lunedì 22 marzo 2010

AA.VV. - RHYME & REASON (Priority, 1997)

In teoria questa dovrebbe essere una settimana abbastanza impegnativa al lavoro, e per giunta oggi non mi sento troppo bene; ne consegue che, al di là del numero di recensioni in quanto tale, ridurrò di molto la lunghezza delle stesse optando ovviamente per dischi che mi consentano di far questo. Questo a mo' di disclaimer -ora veniamo al disco.
Primo della serie è una delle tante colonne sonore che uscirono intorno alla metà degli anni '90 e che, salvo rarissime eccezioni, spesso si tradussero in discrete cacatielle di nessuna utilità; con al massimo una o due canzoni carine che facevano traino ad un carico di gentaglia strappata ai cantieri stradali. Ebbene, se Rhyme & Reason non fa parte di questa categoria già solo per via del calibro dei nomi coinvolti, è però pur vero che l'andamento qualitativo scostante del disco nemmeno lo può rendere paragonabile a piccole chicche del genere come Soul In The Hole o America Is Dying Slowly. Difatti, ad ascolto terminato è più che probabile che noteremo innanzitutto uno squilibrio che pende a favore della prima metà di R&R, dove si trovano quattro dei cinque pezzi belli di questa colonna sonora; e poi, in secondo luogo che, ad eccezione dei suddetti, il resto del materiale non è neanche «passabile», ma proprio brutto ed incoerente.
Ma laddove l'incoerenza si può giustificare col fatto che il film è un documentario che si occupa del rap a livello nazionale (e dunque è giusto che ad essere rappresentata sia l'America tutta e le varie differenze stilistiche legate alle regioni di provenienza degli MC), meno si comprende come mai siano stati accettati brani da parte di artisti rispettati come MC Eiht o KRS One che indiscutibilmente si collocano sotto la media del loro output. Perchè se posso accettare che un Master P produca schifezzuole in odore di funk californiano, se non mi stupisce che delle brutte copie dei Bone Thugs 'N' Harmony come i Crucial Conflict partoriscano una cacata immonda come Bogus Mayn, e se posso tollerare che Nyoo & DeCoca (chi!?!) rientrino nella categoria dei raccomandati di turno, quello che -no, proprio no- non posso comprendere è come mai RZA perda il senno e se ne esca con una Tragedy. Oppure, che KRS One campioni Don't Play That Song di Ben King (identica alla più famosa Stand By Me, peraltro) per lanciarsi in una delle sue prediche più fiacche di sempre. E che dire dei Lost Boyz, allora?, che se da un lato non sono mai stati famosi per aver prodotto canzoni di spessore, dall'altro perlomeno sapevano concepire pezzi come Music Makes Me High che facevano il loro dovere. Mah: sta di fatto che su quindici tracce almeno otto o nove vanno buttate nel cesso per direttissima e senza possibilità d'appello.
Ma per fortuna ci sono quelle cinque che un po' salvano la baracca e, anzi, conservano un che di memorabile anche a distanza di tanto tempo. La prima è la sconosciuta The Way It Iz, in cui Guru, Lil' Dap e tale Kai:Bee si cimentano in un pezzo «street conscious» di chiara matrice gangstarriana che fa del beat -autoprodotto dal signor Elam- la propria forza; il campione di flauto di pan è infatti assolutamente spettacolare, e il suo alternarsi con una linea di basso filtrata è indiscutibilmente magnifico. Le batterie picchiano sui timpani e questo, se aggiunto a pause e svuotini piazzati sempre al punto giusto (vedi la seconda strofa di Guru), oltre ad un ritornello semplice ma efficace, la rende indubbiamente il pezzo più bello di Rhyme & Reason nonché una delle mie tracce preferite degli anni '90. Non esagero: quel beat è qualcosa di superbo e non conosco nessuno che l'abbia ascoltata restandovi indifferente. CA-PO-LA-VO-RO, non si discute, ascoltare per credere.
Più in basso, ma sempre in zona «molto bello», si trova la collabo tra Busta Rhymes e Q-Tip intitolata Wild Hot. Incentrata su un arpeggio tratto da The Human Fly di Lalo Schifrin, la traccia regge benissimo l'età grazie ai due MC in perfetta forma e la breve durata del tutto (due strofe appena), che ne sottolinea il minimalismo ed al contempo enfatizza l'ottima strofa di Busta. Stesso coefficiente di apprezzamento si ritrova in Nothin' But The Cavi Hit, uno dei pochi esempi di tarda scuola Death Row che non risulta invecchiato come aceto. Il merito principale va all'ottimo emceeing di Kurupt, certo, ma anche il beat prodotto da Daz (che sceglie un tiro veloce per le batterie ed un bel sample di xilofono, limitando al minimo i synth) gioca una sua parte, così come in fondo anche Mack 10 riesce a fare la sua sporca figura.
Le ultime due canzoni degne di essere ricordate provengono invece da artisti distanti anni luce gli uni dagli altri: sto parlando di Ras Kass, gli Heltah Skeltah e Canibus, che si riuniscono per la buona ma un po' troppo fracassona Uni-4-Orm, e 8Ball & MJG, che invece ci regalano un classico esempio di Dirty South di classe. Il loro pezzo, intitolato Reason 4 Rhyme, è esattamente ciò che il titolo suggerisce: una spiegazione tutt'altro che banale del loro amore per l'hip hop, infarcita di aneddoti autobiografici e voglia di riscatto sentita. Ottimo anche il beat, melodico quanto basta e soprattutto non troppo invadente, cosa che consente ai due di dimostrare soprattutto una cosa: che anche a sud della linea Mason-Dixon c'è gente capace di fare a pezzi un microfono come se nulla fosse. Tant'è vero che quando si arriva a Uni-4-Orm si resta quasi un po' delusi da quello che in teoria avrebbe dovuto essere un sabba del liricismo; il problema è semplicemente che il beat è troppo epicheggiante e caotico, col risultato che le prestazioni degli MC (soprattutto di quelli che hanno le voci meno possenti, Sean Price e Ras Kass) vengono soverchiate da tutto quel casino che si sente in sottofondo. Intendiamoci: a conti fatti il pezzo regge anche se troppo lungo, eppure è impossibile osservare come questo avrebbe fatto una «figura» migliore se si fosse avvalso di una base dei Beatminerz e se avessero scremato quei quaranta secondi di troppo.
Detto questo, come potrete ben notare, complessivamente il bilancio non è particolarmente positivo. Tuttavia, nella logica delle colonne sonore gli esiti non sono nemmeno da buttar via, e per quanto il voto corretto sarebbe due e mezzo, un mezzo zainetto va aggiunto vista la bontà di quelle poche tracce davvero di classe. Personalmente mi spingo addirittura a consigliarvene l'acquisto: già solo The Way It Iz lo giustifica.





AA.VV. - Rhyme And Reason

VIDEO: RHYME & REASON DOCUMENTARY (PT.1/9)

4 commenti:

MF Ema ha detto...

Non c'entra nulla col topic, però te lo scrivo qui così che tu possa leggere.

Ti volevo ringraziare perchè facendo diggin' tra le recensioni ho scaricato il disco di Rob-O che è davvero il tipo di rap anni 90 che mi fa impazzire, parlo sopratutto delle produzioni, atmosfere rilassanti...

Yo.

Antonio ha detto...

Dai, Tragedy non è così male...

riccardo ha detto...

VOGLIAMO L'UPDATE!!! ;)

Anonimo ha detto...

..FCK SQUAD..

s.e.c.c.o.