martedì 24 marzo 2009

PEOPLE UNDER THE STAIRS - FUN DMC (Gold Dust Media, 2008)

OOOOOH CAZZO ERA ORA! Signori miei, non ci crederete, ma se andate a leggere le vecchie recensioni scoprirete che qualche mese fa avevo promesso la recensione di Fun DMC: ebbene, se questa arriva solo ora è perchè quelle capoccie di minchia delle Poste avevano perso il pacco con i dischi ordinati (tra cui spicca un Raw Deluxe che -scopro ora- puzza di involtino primavera) e pertanto ho dovuto pimpslappare a dovere un paio d'impiegati perchè sbloccassero il fottuto pacco dalla dogana e me lo facessero giungere, cosa che è effettivamente avvenuta stamane. Oddio, per dirla tutta non è proprio andata così, ma fa niente: il punto è che ora ce l'ho originale e che per questo sono contento come quando da piccolo i miei mi regalarono il G.I. Joe ninja con la katana e il lupo in PVC.
Devo inoltre aggiungere che questo sconsiderato ritardo non è nemmeno stato così traumatico, perchè esso mi ha permesso sia di ascoltare ancor meglio l'ultima fatica targata People Under The Stairs, sia di veder arrivare la bella stagione, la quale ben si confa al disco e viceversa. Sì, perchè come i più cervelloni tra voi avranno capito, Fun DMC dedica i suoi oltre 75 minuti di durata principalmente al cazzeggio ed ai festeggiamenti di varia natura; e per quanto mi disgusti usare uno slang degno di Donna Moderna, devo ammettere che il primo aggettivo che mi viene in mente pensando ad esso è "solare". Voci di corridoio sostengono che questa caratteristica sia presente in più o meno tutte le opere dei PUTS, ma a costo di giocarmi la mia credibilità di aficionado vi confesserò che -ad eccezione di un rapido ascolto a Stepfather [yawn]- fino a poco tempo fa di Thes One e Double K non me ne poteva importare di meno. Tantopiù se mi veniva detto che potevano assomigliare come impostazione ai Jurassic 5, cioè un gruppo da me abbastanza rispettato ma che non ho mai ritenuto degno di tutto il plauso ricevuto. Insomma, com'è come non è, il punto è che scaricai Fun DMC con l'interesse che ben potete immaginare e solo dopo un paio di ascolti autoimpostimi (sì, insomma, sentivo che c'era qualcosa di buono) cominciai a coglierne le sfumature più gradevoli e ad assimilare tutta la verve festaiola e presabbène del duo. Ebbene, dopo tre mesi circa posso trarre le somme e valutare Fun DMC in maniera abbastanza completa, e per farlo partirò dalla sua implicita premessa: il divertimento come Leitmotiv.
Da un lato posso tranquillamente affermare che i PUTS sono effettivamente riusciti a centrare il punto, vuoi anche peccando di prolissità; dall'altro, però, questo si rivela essere il suo maggior limite, visto e considerato che a meno che uno non sia dell'umore adatto difficilmente avrà voglia di ascoltare questo album. I continui riferimenti ai bei vecchi tempi quando qua era tutta campagna, all'old school e alla bellura associata ai festoni con grigliata annessa sono efficaci se già ti trovi in un certo mood; altrimenti, se hai le balle girate e giri in metropolitana in mezzo ai casi umani che quotidianamente scendono a frotte in Porta Garibaldi, l'ipotesi più probabile è che a sentire Anotha BBQ il piffero ti frulli ancora di più.
Questo è però un difetto strutturale capace di pregiudicare tutto il lavoro quasi a prescindere dalla qualità delle singole canzoni; e allora, al fine di parlare un po' più approfonditamente delle varie tracce, facciamo finta di essere costantemente in modalità beona e felice e andiamo a vedere cosa son stati capaci di fare Thes e Double. Dal punto di vista dei beat, interamente autoprodotti con una sproporzione di 3 a 1 a favore di Thes One, la suddivisione può essere fatta grossomodo in questo modo: 1) palese richiamo all'old school (Up Yo Spine, The Ultimate 144, Party Enemy N°.1, Enjoy, Love's Theme); 2) pesca a piene mani nel repertorio funk con l'eventuale aggiunta di clap, il che talvolta rimanda la memoria ai suoni californiani della prima metà degli anni '90 sans i synth da g-funk (Swan Fever, Anotha BBQ, People Riddum, California, A Baby, Same Beat); 3) un aggiornamento dei precedenti stili con qualche variazione sul tema (tutte le restanti canzoni).
Nel complesso posso osservare un buon lavoro, tecnicamente ben realizzato grazie anche all'uso di diversi strumenti suonati dal vivo, ma forse non troppo originale. Il che è da un lato abbastanza ovvio, visto l'imprinting di Fun DMC, e che però nonostante questa scusante "ideologica" spesso non può evitare di annoiare -specie se consideriamo la spropositata lunghezza del tutto. Ciò non di meno, vi sono pezzoni davvero godibili come Anotha BBQ, The Fun, The Grind, the Wiz e Critical Condition che riescono a suonare freschi anche dopo svariati ascolti, dimostrando peraltro una più che buona capacità di variare i drum pattern da parte di Thes One. Altri sono forse fin troppo forzati -su tutti l'ennesimo ed inutile reinterpretazione di Public Enemy N°.1- e per questo suonano oltremodo impersonali; cosa peraltro logica ed ampiamente prevedibile, dato che, più che sviluppare una propria via verso la creazione di atmosfere, in questo modo si cerca di copiare (più o meno bene) le formule del passato, gettando così alle ortiche qualsiasi elemento inerente la personalità.
Un problema, questo, che riguarda bene o male tutti i gruppi facenti parte del filone del throwback rap; tuttavia, dove i PUTS meritano una menzione a parte è nella varietà delle tematiche proposte che, inaspettatamente, sono sviluppate in modo personale ed interessante. Non mi riferisco certo alla voglia di cazzeggiare -è ovvio- quanto piuttosto al lato introspettivo, che brilla particolarmente nelle meditazioni di chi si trova ad essere diventato padre di A Baby, ma che trova sbocco anche in D e nell'ottima Critical Condition. Poi, certo, anche l'amore per il rap, per il proprio luogo d'origine ed il consueto braggin&boastin' fanno capolino, ma diciamo che contenutisticamente fanno più da companatico ai pezzi più seri che non viceversa (pur essendo questi ultimi in minoranza). L'unico pezzo che mi lascia un po' perplesso è Gamin' On Ya, sia per via del beat (BASTA!, BASTA CAMPIONARE I MIDI DEI VIDEOGIOCHI!), ma grossomodo posso comprendere il senso di un tale pezzo se penso al fatto che mentre i due giocavano a Pang c'erano dei loro coetanei che andavano in giro ad ammazzarsi... eppure boh, non so, non mi convince del tutto.
Così come del resto non mi convincono loro due come MC nel senso più stretto del termine: voglio cioè dire che mentre live saranno probabilmente bravi e tutto quanto, certe routine (specie di Thes) per me arrancano un po' e sanno davvero di vecchio; perlomeno Double K ha una bella voce ed un flow molto più sciolto che nascondono certe ingenuità o certe rime un po' stantìe, però diciamo lo stesso che se Fun DMC funziona bene è più merito delle basi e della loro abilità di scrittori che non dell'abilità che hanno al microfono.
In conclusione: acchiappatevi 'sto disco e approfittate di essere agli inizi della primavera. Sono convinto che, se "usato" bene, potrà dare ampie soddisfazioni pur presentando alcuni difetti tipici dei prodotti di questo genere.




People Under The Stairs - Fun DMC

VIDEO: THE WIZ

1 commento:

MAK ha detto...

Anche tu vittima delle poste italiane... U.S.A. - Frontiera Italiana in una settimana scarsa, Frontiera Italiana - Milano due mesi circa. Senza contare la famigerata dogana, ormai immaginata dal sottoscritto come un luogo oscuro non presente sulle mappe, dove un gigantesco rullo trasporta i pacchi sotto il naso di un automa bendato che li tassa sorteggiandoli a caso. Dovrebbe funzionare all'incicrca così la dogana.
Ad ogni modo, diedi un ascolto molto veloce (ma positivo) a Fun DMC vari mesi fa, fino ad'ora non l'ho più ascoltato perchè dovrebbe arrivarmi il CD a giorni, o tra mesi se tutto va come detto sopra.
Confesso che i PUTS li ho sempre (moderatamente) apprezzati, e anche non potendo commentare questo Fun DMC mi ritrovo daccordo con i tuoi consigli per l'ascolto basati su umori e situazioni, poichè i loro album si rivelano infatti ottimi quando sei di buon piglio e nel cazzeggio più totale, ad eccezione di The Next Step che meriterebbe un discorso a parte.