lunedì 8 febbraio 2010

DIAMOND D & THE PSYCHOTIC NEUROTICS - STUNTS, BLUNTS & HIP HOP (Chemistry/Mercury, 1992)

A causa della mia ignoranza per lungo tempo ho reputato il 1992 come un anno piuttosto fiacco per l'hip hop; la mia soddisfazione per i vari Mobb Deep e Heltah Skeltah dell'epoca non mi spingevano a grandi ricerche e/o retrospettive, e così c'è voluto un po' di tempo per farmi scoprire che diciotto anni fa apparvero sul mercato musicale dischi storici (o quasi) come Mecca & The Soul Brother, Don't Sweat The Technique, Live And Let Die, Runaway Slave, il primo di Redman e soprattutto questo Stunts, Blunts & Hip Hop. Pazienza: meglio tardi che mai, direbbe qualcuno.
Purtroppo, però, questa mia défaillance non solo ha fatto sì che all'epoca mi perdessi della musica di indiscussa qualità ma, peggio ancora, mi ha fatto perdere quasi del tutto la possibilità di contestualizzare quest'ultima in modo tale da poterne parlare con sufficiente competenza. Oltretutto, trattandosi in questo caso di un'opera che si distingue prevalentemente per il beatmaking, il mio non essere un produttore o un cosid. crate digger comporta inevitabilmente una minore capacità analitica di quella che Stunts Blunts & Hip Hop meriterebbe. E dico ciò in quanto ritengo che se la stragrande maggioranza dei beat di Diamond D "funziona" ancora oggi è perchè dietro ad essi non via è solo perizia ma anche grande tecnica e, ovviamente, non poco talento.
Ma tant'è, inutile piangersi addosso, anche perchè fin dal titolo si può intuire che il Leitmotiv di questo esordio -uno dei migliori di sempre- è il cazzeggio in tutte le sue forme a partire proprio dall'hip hop come mezzo d'espressione. Non c'è molto né dei Public Enemy, né degli N.W.A., ma solo un'attitudine smaccatamente nuiorchese e decisamente ortodossa nel suo immaginarsi la musica principalmente come sfogo creativo a tutti costi. E così ecco che uno storytelling tutto sommato moralista come Sally Got A One Track Mind riesce a convivere tranquillamente con uno decisamente più ghettuso come I'm Outta Here; e le varie Check One Two, Fuck What You Heard o Keep It Simple Stupid alla fine non fanno che sottolineare quanto Diamond D tenga all'intrattenimento più che ad ogni altra cosa. Un obiettivo, questo, che secondo me diventa condivisibile appieno solo nel momento in cui esso è realizzato bene, e fortunatamente ciò avviene praticamente sempre. Il successo è dovuto naturalmente a Diamond stesso, che forse non dimostra l'agilità lirica di Big Daddy Kane ma di certo si difende bene per l'epoca -non solo contro colleghi come Large Professor o Pete Rock ma anche contro gente tipo il primo Sadat X o persino il compagno di crew AG; ma oltre a ciò, oltre alla sua bravura, buona parte del merito va ai diversi ospiti, che così riescono ad offrire quel po' di varietà che lo stile piuttosto asciutto del Nostro da solo non saprebbe dare. Liricamente non ci sono momenti fiacchi, e l'inventiva qui mostrata nel creare metafore (si vede che frequentava Finesse già da tempo) alla fine fa scivolare in secondo piano una metrica non particolarmente originale ed un timbro vocale abbastanza monocorde.
Ciò detto, veniamo al punto focale del discorso: i beat. Tanto per cominciare sarei curioso di sapere quanti dei campioni qui usati hanno visto il loro debutto sulla scena grazie a Diamond D e, soprattutto, quanti di essi sono stati poi riciclati più e più volte negli anni a seguire. Come vi ho già detto, non è che la mia conoscenza musicale in tal senso sia un granchè, ma posso quantomeno farvi un paio di esempi: Ready Or Not dei Delfonics, Faded Lady dei SSO, Pride And Vanity degli Ohio Players (uno dei miei campioni preferiti di sempre) o American Tango dei Weather Report… Da questo punto di vista non solo è positivo che oggigiorno si conoscano quasi tutti i sample utilizzati in SB&HH, visto che si può accrescere la propria cultura musicale non solo in termini accademici, ma soprattutto lascia sgomenti vedere quanti campioni si possono trovare in un solo pezzo (del resto quest'album è forse l'ultimo pubblicato prima che gli effetti della causa contro Biz Markie si facessero sentire in tutta la loro forza). E alla fin fine, com'è ovvio, il poter attingere a così tante fonti sortisce i suoi effetti: musicalmente quest'album è di una varietà impressionante, e pur avendo un mood riconducibile principalmente al jazz non sfuggono le numerose incursioni nel soul e nel funk. E a colpire non è solo la diversa natura dei sample ma anche le diverse velocità, la ricchezza delle composizioni così come anche alle volte la loro semplicità. Fate una prova: passate da Sally Got A One Track Mind a Day in The Life a Check one Two e a momenti penserete che il produttore non possa essere lo stesso.
Last but not least, uno dei più grandi pregi di questo disco è quello di suonare ben più attuale di altri prodotti usciti nello stesso periodo: I Went For Mine per esempio potrebbe benissimo passare per qualcosa di MF Doom, K.I.S.S. invece per un J. Rawls, What You Seek per materiale dei Jurassic 5 meno noiosi e Confused per un Oh No del 2004/6. Insomma -complice anche il revival degli ultimi anni- il punto è che Stunts Blunts & Hip Hop aggiunge ad un valore storico inconfutabile quello di puro godimento, anche a distanza di diciotto anni. Prova di ciò ne è il fatto che, paradossalmente, l'impressione di attualità è da me più sentita oggi che non quando acquistai originariamente questo disco, ossia nel '99 (sì, lo so, sono un marcione eccetera eccetera).
Morale della favola? Morale è che più passa il tempo e meno si tiene conto -se non della rilevanza- della bellezza di un album come Stunts Blunts & Hip Hop. Cerchiamo di evitare, ok? E prima di comprarvi l'ennesimo disco -magari anche bellino- di quest'anno, date un ascolto a Diamond D. Potreste cambiare idea circa le priorità degli acquisti. A qualcuno il pieno dei voti e lo status di classico potranno sembrare esagerati, ma francamente trovo che questo sia il migliore disco della D.I.T.C. dei primi temi nonché un'opera capace di reggere tranquillamente il confronto con cosucce tipo Mecca & The Soul Brother o Live And Let Die.





Diamond D & The Psychotic Neurotics - Stunts, Blunts & Hip Hop

VIDEO: SALLY GOT A ONE TRACK MIND

12 commenti:

Anonimo ha detto...

o_O
decisamente esagerati, sì

reiser ha detto...

Beh mal che vada ho sbagliato di mezzo; non di più però
In ogni caso preferisco questo al pur tanto apprezzato Mecca & Soul brother

Antonio ha detto...

Secondo le premesse logiche del tuo discorso (su cui sono d'accordo), il 5 non è esagerato. Io magari gli avrei dato 4 e mezzo per respirare, visti gli esagitati di Dah Shinin' che frequentano questo sito...

reiser ha detto...

Sì ma se di qui passava Emmepì ero finito in ogni caso
Domani invece stupirò con effetti speciali, non spoilerò anche perchè non gliene frega a nessuno ma vabbè

Anonimo ha detto...

5 per tutti e due anto'!
finalmente una recensione di un disco che conosco, ole'!
d'accordo su tutto , persino le virgole

djmp45

Anonimo ha detto...

In via personale sono d'accordo sul 5,ma se credo di aver ben percepito i tuoi gusti dai post di questo blog, penso che hai dato 5 per puro spirito di paraculaggine(come anche con i Cannibal)...

RoyalCeca

Antonio ha detto...

Oh, esagitati era accurato ma scherzoso, eh!

Reiser, spoilera, cazzo!

reiser ha detto...

???
Dietrologia portami via, eh?
Quando do cinque comunque cerco -salvo in casi dove dichiaro il contrario apertamente- di tenere in maggiore considerazione anche fattori oggettivi quali influenze avute negli anni successivi, impatto sul momento ecc.
Tu chiamalo, se vuoi, paraculaggine

Poi è chiaro che anche nella cerchia dei cinque stelle ci sono album più importanti o meglio riusciti (Illmatic) o più influenti (Chronic) di altri (All 4 One)

Anonimo ha detto...

FCK SQUAD,,pass dat shit,,

sono contento di vedere recensito quest'album davvero bella scelta,,personalmente penso sia davvero stupendo..all'inizio ero rimasto un po perplesso su alcune scelte di equalizzazione delle batterie..salvo poi ricredermi.infatti nonostante le 23 tracce scorre che è una cosa fina...il disco che più ho ascoltato la mattina di queste vacanze natalizie..yeeaaaah--

comunque penso proprio che ''appena ti gira il culo'' (come dici tu) potresti recensire SUL TUO BLOG..il primo cuban linx.yo

MF Ema ha detto...

D'accordissimo col 5...Classico di NY, sta cricca di ragazzi ha fatto il suono del rap nella grande mela.

Grande reis!

Anonimo ha detto...

FCK SQUAD,, O reiser ma st'effetti speciali??

reiser ha detto...

Arrivati. E ora che mi si presenti qualcuno a dirmi che Soul Food non è da cinque...