Sapete una delle cose che più mi manca della seconda metà degli anni '90? Senz'altro il non dover tornar a casa dopo il lavoro e dover stirare come stasera, certo, ma soprattutto il fatto che all'epoca potevo metter su un album e facilmente questo mi si piantava in testa pur senza essere un insulto musicale. In altre parole, non c'era solamente Hey Lover di LL Cool J ad essere dotata di un alto coefficiente d'orecchiabilità/memorabilizzabilità ma anche diversi altri album di artisti che, non a caso, da lì in poi sarebbero diventati delle star (Jay-Z, anyone?).
Oggigiorno, per quanto l'hip hop underground sappia sfornare gente decisamente talentuosa e che senz'altro apprezzo parecchio, questa peculiarità è quasi del tutto assente tra gli esordienti, e anche i veterani talvolta sembrano dimentichi del loro passato o perlomeno delle lezioni imparate durante esso. Questo è il motivo per il quale spesso risulta difficile godere di un ascolto completo di un album, tantopiù se lo si vuole usare come sottofondo. Ebbene, dopo aver testato Bored Of Education persino nelle condizioni più estreme (al lavoro, in cuffia da ubriaco la sera, mentre stiro, mentre mi faccio la doccia), posso dire con un certo entusiasmo che questo disco rappresenta quella che reputo essere la prosecuzione più genuina del tanto compianto spirit of the '90s. Questo non significa che sia perfetto, che non sia possibile fare di meglio o altro: significa semplicemente che adempie al primo dovere del rap, cioè quello di intrattenere senza necessariamente inchinarsi alle richieste del pubblico e/o scadere nei cliché qualitativamente più bassi del genere. Sarò ancora più chiaro: pur non essendoci alcuna traccia dotata di un ritornello melenso o di strofe scritte apposta per far da colonna sonora ad un particolar mood, Bored Of Education rischia di risultare molto più apprezzabile da un pubblico vasto di quanto non possa sembrare di primo acchito.
Ciò si deve principalmente ai beat, non c'è dubbio: per quanto distributi in maniera disomogenea per tutto l'arco dei 70 minuti di durata dell'LP, con la prima parte di BOD tendente ad un suono più fresco, essi vanno dal boombap più classico al campionamento di musiche mediorientali, dall'uso di vocine soul all'impiego di synth; il tutto però avviene in modo spontaneo e nient'affatto forzato, tanto che la cospicua durata del tutto quasi non si sente. Le lodi vanno dunque innanzitutto ai produttori, molti dei quali pressochè completamente sconosciuti e/o esordienti, che hanno saputo inventarsi suoni che vanno a nozze con gli stili di Mr. Medaphoar, Pumpkinhead e Block McCloud. Ciò non è semplice se si considera che i tre hanno metriche ben diverse tra loro e quindi lo sforzo compiuto dai beatmaker va applaudito con ancora maggior calore. Tanto per far la solita lista della spesa, dico che tra i pezzi migliori spicca la ruvidissima Raise Ya Hands, curata da un Illmind finalmente lontano dalle trappole del plagio nainfuonderiano; segue a ruota il singolo Tear It Down (ignoro chi siano i Beat Brewers ma di sicuro qui dimostrano di sapere cos'è una melodia), poi vi sono le grezze quanto classiche Suicide e Splash ed infine quella sottospecie di Timbaland-incontra-i-Neptunes-e-assieme-diventano-undergound che è Back In Effect. Queste -ma non solo- pur risultando molto diverse tra loro legano magnificamente in quanto ad atmosfere e quasi riescono a fungere da perfetta colonna sonora a questa sorta di omaggio indiretto a Brooklyn che è Bored Of Education.
E quando dico che è un omaggio non scherzo: a parte la valanga di riferimenti al celeberrimo quartiere nuiorchese ed a suoi mille distretti -Park Slope, Bushwick, Crown Heights, Bed-Stuy eccetera- non passa nemmeno mezzo minuto senza che uno dei tre eroi vi faccia un esplicito riferimento. Ciò naturalmente non è esattamente un pregio nel momento in cui si considera che per molti degli ascoltatori certi riferimenti potranno suonare famigliari solo perchè accennati già altrove, ma d'altro canto non me la sento di condannare con troppa ferocia questa sorta di tic lirico, visto che in fondo si potrebbe considerare come parte integrante della personalità del gruppo. Ed allo stesso modo glisso volentieri sul fatto che in Bored Of Education non vi sia traccia di contenuti che si spingano oltre il bere/fumare/trombare/rappare (mentre, che so, nel solista di Pumpkinhead la varietà era maggiore): reputo infatti che, data la comunque oggettiva difficoltà nel coordinare gli sforzi lirici e la coerenza tematica da parte di tre differenti persone, i Nostri abbiano propeso per un approccio più cazzone al tutto.
E in quest'ottica non si può negare che essi abbiano avuto un ottimo successo: sia perchè la loro idea di polleggio è molto terra-terra (vedi sopra), sia perchè la mettono in atto sfruttando sia un'indiscutibile abilità tecnica che una buona dose di sense of humor e grezzume vario ("I keep a dime on me, I stay flippin' her/ I wear it out, she tighten it up with vinegar"). E di certo aiuta il fatto che non solo i tre si distinguano nettamente per voce come per tecnica -Block McCloud abbastanza libero e prono a canticchiare, Pumpkinhead regolare ma vicino alla nuova scuola nuiorchese, Mr. Medaphoar il più vicino alle rime multisillabiche- ma che in più sappiano generalmente concepire ritornelli capaci di "staccarsi" dal pezzo e d'imprimersi nella memoria.
E' un peccato che non osino di più e che restino fondamentalmente nel territorio a loro più noto, ma il rovescio della medaglia è che perlomeno le varie prestazioni sono impeccabili (salvo un paio di scivoloni in termini di figaccioneria della metafora) raggiungendo talvolta picchi di bravura, come nel caso della strofa di Medaphoar in Raise Ya Hands o Block McCloud in Suicide. Anche le collabo sono indubbiamente ben riuscite, con Jean Grae che appare in ben tre pezzi ed Ill Bill, Keith Murray e Killah Priest che regalano ai Brooklyn Ac delle ottime strofe.
Andando a chiudere la recensione, ora, come potrei sintetizzare al meglio il motivo principale che rende Bored Of Education un disco così godibile? Forse dicendo che in questi settanta minuti di musica ruvidezza ed orecchiabilità ritrovano una sintesi che troppo sovente manca nelle pubblicazioni contemporanee. E, naturalmente, che il talento c'è ed è tangibile in ogni traccia: da non perdere.
Brooklyn Academy - Bored Of Education
VIDEO: TEAR IT DOWN
Oggigiorno, per quanto l'hip hop underground sappia sfornare gente decisamente talentuosa e che senz'altro apprezzo parecchio, questa peculiarità è quasi del tutto assente tra gli esordienti, e anche i veterani talvolta sembrano dimentichi del loro passato o perlomeno delle lezioni imparate durante esso. Questo è il motivo per il quale spesso risulta difficile godere di un ascolto completo di un album, tantopiù se lo si vuole usare come sottofondo. Ebbene, dopo aver testato Bored Of Education persino nelle condizioni più estreme (al lavoro, in cuffia da ubriaco la sera, mentre stiro, mentre mi faccio la doccia), posso dire con un certo entusiasmo che questo disco rappresenta quella che reputo essere la prosecuzione più genuina del tanto compianto spirit of the '90s. Questo non significa che sia perfetto, che non sia possibile fare di meglio o altro: significa semplicemente che adempie al primo dovere del rap, cioè quello di intrattenere senza necessariamente inchinarsi alle richieste del pubblico e/o scadere nei cliché qualitativamente più bassi del genere. Sarò ancora più chiaro: pur non essendoci alcuna traccia dotata di un ritornello melenso o di strofe scritte apposta per far da colonna sonora ad un particolar mood, Bored Of Education rischia di risultare molto più apprezzabile da un pubblico vasto di quanto non possa sembrare di primo acchito.
Ciò si deve principalmente ai beat, non c'è dubbio: per quanto distributi in maniera disomogenea per tutto l'arco dei 70 minuti di durata dell'LP, con la prima parte di BOD tendente ad un suono più fresco, essi vanno dal boombap più classico al campionamento di musiche mediorientali, dall'uso di vocine soul all'impiego di synth; il tutto però avviene in modo spontaneo e nient'affatto forzato, tanto che la cospicua durata del tutto quasi non si sente. Le lodi vanno dunque innanzitutto ai produttori, molti dei quali pressochè completamente sconosciuti e/o esordienti, che hanno saputo inventarsi suoni che vanno a nozze con gli stili di Mr. Medaphoar, Pumpkinhead e Block McCloud. Ciò non è semplice se si considera che i tre hanno metriche ben diverse tra loro e quindi lo sforzo compiuto dai beatmaker va applaudito con ancora maggior calore. Tanto per far la solita lista della spesa, dico che tra i pezzi migliori spicca la ruvidissima Raise Ya Hands, curata da un Illmind finalmente lontano dalle trappole del plagio nainfuonderiano; segue a ruota il singolo Tear It Down (ignoro chi siano i Beat Brewers ma di sicuro qui dimostrano di sapere cos'è una melodia), poi vi sono le grezze quanto classiche Suicide e Splash ed infine quella sottospecie di Timbaland-incontra-i-Neptunes-e-assieme-diventano-undergound che è Back In Effect. Queste -ma non solo- pur risultando molto diverse tra loro legano magnificamente in quanto ad atmosfere e quasi riescono a fungere da perfetta colonna sonora a questa sorta di omaggio indiretto a Brooklyn che è Bored Of Education.
E quando dico che è un omaggio non scherzo: a parte la valanga di riferimenti al celeberrimo quartiere nuiorchese ed a suoi mille distretti -Park Slope, Bushwick, Crown Heights, Bed-Stuy eccetera- non passa nemmeno mezzo minuto senza che uno dei tre eroi vi faccia un esplicito riferimento. Ciò naturalmente non è esattamente un pregio nel momento in cui si considera che per molti degli ascoltatori certi riferimenti potranno suonare famigliari solo perchè accennati già altrove, ma d'altro canto non me la sento di condannare con troppa ferocia questa sorta di tic lirico, visto che in fondo si potrebbe considerare come parte integrante della personalità del gruppo. Ed allo stesso modo glisso volentieri sul fatto che in Bored Of Education non vi sia traccia di contenuti che si spingano oltre il bere/fumare/trombare/rappare (mentre, che so, nel solista di Pumpkinhead la varietà era maggiore): reputo infatti che, data la comunque oggettiva difficoltà nel coordinare gli sforzi lirici e la coerenza tematica da parte di tre differenti persone, i Nostri abbiano propeso per un approccio più cazzone al tutto.
E in quest'ottica non si può negare che essi abbiano avuto un ottimo successo: sia perchè la loro idea di polleggio è molto terra-terra (vedi sopra), sia perchè la mettono in atto sfruttando sia un'indiscutibile abilità tecnica che una buona dose di sense of humor e grezzume vario ("I keep a dime on me, I stay flippin' her/ I wear it out, she tighten it up with vinegar"). E di certo aiuta il fatto che non solo i tre si distinguano nettamente per voce come per tecnica -Block McCloud abbastanza libero e prono a canticchiare, Pumpkinhead regolare ma vicino alla nuova scuola nuiorchese, Mr. Medaphoar il più vicino alle rime multisillabiche- ma che in più sappiano generalmente concepire ritornelli capaci di "staccarsi" dal pezzo e d'imprimersi nella memoria.
E' un peccato che non osino di più e che restino fondamentalmente nel territorio a loro più noto, ma il rovescio della medaglia è che perlomeno le varie prestazioni sono impeccabili (salvo un paio di scivoloni in termini di figaccioneria della metafora) raggiungendo talvolta picchi di bravura, come nel caso della strofa di Medaphoar in Raise Ya Hands o Block McCloud in Suicide. Anche le collabo sono indubbiamente ben riuscite, con Jean Grae che appare in ben tre pezzi ed Ill Bill, Keith Murray e Killah Priest che regalano ai Brooklyn Ac delle ottime strofe.
Andando a chiudere la recensione, ora, come potrei sintetizzare al meglio il motivo principale che rende Bored Of Education un disco così godibile? Forse dicendo che in questi settanta minuti di musica ruvidezza ed orecchiabilità ritrovano una sintesi che troppo sovente manca nelle pubblicazioni contemporanee. E, naturalmente, che il talento c'è ed è tangibile in ogni traccia: da non perdere.
Brooklyn Academy - Bored Of Education
VIDEO: TEAR IT DOWN
8 commenti:
Presi quest'album mesi fa a scatola chiusa con certe aspettative e se il rap alla fine mi ha tutto sommato soddisfatto, i beats invece... argh!
We Don't Play mi fa cacare addosso, così come That's Brooklyn e What's The Buzz, se poi ci aggiungi che ODIO il clap a scapito del rullante pestone e gli hook non sono proprio di mio gradimento (specie se fatti così..) il risultato è una mezza delusione. Ad esempio apprezzai ben di più Orange Moon Over Brooklyn di Pumpkinhead, ci fosse stato Marco Polo in dose massiccia pure qui...
Nou come puoi! Capisco che quattro Invicta possa sembrare esagerato (d'altronde i miei voti sono in buona parte soggettivi) ma davvero non comprendo come uno non possa sburrare di fronte al mood cazzeggiaro di 'sto di disco
I ritornelli per me sono delle chicche, chiaro che Block McCloud non è DV Alias Khrist ma rispetto a buona parte delle mattonate che tocca subire (es.: EMC) è un genio
solo per puntualizzare fastidiosamente che "affatto" è rafforzativo..."affatto forzati" vuol dire molto forzati...penso che il senso della frase sia l'opposto..
Infatti, solito refusone da scrittura sul computer
mo' correggo
Anche a me non hanno entusiasmato i beat.
BRA
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