martedì 22 dicembre 2009

O.C. & A.G. - OASIS (Nature Sounds, 2009)

Approfittando della pausa lavorativa concessami dalle cause collaterali dovute al maltempo, che hanno bloccato nei treni o in casa buona parte della redazione, vedo di lasciarvi un ultimo disco prima di Natale in modo tale che possiate perdonare questa mia lunga e forzata assenza d'aggiornamenti. E per farlo decido di svelare -si fa per dire, dato che il disco è uscito da quasi un mese- l'ultima delle collaborazioni a due che hanno segnato in positivo questo 2009. Dopo Torae e Marco Polo, KRS e Buckshot, Problemz e Honda e Masta Ace e EdO.G, ora è quindi il turno di due veterani della scena che non hanno bisogno di presentazioni: O.C. e A.G., al secolo Omar Cradle e Andre Barnes.
In giro fin dai primi anni '90 e aventi alle spalle due indiscutibili classici -Runaway Slave e Word Life- le loro carriere hanno però subito negli anni duemila gli stessi contraccolpi ricevuti dalla D.I.T.C. tutta, cioè inconsistenza qualitativa e relativo calo di popolarità dovuto però, oltre ai mutamenti del mercato, ad un esiguo numero di pubblicazioni. Tuttavia, questa seconda metà del decennio li ha visti tornare alla luce del sole grazie non solo a dischi propri ma anche e soprattutto a diverse collaborazioni, il cui fulcro può essere considerato appunto questo Oasis. Inutile ora marcare le differenze d'aspettative tra oggi e dieci anni fa: l'unica cosa che conta è fare una bella verifica che ci consenta di capire se i due siano scoppiati o meno e, ancor più importante, se la D.I.T.C. sia ancora dotata di una spina dorsale o se ormai si può considerare estinta de facto: insomma, se si tratta dell'album che noi fan abbiamo aspettato per troppi anni o meno (Starchild e Get Dirty Radio sono buoni dischi, per carità, ma sonoricamente non c'entrano quasi nulla con la Diggin' In The Crates).
Questa sorta di biopsia musicale assume ancor più senso se prendiamo in considerazione gli (alcuni) autori delle basi, cioè quei Show e Lord Finesse che noi tutti conosciamo e amiamo pur non essendosi contraddistinti di recente per bravura. Il nostro amore per loro non dev'essere peraltro sfuggito al direttore marketing della Nature Sounds, che difatti ha schiaffato sulla copertina del disco un adesivo king size recante i loro nomi a caratteri cubitali -e fin qui tutto bene- tralasciando però completamente il povero E Blaze, cioè colui che di fatto fornisce il maggior contributo al disco con ben nove tracce da lui firmate. Per carità: a lui gireranno legittimamente le palle, ma a noi poco importa: il sound di Oasis è infatti decisamente omogeneo, pur con le debite variazioni del caso, e grossomodo si può dire che viaggia preedominantemente sull'uso di campioni soul e funk degli anni '70. Chi si aspettava quindi il minimalismo di fine anni '90 resterà deluso, pquindi, perchè in realtà quasi tutti i pezzi risultano gradevoli all'orecchio e financo melodici: ne possono essere esempi gli archi melancolici di God's Gift oppure il loop di piano accompagnato dal Moog e dalle campanelline di Alpha Males, ma anche il tiro rilassato di Supreme Squad e le tastiere elettroniche riverberate di Get Away bastano per dare un'idea del mood dominante in Oasis. Anzi, con come unico autentico pestone la magnifica Think About It (i tagli di campione sono perfetti), e con come solo omaggio alle atmosfere più cupe della tradizione D.I.T.C. l'altrettanto valida Against The Wall (molto ottantona, sono portato ad affermare che Oasis parrebbe più adatto ai Camp Lo o al Beanie Sigel più tranquillo che non ai Nostri.
Per carità: la qualità dei beat è indiscutibile e, fatta salva una certa carenza d'orignalità e l'occasionale, perdonabile cacatiella (Boom Bap, Put It In The Box), calzano anche molto bene al duo. Tuttavia, oggettivamente si può dire che alcune basi s'assomiglino troppo nella struttura e nella scelta dei campioni (Everyday Life = Reality Is = God's Gift, ad esempio), mentre soggettivamente non vi son cazzi: si chiedeva e si poteva avere un po' più di hardcore. Oasis è invece molto rilassato, forse fin troppo, e questo da un lato -passata l'infatuazione inziale- può annoiare, anche in considerazione della discreta durata dell'opera, e soprattutto tradisce quel che bene o male si è sempre chiesto agli autori di una Time's Up o una Spit. Comunque sia, visti i trascorsi di O.C. e A.G. in quanto a beat forse non è il caso di lamentarsi troppo e farsi andar bene l'offerta qui presentataci, in cui peraltro svetta su tutti E Blaze, seguito a ruota da Finesse; mentre per Show comincio a preoccuparmi visto che ad eccezione di Two For The Money e al limite Young With Style tradisce di un bel po' le aspettative soprattutto in termini di creatività e originalità. Mmmh...
Chi invece alla fin fine fa il proprio lavoro e lo fa bene sono proprio O.C. e A.G., che, se tematicamente restano bene o male inquadrati sugli stessi binari di dieci o (quasi) vent'anni fa, stilisticamente appaiono proprio in forma. Quel che infatti manda in sollucchero di Oasis è l'alchimia presente tra i due, come questi sanno adattarsi al beat e viceversa, e più di ogni altra cosa lo sfoggio di bravura francamente ormai insospettabile. Quello che voglio dire è insomma che non solo rappano bene, che è il minimo che ci si può aspettare dai due, ma che sono tornati ai fasti di Jewelz e Full Scale -aggiornandosi quel che basta. Scordatevi quindi il tono monocorde dell'O.C. di Starchild, oppure quella sorta di imprecisione che si notava in get Dirty Radio: pur parlando praticamente solo di sè stessi, qui i due danno l'idea di dare il massimo come tecnica e difatti la cosa si nota. Impossibile perciò descrivere la pulizia e la precisione delle loro rime; preferisco rimandarvi all'ascolto per capire meglio cosa intendo.
In conclusione, quindi, il meno che si può dire di Oasis è che è un album ben fatto ma non coraggioso; non coraggioso né nella scelta dei beat, né in una ricerca contenutistica in cui l'essere un duo avrebbe potuto dare la famosa marcia in più (cosa che invece avviene nel caso di Ace e EdO.G., per dirne una). Pure, alla fin fine ciò che viene proposto è e resta materiale di qualità e, se solo si fosse data una sforbiciata alla tracklist, avremmo avuto tra le mani un prodotto innegabilmente migliore. Ma già così com'è sarebbe delittuoso non dargli una chance, credetemi. Tre e mezzo per restare oggettivi, ovviamente a titolo puramente personale gliene darei quattro abbondanti.





O.C. & A.G. - Oasis

12 commenti:

MF Ema ha detto...

Tre a stento io gli darei.

Anonimo ha detto...

Vedo che ci siamo rimangiati l'iniziale entusiasmo(mi ricordo un infelice paragone con dabol barrel)...

Non male stò disco ma considerando i NOMI io salvo solo think about e two for the money(che candido a canzone del 2009 mi pompa troppo cristo)...young with style con quelle batterie di plastica mi fa cadere le palle...giusto per gettare polemica:in confronto a survival skills stò disco perde almeno mezzo zaino(almeno)...

PS:avevo in mente tre cazzate riguardo O.C. & A.G. ma non riesco a fissarle in mente...se ci riesco vi rovino per bene la giornata....

RoyaleCeca aka RealityCheck

reiser ha detto...

"in confronto a survival skills stò disco perde almeno mezzo zaino"

Mavalà

Anonimo ha detto...

Tolti Polo+Torae (gran disco!) tra le collabo che citi metterei prima Ace+Edo, poi KRS+Buck e, per ultima, questa, fermo restando che nessuna delle tre mi ha soddisfatto.

BRA
www.rapmaniacz.com

Anonimo ha detto...

Si capo ma io in SS(no nazi) conto almeno tre-quattro pezzi da ascoltare tutti d'un fiato...qui ne trovo uno eccezzionale e per il resto solo un'omogenea rottura di minchia...

RoyalCeca

Anonimo ha detto...

FCK SQUAD..minchia straordinario stucazzo puoi dirlo forte..che natale magro che sarà questo..già mi gustavo in mente un mega album..e invece oc e ag (che non ho neanche ascoltato huahuahua) ...scherzi a parte mi è rotto troppo i coglioni scaricarlo ''rimedio'' ora...props lo stesso

P.S. ceca chiamami per il night party

Anonimo ha detto...

FCK SQUAD..ecco è popo destino che non debba ascoltarlo quest'album..da rapid share non mi fa scaricare!

aaaaaaaaaaa

MAK ha detto...

Daccordo con BRA, Double Barrel è l'unico tag team che mi ha soddisfatto quest'anno. I restanti non sono certo da buttare ma non mi hanno entusiasmato troppo nel complesso, ci tiri fuori giusto una decina di tracce valide e stop.

Anonimo ha detto...

Double Barrel è l'unico tag team che mi ha soddisfatto quest'anno

e problemo&handa dove me li metti?

RoyaleCeca

MAK ha detto...

Azz, li dimenticavo. Faccio mea culpa immediato.

Ah, intanto pare che gli Smif-N-Wessun stiano lavorando a un album interamente prodotto da Pete Rock.
E ovviamente mi auguro si crei su questo blog una nuova situazione "Dah Shinin'"...

Anonimo ha detto...

Ah, intanto pare che gli Smif-N-Wessun stiano lavorando a un album interamente prodotto da Pete Rock.
E ovviamente mi auguro si crei su questo blog una nuova situazione "Dah Shinin'"...

gira da un paio d'anni stà voce...io ci spero onestamente sappiamo tutti cosa sanno fare sia pete che tek&steele e inoltre il produttore unico è quasi sempre un punto di forza per un disco...a proposito gli strong arm prodotti da madlib?a me il disco non è parso male al primo ascolto...cmq "in 5 a dah shinin we trust"...

RoyalCeca

Anonimo ha detto...

a proposito ho sentito dire che il disco è slittato di tempo perchè solo dopo aver registrato le prime 5 tracce gli addetti della duck down si sono resi conto che in realtà stava cantando rick ross al posto di tek...e al riguardo aggiungo che ogniqualvolta mi alzo da tavola e penso di aver esagerato col mangiare&bere la notte solitamente faccio l'incubo nel quale al posto di eddie murphy nel "professore matto" c'è tek che beve una pozione al contrario che lo fa ingrassare...ma cazzo come si fa a 'nchiattare in quel modo...mah forse i soldi...boh

Rceca