Prosegue la settimana lavorativa hardcore e proseguono i tentativi da parte mia di mantenere aggiornato il blog senza eccedere in fesserie. Oggi tutto questo mi risulta facilitato dalla scelta di recensire il terzo album solista (a voler essere fiscali il secondo) di Lord Finesse, uscito ormai nel lontano 1995, che non solo conosco bene ma che ha la peculiarità di essere, in buona sostanza, un EP. Non lasciatevi infatti confondere dalla numerazione della tracklist: vi sono sì sedici nomi di pezzi, ma soltanto nove di essi corrispondono a canzoni vere e proprie.
Ma prima di addentrarmi anche in questo aspetto, un po' di sano ed inutile background: come ho conosciuto Lord Finesse? Diciamo per puro caso (tenete presente che nel '95-'96 ero tutto fuorchè l'enciclopedico pozzo di scienza che sono ora): durante il concerto dei Cypress hill del '96, infatti, gli organizzatori o chissa chi offrivano in omaggio un vecchio numero di Aelle, mi pare addirittura risalente all'ottobre dell'anno precedente, in cui tra le altre cose vi era un'intervista a Bassi Maestro. Bassi Maestro il quale, nel pieno della polemica su coloro che egli definiva gli estimatori, ad un certo punto citava The Awakening come esempio di disco riuscito benissimo nonostante non vi si esprimesse alcun tipo di concetto particolare. Ebbene, siccome erano ormai diveri mesi che vedevo questo album sugli scaffali dell'ormai defunto Virgin di piazza Duomo, decisi di dargli una chance. Del resto, le alternative per me papabili erano Mr. Smith e All Eyez On Me, che peraltro già avevo.
In tutta onestà il CD non mi piacque affatto, ad eccezione di un pezzo: lo straordinario remix di Brainstorm, che non a caso annovero ancor'oggi tra le mie venti canzoni preferite di sempre. Il resto, detto molto onestamente, mi pareva abbastanza una puzzetta e perciò lasciai l'opera a prendere polvere sugli scaffali per qualche tempo. Ma in breve il mio interesse per la D.I.T.C. cominciò a crescere e così concessi più e più opportunità d'ascolto a The Awakening fino a quando il mio giudizio non si formò completamente. Ve lo anticipo? Massì che ve lo anticipo: incredibilmente, confermo la mia opinione di neofita dicendo che Awakening è piuttosto una puzzetta. Ma attenzione: nel '96 lo pensai per via di una certa amelodia dei beat che mi rendeve il tutto indigesto, mentre oggi lo penso perchè conosco meglio l'opera e dunque le capacità di Finesse e pertanto, ciò che egli ci serve come portata, non mi sembra particolarmente ben riuscito; e per giunta il tutto risulta di una brevità -oltretutto danneggiata da continue interruzioni- secondo me difficilmente giustificabile. Ma entriamo nel dettaglio partendo dai momenti buoni.
Ecco: i momenti buoni, quando ci sono, sono tali che da un lato fanno cadere la mascella e dall'altro però portano a dubitare che chi ha creato una Speak Ya Peace possa essere la medesima persona autrice di una Gameplan. Prendiamo appunto Speak Ya Peace: tutta l'essenza del suono nuiorchese dell'epoca si può ritrovare nel taglio del sample vocale, nella linea di basso, nei campioni mescolati di sax e campane eoliche che vanno a conferire un'atmosfera claustrofobica al tutto e nei puntuali charleston serratissimi che accompagnano le solite cassa e rullante (un retaggio tipico del passato). Oppure anche il loop bitonale di basso che nella sua sola essenzialità, e nuovamente assistito solamente da una sporadica apparizione di tromba riverberata, riesce a mantenere in piedi la bellissima Actual Facts. Senza poi contare il modo in cui viene usato il campione dell'onnipresente Snow Creatures di Quincy Jones per Brainstorm: questo sarebbe infatti di per sè breve (nell'originale), ma viene tirato ad un punto tale che il risultato finale è a metà tra uno stridio di gesso sulla lavagna ed un lamento: incredibile. Insomma, senza voler star qui a fare la biopsia di tutti i beat, mi preme sottolineare -anche se non dovrebbe essere necessario- come Lord Finesse sia ampiamente capace di produrre autentiche perle del beatmaking capaci di durare nel tempo.
Ed anche come emsì il Nostro è ormai da tempo sottovalutato, e questo benchè agli inizi degli anni '90 si fosse piazzato secondo al MC Superbowl perdendo contro nientepopòdimeno che Supernatural. Beh, nel caso, i suoi dischi sono il miglior memento del suo talento di battle rapper. Infatti, tolte un paio di eccezioni irrilevanti ai fini della regola (S.K.I.T.S., per dirne una), Finesse è sempre stato uno che ha posto la punchline sopra a tutto. Un approccio, questo, che potrebbe venire a noia ma che grazie ad un indiscutibile sense of humor ed una innegabile fantasia riesce quasi sempre a convincere anche se a distanza di così tanti anni alcune appaiono quasi ingenue ("I'm on the rise like afros in the 70s"). Oltre a ciò, la sua tecnica fortemente radicata nello stile della Grande Mela e la sua voce nasale contribuiscono a rendere l'intero "pacchetto" di indubbia godibilità per qualsiasi appassionato del genere come del resto dimostrano anche alcune tracce soliste qui presenti (su tutte Flip Da Style).
Purtroppo, però -e qui cominciano i difetti- la prima cosa che balza all'occhio è l'abbondare di featuring di vario genere. Intendiamoci: sono pure di qualità (O.C., KRS One, Large Pro, Sadat X e Grand Puba cacciano strofe da applausi) ma oltre a "bruciare" il protagonista principale fanno sorgere la domanda se si stia ascoltando un solista o una compilation. In fondo, se compro Lord Finesse è perchè vorrei sentire Lord Finesse, giusto? Tutto il resto è grasso che cola, ma qui il rapporto è di 50 a 50 su un numero complessivo di tracce davvero basso. E, come a peggiorare le cose, sono proprio i pezzi solisti a soffrire maggiormente di beat relativamente scadenti o anonimi: Flip Da Style, ad esempio, sfoggia un campione di xilofono non esattamente memorabile, mentre True And Livin' e Food For Thought sembrano due versioni lievemente modificate della stessa idea. Meglio va con Hip 2 Da Game, che è perlomeno "memorabile" nell'accezione più stretta del termine, ma che comunque appare manieristica nell'approccio pimpalicious non a caso già sentito e risentito in quegli anni (O.C., Mic Geronimo, AZ, Ill Al Skratch eccetera eccetera) e che pure liricamente lascia il tempo che trova (cfr. Gameplan).
Last but not least, l'orgia di skittini allunga il brodo con le cazzate in un modo francamente imperdonabile. A chi importa sentire Doo Wop o MC Lyte dire coglionate random tra un pezzo e l'altro? Peggio ancora, poi, se ad accompagnare i deliri degli "ospiti" ci sono basi contenenti idee ben più interessanti di quelle poi effettivamente realizzate e trasformate in canzoni vere e proprie.
Insomma, come dicevo all'inizio, rispetto agli standard di Finesse questo Awakening è una puzzetta. Spiace dirlo, ma è così. Certi errori e certe altre facilonerie, del resto assenti nei suoi lavori precedenti, risultano onestamente incomprensibili e davvero contribuiscono in maniera determinante ad affossare quel che di buono c'è nell'opera la quale. Insomma, malgrado vi siano tre pezzi da 90 come Brainstorm, Speak Ya Peace e Actual Facts (traccia bonus per la sola edizione su CD) e malgrado l'emceeing sia sempre su buoni livelli, non posso dare più di tre zainetti al tutto.
Lord Finesse - The Awakening
VIDEO: ACTUAL FACTS
Ma prima di addentrarmi anche in questo aspetto, un po' di sano ed inutile background: come ho conosciuto Lord Finesse? Diciamo per puro caso (tenete presente che nel '95-'96 ero tutto fuorchè l'enciclopedico pozzo di scienza che sono ora): durante il concerto dei Cypress hill del '96, infatti, gli organizzatori o chissa chi offrivano in omaggio un vecchio numero di Aelle, mi pare addirittura risalente all'ottobre dell'anno precedente, in cui tra le altre cose vi era un'intervista a Bassi Maestro. Bassi Maestro il quale, nel pieno della polemica su coloro che egli definiva gli estimatori, ad un certo punto citava The Awakening come esempio di disco riuscito benissimo nonostante non vi si esprimesse alcun tipo di concetto particolare. Ebbene, siccome erano ormai diveri mesi che vedevo questo album sugli scaffali dell'ormai defunto Virgin di piazza Duomo, decisi di dargli una chance. Del resto, le alternative per me papabili erano Mr. Smith e All Eyez On Me, che peraltro già avevo.
In tutta onestà il CD non mi piacque affatto, ad eccezione di un pezzo: lo straordinario remix di Brainstorm, che non a caso annovero ancor'oggi tra le mie venti canzoni preferite di sempre. Il resto, detto molto onestamente, mi pareva abbastanza una puzzetta e perciò lasciai l'opera a prendere polvere sugli scaffali per qualche tempo. Ma in breve il mio interesse per la D.I.T.C. cominciò a crescere e così concessi più e più opportunità d'ascolto a The Awakening fino a quando il mio giudizio non si formò completamente. Ve lo anticipo? Massì che ve lo anticipo: incredibilmente, confermo la mia opinione di neofita dicendo che Awakening è piuttosto una puzzetta. Ma attenzione: nel '96 lo pensai per via di una certa amelodia dei beat che mi rendeve il tutto indigesto, mentre oggi lo penso perchè conosco meglio l'opera e dunque le capacità di Finesse e pertanto, ciò che egli ci serve come portata, non mi sembra particolarmente ben riuscito; e per giunta il tutto risulta di una brevità -oltretutto danneggiata da continue interruzioni- secondo me difficilmente giustificabile. Ma entriamo nel dettaglio partendo dai momenti buoni.
Ecco: i momenti buoni, quando ci sono, sono tali che da un lato fanno cadere la mascella e dall'altro però portano a dubitare che chi ha creato una Speak Ya Peace possa essere la medesima persona autrice di una Gameplan. Prendiamo appunto Speak Ya Peace: tutta l'essenza del suono nuiorchese dell'epoca si può ritrovare nel taglio del sample vocale, nella linea di basso, nei campioni mescolati di sax e campane eoliche che vanno a conferire un'atmosfera claustrofobica al tutto e nei puntuali charleston serratissimi che accompagnano le solite cassa e rullante (un retaggio tipico del passato). Oppure anche il loop bitonale di basso che nella sua sola essenzialità, e nuovamente assistito solamente da una sporadica apparizione di tromba riverberata, riesce a mantenere in piedi la bellissima Actual Facts. Senza poi contare il modo in cui viene usato il campione dell'onnipresente Snow Creatures di Quincy Jones per Brainstorm: questo sarebbe infatti di per sè breve (nell'originale), ma viene tirato ad un punto tale che il risultato finale è a metà tra uno stridio di gesso sulla lavagna ed un lamento: incredibile. Insomma, senza voler star qui a fare la biopsia di tutti i beat, mi preme sottolineare -anche se non dovrebbe essere necessario- come Lord Finesse sia ampiamente capace di produrre autentiche perle del beatmaking capaci di durare nel tempo.
Ed anche come emsì il Nostro è ormai da tempo sottovalutato, e questo benchè agli inizi degli anni '90 si fosse piazzato secondo al MC Superbowl perdendo contro nientepopòdimeno che Supernatural. Beh, nel caso, i suoi dischi sono il miglior memento del suo talento di battle rapper. Infatti, tolte un paio di eccezioni irrilevanti ai fini della regola (S.K.I.T.S., per dirne una), Finesse è sempre stato uno che ha posto la punchline sopra a tutto. Un approccio, questo, che potrebbe venire a noia ma che grazie ad un indiscutibile sense of humor ed una innegabile fantasia riesce quasi sempre a convincere anche se a distanza di così tanti anni alcune appaiono quasi ingenue ("I'm on the rise like afros in the 70s"). Oltre a ciò, la sua tecnica fortemente radicata nello stile della Grande Mela e la sua voce nasale contribuiscono a rendere l'intero "pacchetto" di indubbia godibilità per qualsiasi appassionato del genere come del resto dimostrano anche alcune tracce soliste qui presenti (su tutte Flip Da Style).
Purtroppo, però -e qui cominciano i difetti- la prima cosa che balza all'occhio è l'abbondare di featuring di vario genere. Intendiamoci: sono pure di qualità (O.C., KRS One, Large Pro, Sadat X e Grand Puba cacciano strofe da applausi) ma oltre a "bruciare" il protagonista principale fanno sorgere la domanda se si stia ascoltando un solista o una compilation. In fondo, se compro Lord Finesse è perchè vorrei sentire Lord Finesse, giusto? Tutto il resto è grasso che cola, ma qui il rapporto è di 50 a 50 su un numero complessivo di tracce davvero basso. E, come a peggiorare le cose, sono proprio i pezzi solisti a soffrire maggiormente di beat relativamente scadenti o anonimi: Flip Da Style, ad esempio, sfoggia un campione di xilofono non esattamente memorabile, mentre True And Livin' e Food For Thought sembrano due versioni lievemente modificate della stessa idea. Meglio va con Hip 2 Da Game, che è perlomeno "memorabile" nell'accezione più stretta del termine, ma che comunque appare manieristica nell'approccio pimpalicious non a caso già sentito e risentito in quegli anni (O.C., Mic Geronimo, AZ, Ill Al Skratch eccetera eccetera) e che pure liricamente lascia il tempo che trova (cfr. Gameplan).
Last but not least, l'orgia di skittini allunga il brodo con le cazzate in un modo francamente imperdonabile. A chi importa sentire Doo Wop o MC Lyte dire coglionate random tra un pezzo e l'altro? Peggio ancora, poi, se ad accompagnare i deliri degli "ospiti" ci sono basi contenenti idee ben più interessanti di quelle poi effettivamente realizzate e trasformate in canzoni vere e proprie.
Insomma, come dicevo all'inizio, rispetto agli standard di Finesse questo Awakening è una puzzetta. Spiace dirlo, ma è così. Certi errori e certe altre facilonerie, del resto assenti nei suoi lavori precedenti, risultano onestamente incomprensibili e davvero contribuiscono in maniera determinante ad affossare quel che di buono c'è nell'opera la quale. Insomma, malgrado vi siano tre pezzi da 90 come Brainstorm, Speak Ya Peace e Actual Facts (traccia bonus per la sola edizione su CD) e malgrado l'emceeing sia sempre su buoni livelli, non posso dare più di tre zainetti al tutto.
Lord Finesse - The Awakening
VIDEO: ACTUAL FACTS
10 commenti:
Mamma mia Brainstorm, mamma mia...
3 zaini ci stanno, proprio perchè la cosa che più mi infastidisce in questo album sono i continui skit, purtroppo conditi da brevi spezzoni dei miglior beats di Finesse. Avesse scambiato le basi usate per le tracce vere e proprie con quelle degli skit appunto, avrei azzardato 4 zaini.
Labcabincadorna a quando? :D
Onesto: boh? Se l'andazzo al lavoro prosegue invariato lungo i binari di ieri e l'altro ieri mi sa che dovrò giocoforza approfittare del ponte
Anche perchè -davvero- l'ho riascoltato e m'ha abbastanza fatto cagare. Mah spero che sia stato un momento di debolezza
EH?!? No dai, addirittura cacare no... vabbè, approfitta della calma del ponte per farti un riascolto in tranquillità, magari ti scende meglio. ;)
Cagare?!? Dai, anche senza volersi entusiasmare per forza bastano "Runnin'" e "Drop" per evitare qualunque effetto diuretico...
BRA
www.rapmaniacz.com
ah mi piange il cuore a vedere solo tre zainettini...a me 'sto, pur essendo cosciente che tutte le cose che hai detto sono vere, mi piace veramente un sacco! non riuscirei a valutarlo oggettivamente credo.
sinceramente anche a me labcabincalifornia non mi ha esaltato come avrebbe dovuto...preferisco decisamente bizzarre II ride.
cmq passando sul sito della duck down ho dato un ascolto ad alcune tracce del cd di torae e marco polo è non mi è parso male...sopratutto hold up mi è parsa carina...e cmq ci sono smooth & trigga sul cd di steelee
funky technician 5
return of the funky man 4.5
awakening 3.5
djmp45
http://rapmaniacs.com/?p=636
Come farne a meno?
"Omar EPPS"
"Mekhi PHIFER"
"Sticky FINGAZ"
...già solo per questo si può dedurre la bontà del tutto. Blame it on the Hughes Bros.
Come Riccardo, neanche io posso giudicare oggettivamente st'album...Dal primo ascolto mi innamorai dell'MC (che rivalutai un casino proprio dopo aver sentito l'album) e sopratutto io trovo i beat eccellenti...Sul fatto delle Skits hai ragione e le skippo spesso ma di dischi con skit a buffo ne sento parecchi e non me ne faccio un problema così grosso, tant'è che personalmente in tutta la cricca della D.I.T.C. solo OC ha cacciato un album migliore (Word...Life).
Cmq buona recensione ;)
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