse; si limita a contenere cinque canzoni assolutamente da sentire più una pletora di strofe più o meno sprecate. Peccato.
Inspectah Deck - Uncontrolled Substance
VIDEO: WORD ON THE STREET
Cominciamo col dire che la copertina è quanto di più brutto sia stato dato di vedere nel '99 al di fuori delle operucce della Pen & Pixel (quelli della No Limit degli anni d'oro, per intenderci), e che il fotoromanzo contenuto all'interno del booklet riesce a toccare delle vette di esilarante tristezza che vi consiglio di esaminare in prima persona. Che poi questo non vada ad incidere sui contenuti dell'album sarà anche vero, ma quando ci si trova di fronte a siffatta porcheria è impossibile non denunciarla.
Detto questo, la prima bella sorpresa arriva dopo l'obbligato skip di una stupida intro, e il suo nome è Movas & Shakers: come tutte le volte in cui RZA ha campionato Syl Johnson, anche questa produzione non fa eccezione e si rivela essere come una delle tracce più solide di Uncontrolled Substance. Il campione di tromba è supportato semplicemente da batterie che schioccano come dio comanda e da una linea di basso equalizzata da dio, il che consente a Deck di fare ciò in cui è maestro, e cioè sventrare il microfono: "This style has no origin or birth date/ And scientists' research can not calculate/ The great mind skatin' through space and time/ Vibratin' through the basslines that stun mankind/ Reclined in the leather seat the cassette blasts/ Vocals that smash out the bullet proof glass". Lo sventramento prosegue poi nella successiva 9th Chamber, in cui, su un beat invero un po' troppo fracassone per i miei gusti, INS è assistito da La The Darkman, Street Life, Beretta 9 e Killa Sin; considerati i nomi, è lecito aspettarsi una rima migliore dell'altra, cosa che puntualmente avviene, e tutto ciò in meno di tre minuti e senza nemmeno l'interruzione di un ritornello.
I primi problemi cominciano però ad affiorare con Uncontrolled Substance, dove un ritornello piuttosto discutibile in quanto cantato con l'enfasi di Man Before Your Time (Napoli Violenta, nella scena in cui si vede Gennarino semiazzoppato... trisshtezza) riesce a rovinare un pezzo altrimenti abbastanza degno. Per converso, Femme Fatale se la rovina il solo Deck: non tanto per le strofe -in realtà parecchio belle in quanto a rime e abilità nello storytelling- quanto per la cacofonica base da lui prodotta.
Interrompo la lista della spesa perchè devo tornare a lavoro quanto prima possibile: riassumendo, il problema principale del disco sono i beat. Alcuni risultano difatti semplicemente incircolabili: oltre ai sopracitati, ci sono per esempio Grand Prix (ammiccamento al funk da denuncia) e The Cause (autentico aborto fortunatamente posto in chiusura d'opera). Altri, invece, suonano di già sentito (Elevation riutilizza per la zilionesima volta Terri's Tune di David Axelrod, ma basta!) oppure risultano, purtroppo, un po' tanto generici (ed è il caso della maggioranza di essi, vedi ad esempio Longevity, Forget Me Not o Friction). Il che è uno spreco, perchè Deck raramente sbaglia un colpo, e quando lo fa, al limite inciampa sui ritornelli. Svariate prove di quello che può avvenire quando il Nostro è dotato di un beat adeguato lo si ha, oltre che in Movas & Shakers, nei singoli R.E.C. Room e Show 'N' Prove, senza poi contare le altrettanto valide Hyperdermix (cupissima) e Word On the Street.
Insomma, a conti fatti si può fare del sano revisionismo? Direi di sì, vuoi anche solo perchè quanto fatto da Deck nei suoi successivi album è stato ben peggiore di ciò che si può sentire all'interno di Uncontrolled Substance. Ciò però non significa che quest'ultimo sia un disco eccelso e men che meno un disco all'altezza delle promesse; si limita a contenere cinque canzoni assolutamente da sentire più una pletora di strofe più o meno sprecate. Peccato.
Inspectah Deck - Uncontrolled Substance
VIDEO: WORD ON THE STREET
6 commenti:
Ti diro': a me Deck non ha mai detto nulla. lo trovo il membro piu' insipido del Wu-Tang, quello con meno carisma (ovviamente U-God non esiste, e' stato un brutto sogno).
Se non riesci a tirarlo su neanche coi beats di RZA o di 4th Disciple, allora c'e' qualcosa che non va...
In ogni caso il disco non e' terribile. Diciamo invece insulso, come Deck.
Ma va' a rubbare, come "insipido"?
Di' la verità, è una vendetta per Ghostface, eh?
Rebel INS invece è tra i miei preferiti del Wu. E non a caso è anche uno dei più campionati. Di insulso c'è U-God appunto, mentre RZA non sempre mi scende al mic, così come Masta Killa che spesso e volentieri mi fa addormentare...
Ad onestà del vero, c'è da dire che tra i più campionati c'è Melachi dei Group Home; per cui, per me, questo non basta per decretare il valore di Pinco piuttosto che di Pallino
Difatti, U-God è stato campionato quà e là (Ad esempio, i Clokworx l'han sucato nel 2000 con "Thrill of victory, the agony of defeat")
Il primo disco di Masta Killa era bello, il secondo un po' meno; ma, a parte questo, chi ti dice che INS è insipido è lo stesso panzerotto che ha trovato -vuoi anche solo LONTANAMENTE- Big Doe Rehab un disco apprezzabile
Che è come se Totò ritenesse il Bagaglino uno spettaolo denso di humour
Ci sta, però sono un pò convinto a credere che oltre alla occasionale coincidenza dei sample, non si campioni proprio il primo babbo a caso. Anche se Melachi The Nutcracker non è molto distante in effetti.. Ma Deck è supportato dal fatto che è stato chiamato come parte featurante da molta gente.
Big Doe Rehab per la cornaca, è rimasto sugli scaffali. Scaricato, sentito e per fortuna non assimilato, cestinato.
Vabbe', e Lil Wayne e' il campione del mondo del featuring... e allora?
Comunque resto sulle mie posizioni, a parte lo scarsoide (che non nomino neanche) Deck e' il piu' insipido del Wu-Tang.
E non e' una vendetta per Ghost, assolutamente. La vendetta arrivera' per avere associato il mio nome al bagaglino... :-)
Fra parentesi, Yolanda’s House > ogni brano di questo disco (e dimmi di no)...
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