venerdì 12 settembre 2008

DE LA SOUL - BUHLOONE MIND STATE (Tommy Boy, 1993)

Spero che perdonerete la mia recente schizofrenia nello scegliere gli album da recensire, ma avendo forse (e qui mi do una scaramantica frugata di pacco) trovato casa tendo ad essere un po' in sbattimento e dunque con l'umore variabile. Ciò si ripercuote ovviamente sulla selezione musicale e oggi, dovendo staccare un assegno da 500€ tanto per, ho bisogno di rilassarmi.
Cosa c'è di meglio, dunque, di un album dei De La Soul, specialmente se il loro più jazzato oltreché il mio preferito e quello a cui sono più affezionato? The Low End Theory, senz'altro, ma avendolo già recensito immagino che mi dovrò accontentare di quel che passa il convento. Insomma, fatto sta che Buhloone Mind State è secondo me rilevante per tre buoni motivi: il primo è che è stato l'ultimo album ad essere interamente prodotto da Prince Paul; il secondo che è il loro disco più sottovalutato persino volendo includere The Grind Date (gran bel lavoro anche quello, tra parentesi); il terzo, infine, è che in questi 50 minuti scarsi di musica i tre sanciscono la definitiva rottura con qualsiasi volontà di compiacere il pubblico più vasto (nel '93!). Ciò però non significa necessariamente prendere una posizione netta ed urlata come invece fecero -per dire- gli EPMD con Crossover o Underground, scristonando magari anche a ragione contro i "poteri forti del caso, quanto piuttosto addensare in poche tracce una complessità musicale indigeribile al primo ascolto e dunque de facto inadatta ad una fruizione usa-e-getta. E tra le loro liriche, i loro giochi di parole, la strutturazione dell'intera opera nonchè il fondamentale contributo di Prince Paul, credo che il gioco gli sia riuscito bene; ad ascoltarlo così, en passant e magari cercando il pezzo d'immediato impatto, Buhloone Mind State pare fallire... salvo riprenderlo in mano una, due, tre o più volte e scoprire che di carne al fuoco ce n'è parecchia.
Smembrarlo dunque com'è mia abitudine sarebbe scorretto, tuttavia non posso fare a meno di sottolineare la bontà di tracce come I Am I Be: in uno dei pezzi più seri dell'intera discografia dei De La, Pos & soci si lanciano in una serie di osservazioni che dal personale partono per toccare temi più ampi come lo sfruttamento della cultura afroamericana, trovando peraltro il tempo di lanciare una frecciata nemmeno troppo dissimulata agli ex compagni dei Native Tongues ("Or some tongues who lied/ and said "We'll be natives to the end" nowadays we don't even speak"). Il tutto mentre Maceo Parker si concede un paio di assoli che, per la maggior gioia dei musicofili, trovano uno sfogo completo in I Be Blowin' (che non a caso usa il medesimo campione di I Am I Be). Altri pezzi eventualmente "sottraibili" dall'insieme sono poi la stupenda Ego Trippin' Pt. Two, che gode di uno dei beat al contempo più tradizionali e belli di Prince Paul, e, naturalmente, il singolo Breakadawn col suo campione di Can't Help It di Michael Jackson (per capire la differenza tra melodia e kitsch paragonatelo al pezzo di Royal Flush). Per il resto viaggiamo sempre su una qualità alta, ma personalmente trovo difficile separare, che so, Eye Patch da En Focus oppure 3 Days Later dalla pur differente Area; reputo infatti che queste colgano nel segno solo se contestualizzate, e dunque non andrò contro la loro natura.
Insomma, come s'è potuto capire ho ben poco da ridire su Buhloone Mind State -anzi, in quanto a basi non riesco a trovare difetti evidenti salvo, forse, qualche microscopico calo d'ispirazione quà e là (Eye Patch, In the Woods) e l'inevitabile caduta nel reame del weirdo (i tizi giapponesi che rappano a metà disco faranno molto eclettico ma fanno anche molto cagare); e del resto anche l'emceeing è difficilmente opinabile. certo, i De la sono sempre stati un po' bizzarri/originali nel gestire i loro stili, ma del resto è il loro marchio di fabbrica e se non lo si riesce ad accettare l'unica è non ascoltarli. Ma, garantisco, si correrebbe il rischio di perdere qualcosa.





De La Soul - Buhloone Mind State

VIDEO: EGO TRIPPIN' PT. TWO

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Cndivido ogni virgola, a me 'sto disco è sempre piaciuto tantissimo.

BRA
www.rapmaniacz.com

A_G ha detto...

Cosa c'è di meglio, dunque, di un album dei De La Soul, specialmente se il loro più jazzato oltreché il mio preferito e quello a cui sono più affezionato? The Low End Theory, senz'altro, ma avendolo già recensito immagino che mi dovrò accontentare di quel che passa il convento.

o sono rincoglionito io o ci dev'essere un refuso qui da qualche parte.

(oh so che commento praticamente solo per cacare il cazzo su refusi etc, ma seguo e apprezzo. ciao negro.)(no homo)

reiser ha detto...

Sai che se fossi nato nel '33 avresti avuto un futuro? In quell'uniforme nera col teschio sul berretto saresti stato un figurino
Beh però fa piacere sapere che almeno qualcuno le legge. Ciao Zoolander

A_G ha detto...

peraltro questo e' anche il mio disco preferito dei dela. no homo.

(ricordo di averlo acquistato a tipo tremilalire in un cassone in un negozio di dischi prossimo alla chiusura...)