venerdì 14 marzo 2008

ROYAL FLUSH - GHETTO MILLIONAIRE (Blunt/TVT, 1997)

Nella recensione del disco di Teflon, tra una Verità Suprema e l'altra, sostenni anche che oramai una "striminzita biografia [...] su Wikipedia [...] non si rifiuta a nessuno"; difatti, persino l'ultimo dei peli del culo di Napoleone gode di una sua voce, e così avviene anche per i repponi più oscuri di metà anni '90. Voglio dire: se ce l'ha persino Skee-Lo, vuoi che l'autore di Iced Down Medallions (aka uno dei singoli di maggior successo del '97) ne sia privo?
E invece, pare proprio di sì. Al che mi trovo costretto a dover rimediare: di origini cubane, Royal Flush appare per la prima volta sul disco d'esordio di Mic Geronimo del '95 -anch'egli oriundo del Queens. Nell'arco dei due anni successivi il Nostro pubblica due singoli (Movin' On Ya Weak Productions e Worldwide), che di certo non lo catapultano nelle classifiche ma bastano comunque a mantenere vivo il suo nome. E così si arriva all'autunno del '97, quando, sull'onda del botto fatto da Iced Down Medallions (che vede la presenza di Noreaga nel ritornello), la Blunt pubblica questo Ghetto Millionaire.
Il disco è abbastanza emblematico per quel che riguarda il passaggio dell'hip hop dall'essere un movimento demograficamente circoscritto a fenomeno popolare: infatti, se da un lato il disco non suona certamente ruvido come The Infamous, dall'altro non si può ancora parlare di evidenti incursioni nel "mondo esterno" (cfr. Puff Daddy ed il suo abuso di campioni di hit anni '80) progettate esclusivamente per far colpo sull'audience di Suburbia, MTV. La cosa interessante è però che, benchè si possa parlare in un certo senso di ibrido ben riuscito, il risultato strettamente commerciale fu piuttosto deludente, condannando un altro MC di discreto talento ad un peregrinaggio fatto prima di 12" virtualmente sconosciuti, e poi di album galleggianti a livello di mediocrità. Una sorta di destino artistico, questo, francamente impensabile allora come oggi: in breve, la scelta dei beat è azzeccata, lui al microfono non brilla per originalità (ricorda Mic Geronimo, che a sua volta ricorda Nas, che a sua volta ricorda Rakim...) ma è senz'altro competente, i pesi sono ben distribuiti tra suoni orecchiabili e pestoni hardcore... e quindi?
Mah, misteri della vita dei quali potremmo anche impipparcene riccamente, favorendo piuttosto l'ascolto in loop di pezzoni come Iced Down Medallions, Movin' On Ya Weak Productions, Illiodic Shines, Worldwide o la cupissima International Currency. Seriamente, salvo rari e squallidi accenni allo stile Bad Boy di quegli anni (Niggas Night Out), rimandi a Heavy D & Boyz (Regulate) o canzoni semplicemente insipide (Conflict), Ghetto Millionaire è un disco che meriterebbe maggior plauso specialmente oggigiorno. Sì, certo, le tematiche son quel che sono, lui non ha nessun particolare colpo di genio nè altro, però tra il suo flow bello pulito e le produzioni di Buckwild, EZ Elpee, Beatminerz, Hi-Tek e L.E.S., uno non ha davvero nulla di cui lamentarsi. Tre e mezzo abbondanti, più un sincero "bentornato su un beat decente" dovuto al suo featuring sull'ultimo Pete Rock.





Royal Flush - Ghetto Millionaire

VIDEO: ICED DOWN MEDALLIONS

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