venerdì 22 maggio 2009

COMPANY FLOW - FUNCRUSHER PLUS (Rawkus/Official Recordings, 1997)

[Ieri vi dicevo di questo mio amico che s'era offerto di scrivere una recensione, ricordate? Beh, eccolo qua, finalmente. Ora, questo mio amico lo chiamerò Slint (per comodità mia, più che altro) e vi consiglio -anzi, vi intimo- di passare dal suo blog bislaccamente nominato Formica Fuego. Ciò detto, due mie parole sul disco: innanzitutto che non ce l'ho e sia il rip che la scansione li ho fatti solo dopo essermi visto col suddetto Slint. Ebbene sì, Funcrusher Plus non l'ho mai comprato, che ci crediate o no. Lo farò adesso, però, in quanto è stato recentemente rimasterizzato e ristampato (anche se senza alcun tipo di bonus, una cosa francamente incomprensibile) visto che i miei ardori da purista di stucazzu novantasettiani sono fortunatamente un ricordo del passato. Non aggiungo altro e vi lascio alla lettura]

Anni fa, io e il titolare di questo blog avevamo un progetto che si chiamava Slept On Classics: l’idea era di raccogliere, in una serie di CD dal packaging di “lusso” -da vendere poi a prezzo politico (quando si dice il senso per gli affari…) - gemme dimenticate del rap tra il 94 e il 98. Vista da oggi, era una trovata abbastanza “avanti”, se mi passate il termine. Il digging in the crates via web stava appena nascendo negli States ma in Italia non c’era ancora niente di paragonabile a dei blog come RuggedNevaSmoove. Comunque sia, “a una certa” ci trovammo tra le mani qualcosa come 60 canzoni tra b-sides, remix, semi-inediti, tracce di gente scomparsa dopo un solo singolo e pezzi passati inopinatamente inosservati all’interno di album magari anche celebri. Il progetto non vide mai la luce perché, per quanto fosse molto nobile droppare tutto quel knowledge a prezzi stracciati non volevamo nemmeno smenarci troppo. Anche il fatto che ne parlassimo sempre dopo la quarta o quinta birra deve aver avuto il suo peso…
Sia come sia, mi è recentemente capitato di buttare uno sguardo alle tracce che avevamo selezionato e ho notato una cosa che, col senno di poi, mi sembra abbastanza bizzarra. Ed è la seguente: non c’era nemmeno un pezzo dei Company Flow! Come cazzo è stato possibile? Intendo, né io né Reiser siamo mai stati dei Def Jukies della prima ora, però, all’epoca di Slept On Classics, era già passato abbastanza tempo per poterci rendere conto, senza darsi toni da abstract-avantgardisti, che Funcrusher Plus era stata una delle uscite fondamentali del periodo che volevamo coprire. Questo per dire che, almeno secondo me, poi magari Reiser non sarà d’accordo, stavamo facendo una cappella grossa quanto Bumpy Knucles. Vediamo perché, scendendo nei particolari del disco a cominciare dal suo contesto storico.
Se siete lettori di questo blog non c’è bisogno di dirvi quanto incredibilmente alta fosse la qualità del rap newyorchese nel periodo 95-97: il Wu Tang Clan, il QB, i vari D.I.T.C. il Boot Camp (et alias ancora) erano tutti al top del loro gioco (quanto mi piace tradurre questa espressione). Farsi notare lì in mezzo, per dei newcomers, era bella dura, a meno che non si avesse qualcosa di originale da far ascoltare e una solida promozione alle spalle. Due cose che, a un certo punto, i Company Flow si trovarono ad avere: la seconda in particolare, per un caso quasi fortuito. Il caso fortuito è qui spiegato: uno dei più-più megarampolli del mondo, James Murdoch (il figlio di quel Murdoch là) si era fatto coinvolgere nella passione per il rap da un suo compagno di college, finanziando la nascita di una nuova etichetta indipendente dai mezzi pressoché illimitati, la Rawkus; destinata a scrivere un bel pezzo di storia del rap almeno fino al 2000 e qualcosa; a cominciare proprio dalla pubblicazione di Funcrusher Plus a metà 97.
In realtà Funcrusher Plus contiene alcune tracce che avevano già trovato spazio in un EP, intitolato solo Funcrusher. Autoprodotto nel giugno ‘96 e distribuito in pochissime copie, quell’EP aveva assicurato al gruppo uno sparuto seguito di cultori. Dunque i Company Flow, l’MC e produttore bianco El-P, l’MC Big Jus e il dj Mr. Len (tagga come: quando non sono neri specifica “bianco”), non venivano proprio dal nulla, tuttavia il grande pubblico e la critica li accolse comunque come outsider, anche perché tali volevano essere considerati. Tutto in loro sembrava prendere le distanze da un certo andazzo del rap di quel periodo (un andazzo che poi, esacerbandosi avrebbe portato alla, IMHO, deprimente situazione attuale, ovvero a questo tunnel di finocchiaggine, - anche in ambito underground - di cui si fatica a vedere la fine), per spingere alle estreme conseguenze un’attitudine il più possibile lo-fi, uncut, hardcore e creativa. Dove creativo non significa per forza sperimentale, e dove sperimentale non significa per forza ermetico o inascoltabile, come vado a spiegare.
Ho fatto tale precisazione perché, all’epoca dell’uscita, più d’uno recensì il disco parlando di “astrattismo”, un’etichetta che tuttora fatica a levarsi di dosso. Evidentemente mancava la grammatica per capire che la direzione in cui stavano spingendosi i beats di El-P non era quella della sperimentazione; semmai paradossalmente, quella di un esasperato tradizionalismo, devoto tanto alla scuola di “mezzo” (EPMD e Diamond D, per dirne due) quanto ai migliori esponenti di quella che, allora, era ancora la nuova (Wu Tang e BCC). Ascoltandolo oggi, a 12 anni di distanza c’è infatti un aspetto che emerge molto più chiaramente che allora: in Funcrusher non c’è niente di forzato, intellettualistico o volutamente “complicato”, capi d’imputazione a cui è stato spesso sottoposto ; è semmai un elogio della semplicità sotto quasi tutti i punti di vista. Sarebbe ora di sdoganare questo disco dal mito di album programmaticamente pensato per risultare difficile o per essere capito da pochi eletti, che lo avvolge. Se Funcrusher Plus è un disco difficile lo è solo in opposizione al concetto di easy-listening, ma, da che mondo è mondo, questo non è mai stato un difetto, bensì una prerogativa del rap, o almeno di quello fatto con i giusti crismi.
Settantaquattro minuti di beats scarni e hard-wired, di campioni ipnotici, di punchlines e metafore battle-rap mai banali, sempre complesse e intelligenti e, infine, di flows che, anche dopo dieci anni, non risentono dell’usura del tempo. Non c’è un solo pezzo in tutto il disco che sia stato inserito per spezzare l’altissima tensione espressiva che predomina e che giunge al culmine in tracce come 8 Steps To Perfection, Collude/Intrude, Silence, Lune TNS, Vital Nerve e The Fire In Wich You Burn. In conclusione, qualunque sia la vostra opinione sui successivi sviluppi della carriera di El-P (la mia, se vi interessa, è eccellente) il consiglio è di ascoltare questo disco, se ancora non l’avete mai fatto, il più possibile liberi da qualsiasi pregiudizio, lasciando che la sua profondità e le sue complesse atmosfere vi conquistino senza andare alla ricerca di astrusità che giustifichino le numerosi recensioni che lo descrivono come intelligentissimo, precursore, geniale, avanguardistico etc..etc.., perché se è qualcuna di queste cose, lo è per la visceralità e per l’ attitudine come tutto (o quasi) quel che, in qualunque campo, viene fatto di buono.





Company Flow - Funcrusher Plus

VIDEO: 8 STEPS TO PERFECTION

17 commenti:

Anonimo ha detto...

e con questi 5 zaini ti sei giocato quel briciolo di credibilità che ti era rimasto.

Cordialità

ck

reiser ha detto...

Succhiacazzi, vendimelo tu Funcrusherplus! Me lo ricordo che ti fa cagare dacché lo comprasti, che te ne fai? Te lo pago a prezzo pieno, pensaci.
Passate dal frida stasera?

Comunque il voto non è mio, per quanto lo approvi pienamente

MAK ha detto...

5 zaini ci stanno tutti a mio parere. E' un disco che sentito oggi suona ancora nuovo.
Per il resto complimenti a "Slint" per la recensione, assolutamente coinvolgente oltre che totalmente quotabile.

riccardo ha detto...

complimenti a slint, condivido.
anche il progetto che espone all'inizio sarebbe stata una gran figata!

Anonimo ha detto...

5, senza discussioni. Forse anche 6.
E' l'album che mi ha spalancato gli occhi, lo amo.

BRA
www.rapmaniacz.com

Anonimo ha detto...

FCK SQUAD...''this is war''...meeega l'idea di fare compilation del genere,se attuata una decina di anni fa, si sarebbe potuta riwelare ORO..comunque super props a slint..io non sono un mega fan def jux ma questo disco prescinde e trascende.qualsiasi tipo di etichetta! è musica con i controcazzi e basta!..

Anonimo ha detto...

oh, giuro, proprio ieri volevo mandare una mail a reiser per chiedergli di recensire funcrusher

in ogni caso l'ha fatta slint, bella lì

comunque l'album è uno dei miei preferiti in assoluto... 5 zaini tutta la vita

Anonimo ha detto...

ero ugoka lol

Anonimo ha detto...

Tolgo il blog dai preferiti...troppi leccaculo!!!

ck

Anonimo ha detto...

ricordo ancora quando compraiì il doppiovinile di Funcrusher Plus al Time Out di Milano; lo presi solo perchè conquistato dall'aurora che già all'epoca si portava dietro, pur non avendo a casa un giradischi (si può essere più idioti?!).

solo dopo mi feci prestare un piatto - malconcio - da un mio amico, per ascoltarlo.

oggi sta appeso in camera mia "like a Van Gogh painting"; anni fa lo prestai ad un mio amico dj, che me li restituì in seguito danneggiati - se li era dimenticati nel baule dell'auto in estate, si deformarono un pò come pongo con la temperatura bollente - non ebbi nemmeno la forza di incazzarmi.

non sapevo che la Rawkus fu una costola dell'impero economico di Murdoch.. davvero?

"Rugged - Neva Smoove - like Rwanda"

Anonimo ha detto...

ma boh non vedo perkè a qualcuno sto cd dovrebbe non piacere così radicalmente,secondo me è il cd hardcore che tutti i + grandi si sono sognati di fare,"no commercial angles"...e poi scusate sto cd è una svolta,è l'evoluzione necessaria dell'hardcore newyorkese ke tocca vette più alte di rudezza...se poi ci si infossa sempre sulla prima metà degli anni novanta si mummifica l'hip hop,per quanto possa essere piacevole ascoltare e riascoltare qualunque cd di quel periodo...

Giancarlo_Vagginelli ha detto...

so che risultero' impopolare, ma a me quel modo di rappare sempre "in ritardo di mezza battuta" un po alla cannibal ox proprio non mi piglia

Anonimo ha detto...

Concordo con magic...è sicuramente un cd innovativo per quei tempi nonchè diverso e, per certi versi, originale. Effettivamente ai tempi suscitò un buon successo (di critica)...siamo però lontani dal capolavoro. Non tutto quello che era underground negli anni 90 deve per forza tornare in auge adesso. Altrimenti posso prestarti il cd di Hyenas in The Desert che si sono cagati in 4 e quindi merita 4 zainetti.

ck

Gallone2000 ha detto...

Io lo presi qualche anno fà da cleopatra (la reginetta nera di milano per quel che concerne il funk...)quel disco.Sinceramente non mi fà impazzire, preferisco quello dei cannibal ox anche se comunque anche funcrusher se la spacchella.Slept on classic?Ahahahah io dovevo occuparmi di mixare le tracce :-D

Antonio ha detto...

Disco monumentale per quel che ha significato, ma comunque i 5 zainetti non se li merita (4 e mezzo). Diciamo che Funcrusher Plus e' l'equivalente hip hop di un disco di Capossela. Nessuno ha il coraggio di criticarne le parti meno ben riuscite, anche se ci sono...

Antonio ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
ionicboy ha detto...

bella la recensione, complimenti a Slint.

il mio giudizio su questo disco cambia a seconda dell'umore: va da "enorme mazzata nei coglioni" nei momenti di presomalismo a "capolavoro" nei giorni più felici.
in ogni caso, dopo averlo ascoltato mi tocca cambiare genere musicale, sentire del surf strumentale, della musica lounge, o qualcosa del genere, altrimenti mi viene l'acidità alle orecchie.
è un po' come la pizza peperoni cipolla salsiccia e panna, insomma, rimane un po' indigesto.