mercoledì 26 marzo 2008

TWINZ - CONVERSATION (Def Jam/ RAL, 1995)

Dopo che stamattina mi sono dovuto svegliare 40 minuti prima a causa dell'interruzione del gas, decisamente non potevo mettermi ad ascoltare le mie solite cose perchè mi sarei probabilmente sparato una fucilata nella rotula. Al che, memore degli accenni al g-funk fatti nella scorsa recensione, e conscio di mettere poca roba west classica, ho pensato "perchè no?": la scelta è ricaduta su un duo di Long Beach oggi semisconosciuto ma foriero di buone sorprese anche a distanza di anni.
I Twinz, che si chiamano così perchè di gemelli (omozigoti) effettivamente si tratta, dopo un'apparizione nel classico Regulate G Funk Era, nel '95 ebbero una brevissima parabola di successo con il singolo Round & Round, dopodiché scomparvero dalla circolazione e ad oggi nulla si sa di loro. Tecnicamente si potrebbe quindi parlare di one-hit-wonders, ma sarebbe inesatto: il successo del singolo fu modesto e, soprattutto, l'album non nacque grazie a questo (vera conditio sine qua non per il one hit wonder, cfr. ad esempio l'immortale Scatman John). I motivi che stanno dietro a questo fato vanno sinceramente al di là della mia più fervida immaginazione: alle loro spalle c'era una major, il loro produttore era il pluridecorato Warren G, il singolo era decisamente orecchiabile e, soprattutto, facevano un genere di hip hop molto in auge all'epoca... pure, ce li siamo persi, benchè essi stessi ci avessero a suo tempo rassicurato che sarebbero ritornati (in questa prestigiosa intervista pubblicata da Aelle nell'ottobre 1995, che allego a futura memoria). Beh, sia come sia, riascoltare Conversation dopo tanti anni fa quasi scendere una lacrimuccia. Per quanto sia uno degli album g-funk meglio prodotti di sempre, è proprio il genere ad essere invecchiato drammaticamente (sicchè ho solo paura di risentire qualche roba contemporanea dei South Central Cartel), e in tutta onestà -se non l'avessi ascoltato "in tempo reale"- faticherei a collocarlo al di fuori di una partita a GTA San Andreas. D'altro canto non si può però negarne la qualità complessiva e dunque l'ingiustizia storica di cui il disco è vittima.
Tanto per cominciare, i due gemelli Wayniac e Trip Lōc, pur non essendo dei mostri di tecnica, al microfono si fanno rispettare e per gli standard dell'epoca risultano senz'altro più competenti della media. Sarebbe scorretto pensare ad acrobazie linguistiche o a metafore illuminanti, quindi; molto più onesto è invece giudicarli per la capacità che i due hanno rispetto ai loro coevi, specialmente per quel che riguarda il navigare alla larga dai cliché da macchietta gangsta che pure imperversavano all'epoca. Per esempio, Journey With Me è quasi commoniana, nel senso che i due discettano della vita di ogni giorno dispensando da un lato consigli e dall'altro riconoscendo gli errori che loro stessi hanno commesso; Good Times è sostanzialmente un amarcord mescolato ad un omaggio ai propri amici ed alle loro famiglie; altre, ancora, sono semplicemente pezzi da party/cazzeggio (Round & Round, Jump Ta This) piuttosto che odi al loro posto d'origine ed allo stile di vita da PLAYA (lo scrivo in maiuscolo perchè era 'na cifra che volevo usare 'sto vocabolo), come per esempio l'ottima Eastside Lb. Paradossalmente, l'unica traccia secondo me davvero mediocre, è 4 Eyes 2 Heads: un po' per come affrontano uno storytelling banalmente gangsta, ma direi soprattutto per la partecipazione di un qualche minchione reggae, che con il suono g-funk non c'entra veramente una sega.
Dall'altro lato, direi che il lavoro di Warren G (e Priest "Soopafly" Brooks su una traccia) alle macchine è eccezionale e complessivamente superiore al comunque eccelso Regulate, del quale si sente la mancanza solamente per l'assenza di canzoni davvero d'impatto com'erano This DJ (unica volta dove Warren ha superato Dre, d'accordo?) e la stessa Regulate. Coadiuvato da un mixaggio straordinario e dall'utilizzo di strumenti suonati live, il G-Child confeziona beat il cui suono potente e cristallino potrebbe ancor'oggi essere usato come metro di paragone (so di essere banale, ma i bassi sono assolutamente indescrivibili da tanto suonano bene); i synth, pur essendo massicciamente presenti, non risultano invasivi e, soprattutto, spesso e volentieri c'è un piano o uno xilofono a donare una linea melodica che si fissa in testa e che rende l'ascolto decisamente più digeribile di quanto si possa immaginare. L'esempio migliore di quanto funzioni bene questa formula lo si può trovare ad esempio in Journey With Me, senza dubbio uno dei pezzi più incisivi di Conversation, nella quale il ritornello cantato per una volta tanto da quel tocco di classe in più al tutto.
A conti fatti, insomma, siamo di fronte ad un disco che nel suo genere è pressochè privo di pecche. Prodotto magistralmente e rappato ben sopra alla media (sia per capacità che per tematiche), fatico a pensare di situazioni in cui non si possa provare piacere ed anche un po' di nostalgia ad ascoltare questo Conversation. La macchia rappresentata da 4 Eyes 2 Heads è troppo leggera per punire tutto il lavoro, la cui durata (11 tracce per poco meno di 41' di musica) è inoltre perfetta per questo genere di musica. Non ho quindi rimorsi ad appiopparli quattro prestigiosi zainetti, oltreché a consigliarne il download e l'ascolto -senza troppe speranze di trovarlo originale, però, perchè che io sappia è fuori stampa già da mo'. Poropopporopoppò.





Twinz - Conversation

VIDEO: EASTSIDE LB

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Dobbiamo aspettarci anche Dove Shack e Da 5 Footaz?

reiser ha detto...

Ohé facciamo meno gli spiritosi, ché chiunque nella sua vita è stato weed carrier
...e comunque sia, se ce li avessi, sì: li metterei. In scaletta avrei anche i Royal Fam, Skee-Lo e Prince Ital Joe & Marky Mark, per cui all'occhio

Antonio ha detto...

Oh, anche se su Ghostface (e anche su Smoothe The Hustla, che mi fa cagare ma su cui non ho voglia di litigare) non c'e' punto di incontro, ti ho messo fra i miei link...

reiser ha detto...

Ma, a me Ghostfazza piace anche abbastanza... casomai mi ha lasciato un po' basito il fatto che tu abbia addirittura comprato Politics Of The Business di Prince Paul[*], che mi è sembrato l'equivalente rap di quelli che tirano troppo in lungo una barzelletta, ma ora che confessi l'inconfessabile -e cioè che Smoothe non ti piace- il discorso mi torna.

[*] l'anno scorso è uscita una sua raccolta di b-side e rarità stradegna, Gold Dust, casomai te la fossi persa dai dentro POTB e prenditi quella

reiser ha detto...

Dimenticavo: beautiful there per l'add, quella con Ghostface è solo l'anticamera delle mie $killz di asciugone

Marco ha detto...

Roba che ti manda a stare bene...certo, manca una bella linea di armonica, ma non si può avere tutto!
AH AH AH!
Ciao bro...sei il fottuto numero A.

Antonio ha detto...

e cioè che Smoothe non ti piace

Precisiamo meglio: ero un suo grande fan quando Smoothe faceva il portiere d'albergo...