venerdì 18 aprile 2008

A TRIBE CALLED QUEST - THE LOW END THEORY (Jive/Zomba, 1991)

A costo di scassare i coglioni ai lettori del blog con la mia ossessione per il jazz rap, ma soprattutto a costo di scrivere inevitabili banalità: ecco a voi The Low End Theory. E' molto difficile per me scrivere di un album che negli anni ho imparato a conoscere come le mie tasche, ma l'acquisto di questo capolavoro in CD -dopo anni e anni di onorato servizio da parte di una gloriosa TDK SA-X da 60- mi da un motivo pretestuoso per dare il via alle danze.
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È da cinque minuti che fisso lo schermo senza sapere bene da che parte cominciare, e francamente comincio a sentirmi un po' fesso. Insomma, cosa c'è da dire di Low End Theory che non sia già stato detto? Passatemi il parallelismo, ma sarebbe come recensire la bibbia partendo dalla descrizione dei protagonisti.
Eppure di carne al fuoco ce n'è e parecchia: prendiamo anche solo The Infamous Date Rape, dove Tip e Phife si alternano nel raccontare la classica situazione dove si vorrebbe inchiodare una tipa ma questa, per un qualche stravagante motivo, non ci sta. Bene: la prima strofa illustra il, diciamo, problema; la seconda immagina come potrebbe andare a finire se la si obbligasse/pressasse, mentre l'ultima invece chiude il discorso dicendo che da parte maschile NON ci sarà alcun atto di forza. Quello che convince del pezzo è, più che le lodevoli intenzioni, l'onestà del racconto, come questo è strutturato ed anche la relativa "leggerezza" di alcuni passaggi: non si scade dunque nella fastidiosa situazione del Geremia che attacca a menare il torrone scagliando anatemi contro tutto e tutti.
Cambiando completamente ambito, sia Rap Promoter che Show Business andrebbero fatte ascoltare in loop a chiunque desideri entrare nel maggico mondo del reps -non solo perchè sono lezioni di rap di meno di quattro minuti ciascuna, ma soprattutto perchè illustrano alla perfezione qual'è la realtà del mercato discografico. Una visione così lucida e completa era una novità, allora, ed il fatto che questa sia stata delineata da ragazzi la cui età s'aggirava intorno ai 20 anni la rende ancor più sorprendente.
Voltando di nuovo pagina, a dare freschezza a concetti triti e ritriti come il rapporto col gentil sesso è nuovamente l'onestà: Butter non presenta tracce di racconti mitologici sulle proprie capacità sessuali e nemmeno va avanti a suon di stereotipi. Più semplicemente, Tip e Phife mettono giu nero su bianco i loro rapporti con le donne, trovandosi perfettamente a loro agio nell'incrociare esperienze dirette con aneddotica sparsa. Potrei andare avanti traccia per traccia, ma rovinerei l'ascolto: basti dire che contenutisticamente Low End Theory è davvero vario, ben strutturato, ed in ultima analisi difficilmente potrà risultare monotono- al punto che le uniche due ospitate, tra cui la storica apparizione di Busta Rhymes coi Leaders Of The New School su Scenario, danno un valore aggiunto ma non sono affatto "necessarie".
Ma la capacità di intrattenere va anche assegnata ad Ali Shaheed Muhammad, produttore di 13 tracce sulle 14 che compongono il disco (Show Business è a cura di Skaff Anselm), il quale supera se stesso ed il precedente People's Instinctive Travels and the Paths of Rhythm. Da sempre considerato come IL disco che coniuga jazz e rap, a mio modo di vedere però questo è semplicemente hip hop con influenze jazz. Difatti, per quanto Buggin' Out campioni in effetti dall'opera di un jazzista (cfr. TLET: The Samples), è innegabile che si tratti di purissimo boombap, oltretutto dotato di una delle linee di basso più potenti da You Gots To Chill in poi. E, già che siamo in tema di EPMD, che dire dell'evidente influsso avuto nella scelta di campionare i Parliament Funkadelic in Everything Is Fair? E nemmeno voglio perdere tempo ad elogiare la freschezza di Scenario, che mi auguro conoscano ormai tutti. Insomma, per farla breve, la produzione è quanto di meglio si sia potuto sentire da parte dei Tribe e, nuovamente, di tale bellezza e coesione da poter andare di pari passo con quanto fatto da RZA per Liquid Swords.
Eppure, vuoi anche per motivi abbastanza comprensibili, è raro che questo disco trovi spazio tra le migliori uscite secondo l'ascoltatore medio. Sarà anche una questione di età -io ad esempio filo poco la old school perchè, tolta una conoscenza accademica, difficilmente riesco ad esaltarmi con le prime cose di LL Cool J o dei Run DMC- però credo che chiunque apprezzi oggi i "figli" dei Tribe non possa trovare difficile arrendersi di fronte alla perfezione di Low End Theory. Un classico, insomma, per giunta invecchiato come il vino: praticamente ve lo carico giusto per risparmiarvi la fatica di ripparlo, in ogni caso la sua assenza da QUALSIASI collezione di dischi è ingiustificabile.





A Tribe Called Quest - The Low End Theory
Bonus: TLET: The Samples (via kevinnottingham.com)

VIDEO: CHECK THE RHIME

7 commenti:

MAK ha detto...

L'acquisto ritardato del CD vale anche per me. Ci sono parecchi album che ho ascoltato negli anni 90 solo su tape, salvo poi acquistarli sul nostro supporto preferito (vinile permettendo) parecchio tempo dopo (tra i vari albumoni segnalo Business Never Personal degli EPMD, che non è stato facile reperire).
The Low End Theory è da molti indicato come il miglior album degli ATCQ, fatto sta che personalmente trovo ingiustificabile l'assenza dell'intera discografia di Q-Tip e soci da qualsiasi collezione.

Per quanto riguarda l'Old School, non sei l'unico che non riesce ad esaltarsi... Sarà davvero questione di età e di ciò con cui si inizia ad ascoltare rap, ma pure io se non ci sono due 9 di fila nell'anno non mi esalto. Giusto Kool G Rap, Big Daddy Kane e Rakim degli ultimi anni 80.

Anonimo ha detto...

oh gli ATCQ bene eh...però che palle un disco intero!!

reiser ha detto...

Se me lo dici di Beats Rhymes & Life ti do ragione (Love Movement nemmeno lo conto), ma questo? Naaah...
Degli EPMD (a proposito: spero che ti faccia piacere l'ultimo upload) non me ne parlare, è 'na vita che sto cercando Business Never Personal (ma anche Unfinished Business) su CD e, sarcazzo perchè, ma nun se trova. Non so perchè, pare proprio che il '92 non piaccia -difatti ho lo stesso problema con Live And Let Die di G Rap & Polo.

Anonimo ha detto...

Arrivo in ritardo ma è la prima volta che leggo questo Blog.
Non disperate,c'è un sacco di gente che dischi come questo riesce ad apprezzarli benissimo.
Riguardo alla Old School...io mi esalto tantissimo,eppure sono piccino,pensavo che questa cosa accadesse di più nei "vecchi"

Anonimo ha detto...

IL MIGLIOR ALBUM DI TUTTI I TEMPI
dovresti togliere il link per scaricarlo, visto che questo si dovrebbe comprare o averlo gia', chi non ce l'ha e se lo scarica oltre che un ladro, e' un ignorante e non merita di ascoltare un capolavoro come questo!
quello che ha detto "oh gli ATCQ bene eh...però che palle un disco intero!" e' un ignorante ragazzino che e' meglio che va ad ascoltarsi 50 cent mentre si fa le seghe!

Anonimo ha detto...

un'altra cosa: l'album l'ha prodotto q-tip...ali non faceva quasi niente nelle produzioni

Anonimo ha detto...

io con la old school nn mi esalto impazzisco completamente, magari cn un buon grandmasterflash & furious five, i whodini con escape l'esordio di ll cool j è addirittura uno dei miei dischi preferiti e i break beat di quegli anni sono veramente una mazzata da afrika baambata a rock steady crew.. penso che il mio sia vero amore per questa musica