"Vox populi, vox dei" diceva quello; probabilmente non aveva mai dovuto svegliarsi sapendo che gli sarebbe toccato recensire un album che conosce a menadito e del quale paradossalmente non avrebbe saputo bene che scrivere. Ma pazienza: la prossima volta rifletterò più a lungo su quali dischi mettere sul piatto, e poi diciamo che in fondo ci sono cose peggiori che sentirsi un disco del miglior duo della storia dell'hip hop. Anzi, non solo un disco: secondo molti, Daily Operation è il miglior disco dei Gangstarr, e se andiamo a vedere il resto della loro discografia siamo obbligati a renderci conto che quest'affermazione pesa parecchio.
Per quel che mi riguarda non condivido appieno l'opinione riportata poc'anzi, ma forse solo per questioni anagrafiche; io difatti gli preferisco Moment Of Truth in quanto ha marcato a fuoco in tempo reale la mia adolescenza, tuttavia non ho remore a porre la loro opera del '92 sullo stesso piano qualitativo (e questo lo dico anche per tener buono DjMP45 che sennò mi fa sfaceli nei commenti). Daily Operation è infatti un concentrato di ruvidità nuiorchese che pur non perdendo l'impronta jazzistica di Step In The Arena si spinge oltre, le conferisce un taglio più pesante e così facendo contribuisce enormemente a creare una base per quello che a partire dal tardo '94 diventerà il tipico sound della rinascita della Grande Mela.
Ma non vorrei sperticarmi troppo in elogi a Primo, per quanto meritatissimi: ricordiamoci infatti che l'apporto di Guru e della sua voce baritonale è sempre stato essenziale per la buona riuscita di qualsiasi produzione dei Gangstarr, e qui Keith Elam è decisamente al meglio della sua forma. Pezzi come Conspiracy, Flip The Script, Ex Girl To Next Girl o la superba Soliloquy Of Chaos dimostrano tutto il talento del nativo bostoniano, che pur mantenendo inalterato il suo tono di voce riesce a far mutare atmosfera al pezzo tanto quanto lo fanno i campioni e le batterie di Chris Martin. non scordiamoci inoltre del fatto che la versatilità concettuale del Nostro è da sempre uno dei suoi punti di forza, tanto che essa, quando combinata al suo innegabile carisma, va a chiudere una sorta di cerchio perfetto del rap dove l'alchimia tra MC e produttore si fa notare in tutta la sua impareggiabile efficacia.
Più nel dettaglio, apprezziamo innanzitutto l'ode a Brooklyn di The Place Where We Dwell: pur concdendo di aver sentito campioni in sè e per sè più belli di Cannonball Adderley, tra le odi a Brooklyn questa svetta sia per il mood che riesce a creare grazie al minimalismo dato dalle batterie e dal classico sample di Go Stetsa, sia per la sobria passione di Guru nel descrivere il suo quartiere d'adozione: "Alantic terminals, Red Hook, Bushwick/ Come to Brooklyn frontin' and you'll get mushed quick/ We ain't just known for flipping and turning out parties/ But also for the take no bullshit hotties/ On the subject of blackness, well, let me share this/ Brooklyn is the home for cultural awareness/ So in all fairness, you can never compare this/ Some good, some bad, little hope for the weak/ Dangerous streets and Coney Island Beach". Poco più di una strofa e due minuti e mezzo sono sufficienti a Guru per dipingere un quadro completo di Brooklyn, e così quando finisce la traccia si resta un po' spiazzati di fronte alla potenza delle batterie di Flip The Script: queste da sole basterebbero a reggere l'intero pezzo, ma un brevissimo sample contribuisce a mantenere l'equilibrio tra liriche e beat e, quando infine entra il ritornello, credo che chiunque abbia la mia età se non meno rimpiangerà di non aver mai assistito ad un'esecuzione dal vivo.
Ebbene, quando oramai uno pensa di aver carpito il sound dell'album e dei Gangstarr tout court, ecco che salta fuori Ex Girl To Next Girl: tralasciando il fatto che è la terza bomba di fila in un solo disco, nuovamente si resta spiazzati. Il jazz leggero di Step In The Arena fa di nuovo capolino ed abbassa i toni finora mantenuti, grazie anche ad uno storytelling invero cinico che è il seguito ideale di Lovesick e che, contrariamente alla precedentrice, a ragione entrerà nel novero dei capolavori del gruppo.
Ma francamente basta leggere la tracklist di qualsiasi greatest hits dei Gangstarr per notare quanti dei pezzi contenuti in Daily Operation puntualmente vengano indicati come pietre miliari: Soliloquy Of Chaos, Bust Yo Shit, Take It Personal, I'm The Man... senza poi contare quelle che avrebbero meritato un posto ma che solo a causa dello spazio disponibile non hanno mai potuto essere incluse: Hardcore Composer, Conspiracy, Flip The Script... insomma, come nelle antologie del Wu andrebbe messo tutto 36 Chambers, in quelle dei Gangstarr andrebbe messo tutto Daily Operation, molto semplice. Soprattutto perchè l'album è costruito in modo tale da rapire l'ascoltatore e mostrargli, canzone per canzone, tutte le sfaccettature artistiche del duo. Così facendo lo si può ascoltare di filata anche due o tre volte senza grossi problemi perchè per quanto essa contenga oggettivamente delle manate capaci di richiamare tutta la concentrazione del fruitore (Soliloquy Of Chaos in primis, assolutamente pezzo migliore del disco), esso fluisce perfettamente.
E, fluendo nelle nostre orecchie in questo triste 2009, ci aiuta enormememnte a ripulirle dalle tante porcherie che finora le hanno insozzate. Purtroppo però ci fa anche rimpiangere i cari bei vecchi tempi, perchè di album così non se ne faranno più: la ricchezza dei campioni, la varietà degli argomenti, la sporcizia del suono che oggi può solamente essere ricreata ex post (cfr. il tremendo Fully Loaded w/ Statik dei Beatminerz) sono ormai segni di un'epoca passata. Certamente, dischi belli verranno ancora prodotti -e credo che la crisi del mercato aiuterà molto in tal senso- ma come Daily Operation no. Ma consoliamoci sapendo che così come nella letteratura ci sono opere non più riproducibili, esse comunque si sono ben guadagnate un posto nella storia e lì restano. Certo, mi si obietterà che oramai sono in pochi a venerare Daily Operation ed ancor meno ad averlo in mente quando producono un disco; io posso solo rispondere che nemmeno Federico Moccia sa chi sia Fenoglio, ma a dio piacendo di Moccia nessuno si ricorderà più tra dieci anni, contrariamente a quel che avverrà con l'autore de Il Partigiano Johnny.
Gangstarr - Daily Operation
VIDEO: TAKE IT PERSONAL
Per quel che mi riguarda non condivido appieno l'opinione riportata poc'anzi, ma forse solo per questioni anagrafiche; io difatti gli preferisco Moment Of Truth in quanto ha marcato a fuoco in tempo reale la mia adolescenza, tuttavia non ho remore a porre la loro opera del '92 sullo stesso piano qualitativo (e questo lo dico anche per tener buono DjMP45 che sennò mi fa sfaceli nei commenti). Daily Operation è infatti un concentrato di ruvidità nuiorchese che pur non perdendo l'impronta jazzistica di Step In The Arena si spinge oltre, le conferisce un taglio più pesante e così facendo contribuisce enormemente a creare una base per quello che a partire dal tardo '94 diventerà il tipico sound della rinascita della Grande Mela.
Ma non vorrei sperticarmi troppo in elogi a Primo, per quanto meritatissimi: ricordiamoci infatti che l'apporto di Guru e della sua voce baritonale è sempre stato essenziale per la buona riuscita di qualsiasi produzione dei Gangstarr, e qui Keith Elam è decisamente al meglio della sua forma. Pezzi come Conspiracy, Flip The Script, Ex Girl To Next Girl o la superba Soliloquy Of Chaos dimostrano tutto il talento del nativo bostoniano, che pur mantenendo inalterato il suo tono di voce riesce a far mutare atmosfera al pezzo tanto quanto lo fanno i campioni e le batterie di Chris Martin. non scordiamoci inoltre del fatto che la versatilità concettuale del Nostro è da sempre uno dei suoi punti di forza, tanto che essa, quando combinata al suo innegabile carisma, va a chiudere una sorta di cerchio perfetto del rap dove l'alchimia tra MC e produttore si fa notare in tutta la sua impareggiabile efficacia.
Più nel dettaglio, apprezziamo innanzitutto l'ode a Brooklyn di The Place Where We Dwell: pur concdendo di aver sentito campioni in sè e per sè più belli di Cannonball Adderley, tra le odi a Brooklyn questa svetta sia per il mood che riesce a creare grazie al minimalismo dato dalle batterie e dal classico sample di Go Stetsa, sia per la sobria passione di Guru nel descrivere il suo quartiere d'adozione: "Alantic terminals, Red Hook, Bushwick/ Come to Brooklyn frontin' and you'll get mushed quick/ We ain't just known for flipping and turning out parties/ But also for the take no bullshit hotties/ On the subject of blackness, well, let me share this/ Brooklyn is the home for cultural awareness/ So in all fairness, you can never compare this/ Some good, some bad, little hope for the weak/ Dangerous streets and Coney Island Beach". Poco più di una strofa e due minuti e mezzo sono sufficienti a Guru per dipingere un quadro completo di Brooklyn, e così quando finisce la traccia si resta un po' spiazzati di fronte alla potenza delle batterie di Flip The Script: queste da sole basterebbero a reggere l'intero pezzo, ma un brevissimo sample contribuisce a mantenere l'equilibrio tra liriche e beat e, quando infine entra il ritornello, credo che chiunque abbia la mia età se non meno rimpiangerà di non aver mai assistito ad un'esecuzione dal vivo.
Ebbene, quando oramai uno pensa di aver carpito il sound dell'album e dei Gangstarr tout court, ecco che salta fuori Ex Girl To Next Girl: tralasciando il fatto che è la terza bomba di fila in un solo disco, nuovamente si resta spiazzati. Il jazz leggero di Step In The Arena fa di nuovo capolino ed abbassa i toni finora mantenuti, grazie anche ad uno storytelling invero cinico che è il seguito ideale di Lovesick e che, contrariamente alla precedentrice, a ragione entrerà nel novero dei capolavori del gruppo.
Ma francamente basta leggere la tracklist di qualsiasi greatest hits dei Gangstarr per notare quanti dei pezzi contenuti in Daily Operation puntualmente vengano indicati come pietre miliari: Soliloquy Of Chaos, Bust Yo Shit, Take It Personal, I'm The Man... senza poi contare quelle che avrebbero meritato un posto ma che solo a causa dello spazio disponibile non hanno mai potuto essere incluse: Hardcore Composer, Conspiracy, Flip The Script... insomma, come nelle antologie del Wu andrebbe messo tutto 36 Chambers, in quelle dei Gangstarr andrebbe messo tutto Daily Operation, molto semplice. Soprattutto perchè l'album è costruito in modo tale da rapire l'ascoltatore e mostrargli, canzone per canzone, tutte le sfaccettature artistiche del duo. Così facendo lo si può ascoltare di filata anche due o tre volte senza grossi problemi perchè per quanto essa contenga oggettivamente delle manate capaci di richiamare tutta la concentrazione del fruitore (Soliloquy Of Chaos in primis, assolutamente pezzo migliore del disco), esso fluisce perfettamente.
E, fluendo nelle nostre orecchie in questo triste 2009, ci aiuta enormememnte a ripulirle dalle tante porcherie che finora le hanno insozzate. Purtroppo però ci fa anche rimpiangere i cari bei vecchi tempi, perchè di album così non se ne faranno più: la ricchezza dei campioni, la varietà degli argomenti, la sporcizia del suono che oggi può solamente essere ricreata ex post (cfr. il tremendo Fully Loaded w/ Statik dei Beatminerz) sono ormai segni di un'epoca passata. Certamente, dischi belli verranno ancora prodotti -e credo che la crisi del mercato aiuterà molto in tal senso- ma come Daily Operation no. Ma consoliamoci sapendo che così come nella letteratura ci sono opere non più riproducibili, esse comunque si sono ben guadagnate un posto nella storia e lì restano. Certo, mi si obietterà che oramai sono in pochi a venerare Daily Operation ed ancor meno ad averlo in mente quando producono un disco; io posso solo rispondere che nemmeno Federico Moccia sa chi sia Fenoglio, ma a dio piacendo di Moccia nessuno si ricorderà più tra dieci anni, contrariamente a quel che avverrà con l'autore de Il Partigiano Johnny.
Gangstarr - Daily Operation
VIDEO: TAKE IT PERSONAL
11 commenti:
è la prima volta che vedo 5 invicta!
wow
Li ho anche dati ai Tribe, ai Cunninlynguists e a Live & Let Die di G Rap & DJ Polo
Quasi quasi ci faccio una sorta di sottocategoria
FCK SQUAD.''take it personal''..bèh che cazzo c'è da commentare?.vorrei solo tanto(ma proprio tanto) che nessuno ignori tale disco anche i non bboyz..comunque mah.quando penso a dischi come questo sento la necessità di un qualcosa vagamente alla matrix. che ti riporti letteralmente indietro, rispetto alla merda do oggi.o bu quella storia degli x-men,dove i personaggi si trovano in mondi paralleli dove le sentunelle hanno relegato i mutanti,privandoli dei loro poteri,in ''campi di concentramento''.ECCO io vorrei essere le sentinelle: distruggere la civiltà e relegare i pezzi di merda dell'hip hop,in campi di concentramento,privandoli di tutte le loro attrezzature con le quali hanno creato merdofonie assurde....e indovinate che cosa risuona nel campo di concentramento?....
...I'M THE GURU, AND WHAT YOU WANNA DO WHEN I STEP TO YOU,AND WHEN I PAY YOU BACK I'LL BE HURTING YOU.THIS ANìINT NO THREAT SO TAKE IT PERSONAL......risuona questo l'ho dowuto postare dopo mah...FCK SQUAD
FCK SQUAD comunque se nn sbajo l'hai messo anche agli onyx...ma non mi è chiara na cosa...non dowewi recensire hard to earn?
Minchia oh è vero dovrei smetterla di bere
Vabeh dai magari faccio Gangstarr's Day così rimedio, tanto Jewelz ora come ora non ho la benché minima voglia di recensirlo.
eheh ti capisco reisa recta..comunque aggiungi anchegli onyx al the 5 backpack winners..passando ad altro.per quanto riguarda il discorso della grafica sto ''laworando'' temporaneamente su inkscape che ho trowato gratis sul web.e nn mi sembra maluccio..a giorni riempio la città di adesiwi MEGA..
pure a word...life (giustamente) hai dato 5 invicta
Grazie a tutti, aggiornato
madò...i gang starr?mi arrendo...no no tranquillo,mi arrendo...non insistere mi arrendo alzo le mani...madò...e che devo dire?mi arrendo.
urca.. comunque aggiungo che, a maggior ragione per quest'album, andrebbe ascoltato in versione wave, su cd, su un bell'impianto che è in grado di pomparlo bene.
Risentendo alcuni pezzi in .mp3 in cuffia sono rabbrividito, perdono davvero tantissimo.. in "take it personal" la batteria quasi scompare all'udito.
per il resto la naturalezza dei beat e dei sample è tanto grezza quanto potente. yo!
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