giovedì 19 marzo 2009

FRANKIE CUTLASS - POLITICS & BULLSHIT (Relativity, 1997)

Vi voglio trattare bene: dopo il picco di (presunto) eclettismo rggiunto coi N.A.S.A. è giunto il momento di tornare alle radici non progressive che tanto mi piacciono. In questo campo i nomi papabili ammontano a diverse centinaia e pertanto non c'è che l'imbarazzo della scelta, ma siccome voglio bullarmi un po' scelgo uno dei pochi CD che (sfortunatamente) non hanno ancora visto la luce della ristampa: Politics & Bullshit di Frankie Cutlass. Il disco in questione è la seconda opera del DJ nuyoricano, il quale, seguendo la formula già collaudata qualche anno prima (ma con minor successo), produce una decina di beat e chiama tutta una serie di ospiti per farli a pezzi al meglio delle loro possibilità.
Ora: contestualizzando cronologicamente Politics & Bullshit si può notare come il roster sia di quello da leccarsi i baffi, dato che include gli Heltah Skeltah, Fat Joe, Kool G Rap, i Mobb Deep, Busta Rhymes, Keith Murray, Redman, Teflon (entrambi non accreditati), gli M.O.P., il 90% della Juice Crew, gli Smif 'N' Wessun, i Lost Boyz prima del crack (in tutti i sensi) più un paio di sconosciuti (Roc-City O e Evil Twins) ed il secondo miglior rapper-diggèi dopo Kid Capri: Doo Wop. Sembra strano che tutta questa dose di talento riesca ad essere condensata in così poche tracce senza confluire in un troiaio senza capo né coda, ma è chiaro che Cutlass, non nutrendo ambizioni protohipsteriane e quindi scegliendo artisti dotati grossomodo della stessa impronta stilistica, sa benissimo cosa vuole e quindi come creare i giusti abbinamenti.
Ne è una riprova l'eccezionale Know Da Game -al contempo pezzo migliore di P&B e pezzo storico degli anni '90- dove i Mobb Deep, Kool G Rap e gli M.O.P. regalano una performance stellare su una delle basi meglio concepite e confezionate su misura che la mia mente ricordi. In pratica ci si ritrova in mano solo le batterie, quasi soffocate da dei bassi capaci di far saltare i woofer a qualsiasi impianto low-budget, ed un brevissimo loop spezzettato e ridotto all'osso di chitarra elettrica; e non capitemi male, non intendo una di quelle tamarrate che si possono sentire su Chaos di Adam F, bensì una produzione fortemente minimalista che da un lato rende incapaci di trattenere il good ole headnodding, e dall'altro concede agli ospiti tutto lo spazio necessario per esibire la propria bravura. Tolti gli M.O.P., che si occupano esclusivamnte del ritornello, la palma va ad un Kool G Rap in stato di grazia che ci delizia con una strofona da '90: "I'll leave your whole body twisted when you get lifted/ And police'll have to fist rumblistics on a biscuit- another statistic/ I tried to chill but you insisted coming all in my district I don't know why the fuck you risk it". Che dire... ogni volta che la sento mi prostro di fronte alla grandezza di quest'uomo, e la mia esaltazione di sedicenne è ancora integra, tant'è che ancor'oggi sono capace di ripeterla a memoria in qualsiasi circostanza reputandola il mio personalissimo hip hop quotable del decennio.
Curiosamente, però, non fu questo il singolo bensì The Cypher Pt.III, in cui Craig G, Roxanne Shanté, Biz Markie e Big Daddy Kane vengono richiamati al microfono per una riedizione di The Symphony. Tuttavia, vuoi la mancanza di G Rap, vuoi per il fatto che il beat è identico a West Up, l'intento non viene raggiunto e così ci si limita ad avere un buon pezzo ma nulla che sia capace di imprimersi nella memoria collettiva (parentesi: avete notato che tutti i remake di Symphony tentati negli ultimi 20 anni fanno abbastanza pena?). Va invece molto meglio con quella che era -vado a memoria- la b-side di Cypher, cioè You & You & You. In essa abbiamo Sadat X, Redman e lo sconosciuto ma competente June Lover che si passano il microfono su una produzione per quegli anni inusualmente veloce e che alla fin fine conferma ciò che dissero i Public Enemy: B-Side Wins Again.
Sullo stesso livello si collocano poi Feel The Vibe -ottima la combo tra gli Heltah Skeltah, Rampage e Doo-Wop e chapeau per un beat a metà tra DJ Scratch e Erick Sermon- e Pay Ya Dues, che riesce a trasformare un morbido sample di xilofono in una base bella ruvida e ritmata in cui Busta Rhymes diventa francamente la persona perfetta per occuparsi del ritornello. Boriquas On Da Set RMX e Focus invece le trovo meno convincenti: la prima per Fat Joe, qui in piena modalità "No Flow Joe" e quindi non proprio elastico in quanto a metrica, né creativo in quanto a immaginario; la seconda, invece, perchè rappresenta sì una sintesi tra il sound dei Lost Boyz e quello degli M.O.P., ma così forse sacrifica le parti migliori che i due gruppi avevano da offrire. Non che ciò significhi poi che ci troviamo di fronte a delle puttanate, vorrei che questo fosse chiaro, semplicemente che dopo una serie di pezzi innegabilmente potentissimi appare un po' deludente sentire dei contributi solamente di buon livello. Riagganciandomi poi a questa ingenerosa verità, reputo infine senza infamia e senza lode il contributo solista di Roc City O e francamente inutile l'inclusione dell'originale di Boriquas On Da Set: insomma, se hai fatto il remix, caro il mio Frankie, qualche dubbio doveva esser venuto pure a te...
Conclusione: dischi così se ne fanno ancora, per fortuna. Infatti, per ciò che concerne la qualità complessiva del lavoro non trovo che un Politics & Bullshit sia inferiore a, che so, un Port Authority. Trovo, però, che rispetto a quest'ultimo (e molti altri) il punto a favore delle opere personali dei DJ/produttori fosse quello di lasciare ai posteri almeno una canzone che avrebbe fatto storia: Know Da Game, Tru Master, Travellin' Man eccetera eccetera. Politics & Bullshit non fa eccezione, e anzi la conferma nel migliore dei modi: con una serie di tracce molto buone di cui una addirittura risulta eccezionale, e con come unico difetto una durata davvero breve. ma anche così com'è non penso proprio che si possa rifiutarne l'acquisto, men che meno l'ascolto.




Frankie Cutlass - Politics & Bullshit

VIDEO: THE CYPHER PT.III

2 commenti:

MAK ha detto...

BOMBA.
I difetti e il voto finale sono condivisibili, anche se avrò ascoltato quest' album un'infinità di volte, e di gusto proprio.
Esaltazioni da sedicenne comprese.
Sempre sul genere, hai sentito Ground Original di DJ JS-1? Come ti pare? Per me è un altro albumone sottovalutato da 4 zainetti e dintorni...

Anonimo ha detto...

capolavoaro!!! ... mal'hai postato un po' a un bitrate bassino o è una mia impressione?

ciao grande!