giovedì 4 dicembre 2008

LA THE DARKMAN - HEIST OF THE CENTURY (Supreme Team/ Wu-Tang Prod., 1998)

Essendomi per ora rotto un po' i maroni del rap più elegante e sobrio, negli ultimi giorni sono tornato a quelle che comunemente vengono definite cinghialate per un motivo o per l'altro. Nulla di estremo, per carità, ma confesso che l'ultimo di Ludacris mi sta dando qualche soddisfazione anche se mai potrà raggiungere la soddisfazione che mi sta regalando ad ogni ascolto l'ultimo degli EPMD (ascoltatelo, già solo i pezzi con Raekwon e Keith Murray valgono l'acquisto).
Ma sto divagando. Il punto è che anche nei gloriosi anni '90 la carne al fuoco da questo punto di vista era molta ed è per questo che diverse uscite dell'epoca oggi sono cadute nel dimenticatoio, eclissate sia per via di una qualità inferiore che per questioini più prosaiche quali -per dire- il successo commerciale. Nel caso di La The Darkman la questione è abbastanza curiosa: il suo Heist Of The Century meriterebbe menzione già solo per la sfrontata bruttezza della copertina, ma aggiungiamoci pure che uscì in un periodo tutto sommato piuttosto fortunato per gli affiliati del Wu, vendette l'impressionante numero di trecentomila copie pur non essendo sotto una major e, in ultima analisi, è effettivamente un prodotto meritevole (fa parte secondo me della trinità degli album realmente degni assieme a Silent Weapons ecc. e Heavy Mental) il cui unico difetto è forse di promettere più di quello che alla fine mantiene. Orbene: malgrado queste premesse sono ormai passati dieci anni dalla sua pubblicazione e a ricordarsene credo che siano pressoché unicamente i possessori materiali dell'album, mentre chiunque altro, sentendone il nome, risponde con un'alzata di spalle.
A questi mi rivolgo: se vi dicessi che Heist Of the Century può vantare un roster di produttori tra cui Carlos "Six July" Broady, Havoc, DJ Muggs, RZA e 4th Disciple; e se vi aggiungessi che tra gli ospiti vi sono Ghostface, Raekwon, Masta Killa, Killa Sin e Havoc, beh, mi auguro che almeno un pizzico di curiosità vi verrebbe. Anche perchè se andiamo a contestualizzare cronologicamente tutti questi nomi scopriremmo che per molti di essi il periodo era aureo perlomeno dal punto di vista artistico e che perciò -in teoria- quanto da loro prodotto dovrebbe essere di elevata qualità.
Ecco, spiace un po' dirlo, ma le cose non stanno proprio così. Fermo restando che effettivamente vi sono pezzi da applausi a scena aperta, è anche vero che a mente fredda la delusione in parte c'è, proprio a partire da quel Carlos Broady che in passato s'era coperto di gloria come membro dei Hitmen (pensate a T.O.N.Y. Who Shot Ya, 24 Hours to Live) e che in quest'occasione non sempre riesce a mantenere il passo con la sua fama. Ad esempio, tracce come What Thugs Do o Spring Water cercano di cavalcare l'equilibrio tra hardcore e robetta da club fallendo miseramente e meritandosi quindi ripetuti skip, mentre altre come Now Y, 4 Souls, Street Life e Wu-Blood Kin non sono in sè e per sè brutte e conservano almeno la matrice grimey di altre opere da 90 del Nostro, però appaiono un po' prive di personalità e/o mordente e fungono al massimo come "antipasto" per pezzi ben più potenti. I quali ci sono, senz'altro, ma hanno lo sgradevole compito di ricordarci cosa sarebbe potuto essere Heist Of The Century se appena vi fosse stata una maggiore selezione qualitativa da parte sia di Broady che, ovviamente, di LA. Esempio: Lucci è dotata di batterie dal suono fenomenale, capaci di soddisfare qualsiasi voglia di alzare il volume, ed il fatto di essere accompagnate da un loop di piano interamente costituita da note a una corda (o effettate a tal modo) rende la canzone un'invidiabile biglietto da visita per chiunque. La successiva Shine, invece, risulta ritmicamente più leggera e senz'altro suonerà familiare a chiunque abbia apprezzato la nostrana Street Opera di Fritz & Bean dato che il campione di Roy Ayers è lo stesso; I Want It All sintetizza invece i pregi delle due precedenti e conclude in modo più che degno il disco mentre, sempre verso la fine, l'ottima Gun Rule riesce a mandare il pensiero verso i lidi The War Report -il che è ovviamente una gran bella cosa.
Ciò che invece non è affatto positivo è che Havoc delude parzialmente con City Lights -il sample fatto girare al contrario su batterie semplicissime sa molto di leftover di Hell On Earth- e Figaro Chain, due produzioni francamente non all'altezza del suo curriculum dell'epoca, i cui unici indiscutibili pregi sono di essere comunque più ascoltabili della media. Au contraire, Muggs tira fuori una gran bella base che sa di Soul Assassins già solo per come sono effettate le note di piano, per come la scala salga e scenda di ottave e come questi cambi vengano evidenziati dall'uso di archi; aggiungiamoci u tiro piuttosto veloce ed ecco che Heist Of The Century non avrebbe sfigurato sul primo solista del produttore dei Cypress Hill. Chapeau dunque a lui, che grazie al suo contributo valorizza al meglio una delle tracce portanti del disco e che vede l'alternarsi di LA e l'immenso Killa Sin in uno storytelling a metà tra Kool G Rap e William Cooper (cfr. i riferimenti alla tecnologia vista come mezzo tipicamente del Potere, gli accenni cospirazionisti ecc.). Nella media invece -e lo dico spiacendomene- l'apporto di 4th Disciple, che ci fa dono di due cosucce nient'affatto malvage ma un po' inspide e che in ultima analisi lasciano il tempo che trovano, mentre RZA conferma l'opinione oramai diffusa che quello era il periodo discendente della sua creatività (fa specie notare, però, come Polluted Wisdom tenga il passo delle migliori cose di Bronze Nazareth et similia).
Quanto a LA stesso, alla luce di quanto scritto per le produzioni appare chiaro che da solo non sia capace di tirare su una canzone nella sua interezza. Il Nostro ha infatti una bella voce, una tecnica non complessa ma pulita nell'esecuzione ed una discreta inventiva; ma anche quando tutte queste tre doti si trovano aggrappate a beat che non sono né carne, né pesce -vedi appunto la liricamente valida Polluted Wisdom o anche Love- l'impressione finale è che vi sia più fumo che arrosto. il che è solo parzialmente vero, dato che al di là di non essere certamente uno Stanley Kubrick (ma nemmeno un Michael Bay) bisogna comunque apprezzare lo sforzo che fa sia per produrre storytelling non indegni, sia di spargere piccole perle di saggezza quà e là, sia infine di essere tamarro quanto basta per risultare credibile e fondamentalmente divertente. In più, anch'egli fa parte dei beatopatici, e cioè di coloro che si danno più da fare in proporzione alla bontà della base; il che se da un lato è negativo, dall'altro contribuisce enormememente a trasformare buoni pezzi in ottimi. E gli ospiti, beh, che dire... tolto Killa Sin che vince e convince, tolti Havoc e Ghostface che fannno il loro mestiere, ci restano gli altri che non è che si sbattano più di tanto. E passi per Masta Killa o per quel poraccio di U-God, ma Raekwon poteva anche provare a tirar sù quel cessaccio ignobile che è Spring Water. Vabbè, pazienza.
Insomma, il succo della faccenda è che a distanza di dieci anni Heist Of The Century mostra chiaramente quello che era sempre stato: un discreto prodotto, migliore di molti che lo hanno seguito ma peggiore di quelli che l'hanno preceduto. In tutta franchezza mi sfuggono i perché ed i percome del suo incredibile successo di vendite -Heavy Mental sarebbe dovuto essere il Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band del rap, a 'sto giro- ma chissenefrega; ribadisco, cinque tracce sono da applausi ed una di esse (la title track) ancor'oggi mi fa sbavare, due o tre sono semplicemente ignobili ed il resto galleggia nella broda del buon rap nuiorchese di fine '90. A voi la decisione se comprarlo o meno, ovviamente; dal canto mio non mi lamento dell'averlo acquistato ed ancora nel 2008 mi tira il culo di riascoltarlo seppur scremato delle minchiate.




LA The Darkman - Heist Of The Century

1 commento:

MAK ha detto...

Un album onesto tutto sommato, ogni tanto me lo risento. Probabilmente il fatto che abbia venduto "molto" a sorpresa, giustifica il fatto che le pochissime copie rimaste costicchiano abbastanza, ho notato.

L'ultimo album di Ludacris mi fa sostanzialmente cacare, anche se c'è una manciata di tracce che ho apprezzato a sorpresa. Parere "negativo" invece su We Mean Business.. A me non ha detto nulla, non ho trovato nessuna porcheria particolare ma nemmeno nessuna cartella degna del leggendario duo. Certamente si ascolta ma ho trovato E-Double & Parri$h un pò a corto di idee..