lunedì 30 marzo 2009

JUNGLE BROTHERS - RAW DELUXE (Gee Street/V2, 1997)

Visto che mercoledì mattina metterò il culo su un volo per l'Inghilterra e non potrò dunque aggiornare il blog almeno fino al 6, mi pare giusto lasciarvi un po' di roba sulla quale spendere più di un veloce ascolto. Oggi e domani accantonerò pertanto qualsiasi opzione che vada ad includere sia gli album classici che le merdine, preferendo focalizzarmi su materiale che io per primo ho a lungo snobbato salvo ricredermi dopo lungo tempo e darmi del pirla o, come si dice a Milano, del pèèèrla!
Ora: devo ammettere che casi simiili sono piuttosto rari. Immodestamente, sono infatti sempre stato benedetto da un certo fiuto per le ciofeche e questo mi ha permesso di sgabolare una buona dose di cacate; perciò è molto raro che riprenda in mano un disco bollato a suo tempo in modo negativo e che ad un nuovo ascolto mi ricreda. Tuttavia, alle volte ciò succede con più o meno vigore e, quando ho visto su Amazon che vendevano Raw Deluxe a 1,45£ mi sono detto "ma chissenefrega, non era 'sto granché ma perlomeno mi prendo Brain in qualità da CD". In più, poco tempo prima ero stato a casa di un amico che ha un armadio coperto da sticker e tra di essi ce n'era uno fichissimo di, appunto, Raw Deluxe; sicchè mi sono detto che non poteva che essere destino e l'ho aggiunto al carrello degli acquisti. Fine della premessa.
Beh, quando alla fine mi sono sforzato di riascoltare quest'album dopo qualcosa come undici anni mi sono accorto che il mio amico Christian, che nel '97 me ne diceva grandi cose, era dalla parte della ragione e che io invece ero un bel fesso. Infatti, gli unici due veri difetti che ho trovato in questa tremendamente sottovalutata opera dei Jungle Brothers sono una canzone inutile e contraddittoria (Gettin' Money) e la tremenda puzza di involtino primavera che sprigiona il booklet (serio: mai sentito nulla di simile). Tolte queste due cose posso dire che esso rientra tardivamente tra le chicche della seconda metà degli anni '90, e il fatto che sia ormai in rotazione fissa ed ininiterrotta nel walkman, nello stereo di casa e nella radiolina da cesso da ormai quattro giorni la dovrebbe dir lunga sulla sua bontà.
Inutile nascondere il fatto che a rendermi così entusiasta di Raw Deluxe sono perlopiù le produzioni: queste si collocano a metà tra il tipico suono dei Native Tongues dell'epoca -più Beats Rhymes & Life che Stakes Is High- ed il Pete Rock del meraviglioso disco degli InI, con bassi corposi, campioni appena accennati e batterie quadrate dal suono pieno. L'effetto finale è perlopiù rilassante e laid back (scusate il termine ma non saprei come tradurlo correttamente) senza però risultare noioso, e ciò grazie al fatto che pur all'interno di questo tipo di suono vi sono sufficienti variazioni stilistiche che consentono di separare nettamente una canzone dall'altra. Ad esempio, Black Man On Track culla l'ascoltatore grazie ad una riuscitissima fusione di sintetizzatori, piatti ed una linea di basso vibrante spezzata unicamente da un rullante secco che ben sostiene la melodia principale. Ma i Jbeez che hanno creato questo beat sono gli stessi che lavorano di Rhodes e xilofono per Changes, rendendola uno degli episodi più soavi dell'intero LP, e sono gli stessi che in Moving Along mettono insieme uno stupendo campione vocale e delle batterie dal suono cristallino rendendola una sorta di sequel acustico e concettuale a Changes.
Ma se molti meriti per le bellissime produzioni vanno ovviamente conferiti ai Jungle Brothers, devo dire che raramente come in quest'occasione degli ospiti hanno saputo regalare beat di una qualità così elevata. Ad esempio, How Ya Want We Got It, la tanto agognata quanto potente riunione dei Native Tongues, gode di un beat organico quanto si vuole ma incredibilmente hardcore nel suo uso staccato del basso ed il suono da "fischione meccanico" (se lo sentite lo riconoscete) che va a sottolineare alcune chiusure di strofa e relativi passaggi di microfono: impossibile non riconoscere il valore aggiunto conferito all'emceeing da Roc Raida e Knobody. Ma non scordiamoci nemmeno dei Roots, che ci regalano il singolo Brain e ci aiutano a ricordare come mai Illadelph Halflife è ricordato come uno dei più validi album degli anni '90; e nemmeno cancelliamo dalla memoria Djinji Brown e la sua ottima Handle My Business, in cui rivive l'anima più classica dei JBeez courtesy of un insieme di violini, un loop di tromba e delicati arpeggi a far da contrappeso a delle batterie la cui ruvidezza renderebbe orgoglioso Havoc.
Insomma, non so cosa dire se non che Raw Deluxe è prodotto in maniera pressoché impeccabile anche se non troppo originale; ma come ormai ben saprete, di fronte ad un'esecuzione pressoché priva di pecche a me delle cosiddetta "ventata d'aria fresca" poco me ne può fregare. Unica nota stonata è Gettin' Money, che tra un crescendo di archi e delle batterie davvero fuori posto a causa della programmazione isterica risulta essere uno scivolone non da poco e che purtroppo rompe davvero i coglioni nel suo essere a metà del disco.
Inoltre, questa canzone è anche quella liricamente più sballata. Dico "sballata" perchè oltre a contenere dei passaggi secondo me scritti e rappati oggettivamente male (Afrika Baby Bam in particolare, sentite la sua prima strofa e vergognatevi per lui), contiene un'ode al "grindin'" puro e semplice che andrebbe benissimo se... se non fossero i Jungle Brothers, appunto, che in tutti questi anni (ed anche in Raw Deluxe) hanno portato avanti una visione molto ascetica e pura della vita che secondo loro dovrebbe vivere l'afroamericano, rinunciando a cadere in peccati quali egoismo, pigrizia, avidità e quant'altro. Proprio non riesco a capire cosa gli sia preso: a meno che non si tratti di una sorta di parodia, tipo Tha Bullshit di Jeru, Money è una mosca bianca che per giunta ha il difetto di far cagare a prescindere da tutto e da tutti. Vai a capire.
Fortunatamente il resto è qualitativamente migliore e più interessante; a parte il fatto che Mike G e Afrika non hanno perso nulla del loro smalto né per quel che riguarda la tecnica (quest'ultimo in particolar modo si fa notare per le belle entrate) né per ciò che concerne la scrittura, la loro capacità di portare avanti un discorso di presa di coscienza mista ad un orgoglio nero introverso -intendo dire che più che accusare il prossimo sostengono una completa responsabilizzazione dell'individuo- è indubbiamente interessante anche se inizialmente non di grande effetto. In più, riescono comunque ad inserire una buona dose di rimandi alle pietre miliari dell'hip hop cosicché il loro amore verso questa cultura non risulti eccessivamente didascalico e plumbeo, e di certo non difettano di arroganza e capacità di portare avanti un certo tipo di autoesaltazione che riesce a rendere digeribile il loro aspetto più -come dire?- didattico. Esempi di questo loro talento sono sparsi un po' ovunque per raw deluxe, ma se proprio dovessi citare un paio di esempi direi che l'affiatamento mostrato in Changes ed i contenuti di Black Man On Track possono ben riassumere la loro bravura, dimostrando al contempo che chi sostiene che dopo Done By The Forces Of Nature non avessero nulla da dire sbagliava di parecchie misure.
E ora la catarsi: lo so che io sono stato il primo a dormire su questo disco. Ve l'ho detto, son stato un pèèèrla; ecco perchè -e lo dico per il vostro bene- non dovete seguire il mio esempio. Distanziatevi e datemi retta quando vi suggerisco più che caldamente di concedere meno di un'ora del vostro tempo all'ascolto di Raw Deluxe. Vi garantisco che non resterete delusi.




Jungle Brothers - Raw Deluxe

VIDEO: HOW YA WANT IT WE GOT IT

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Visto che mercoledì mattina metterò il culo su un volo per l'Inghilterra...se passi per brighton dimmelo che andiamo a bere una birra
djmp45

Anonimo ha detto...

"How Ya Want It We Got It" l'ho sempre adorata.

BRA
www.rapmaniacz.com

reiser ha detto...

Brighton è troppo commerciale, io rappresento l'hardcore con...
CARLISLE.

Se mi servono birra calda faccio una strage, già che le inglesi mi fanno mediamente cagare...

Però tu divertiti lo stesso e pensami avvolto nel gelo e nella bruma di quella che penso essere la Gallarate d'Inghilterra

Anonimo ha detto...

a dire il vero qui fa caldo e c'e' il sole....a carlisle mi sa che nevica...ma che ce vai a fare?
djmp45

Anonimo ha detto...

Oh ma cazzo sai che ci sono stato pure io a Carlisle? Il padre di un mio amico ha un ristorante li, il Gianni's restaurant, è mediamente vicino alla stazione se non ricordo male, e soprattutto il proprietario(sto padre di amico) è di Molfetta provincia di Bari come me, e quindi il posto spacca.

C'è un bar sulla main street dove il sabato suonano hiphop.almeno quest'estate lo facevano, selezione più che discreta. il Walkabout, sempre sulla main street, ha birra decente.
Mikron