giovedì 7 maggio 2009

O.C. - JEWELZ (Payday/Ffrr, 1997)

Nas, O.C., i Black Moon: che dire, io adoro il cosiddetto "sophomore jinx", cioè la maledizione del successore del disco d'esordio perfetto. L'adoro non perchè abbia tendenze masochista, bensì perchè da un lato mi ricorda quanto imbecilli possano essere i fan in un particolare momento della loro vita, e dall'altro perchè mi fa venire una piacevole nostalgia e voglia di anni '90.
Perchè dico imbecilli? Perchè non è possibile che un artista avente avuto un esordio perfetto (o quasi) debba poi passare il resto della sua carriera a prendersi i pesci in faccia da parte di chi gli rinfaccia di non aver saputo fare il bis - o sbaglio? Specialmente se in realtà la sua seconda opera non è in fondo affatto male ed anzi contiene alcune cose assai valide; un discorso, questo, che fila sia per un It Was Written che naturalmente per Jewelz, a patto che in ambedue i casi ci senda conto che è l'MC stesso ad essere profondamente cambiato e che alla luce di ciò sia fuorviante paragonare questi dischi ai predecessori. Infatti, l'unica cosa di cui si potrebbe accusare Omar Cradle (come Nas) è l'ipocrisia: voglio dire, dopo una Time's Up te ne esci con un album intitolato "Jewelz" (non sperare che qualcuno caschi nel doppio senso) in cui in più occasioni contraddici il te stesso di tre anni prima? Com'era, ancora, "I'd rather be broke and have a whole lotta respect"?
Massì, possiamo anche farlo: O.C., bello mio, sei piuttosto un merdone. Però mi parrebbe stupido: perchè è vero che l'oltranzismo del suo precedente album è scomparso con la rapidità di un coguaro, però è altresì chiaro che non è stato sacrificato il legame con l'hip hop vero e proprio. Detto altrimenti, non si è passati da un estremo all'altro, come del resto si può facilmente notare anche solo dalla tracklist e dalla scelta dei collaboratori. Optare per un Premier, per un Bumpy Knuckles o per dei Beatminerz (inclusa naturalmente la D.I.T.C.) non mi sembra sia paragonabile al lavorare con Ma$e o a farsi produrre una traccia dai Trackmasterz, giusto? Ne consegue che le critiche ricevute all'epoca della pubblicazione erano in buona parte esagerate e sproporzionate rispetto ai puri meriti artistici, che in Jewelz risultano peraltro più sfaccettati che in Word... Life.
E difatti di fronte a noi si aprono sostanzialmente due scenari: uno smaccatamente ruvido e, se vogliamo, purista: è rappresentato da pezzi come War Games, Win The G, The Crow e Jewelz. L'altro, invece, è più soft ma solo raramente scivolante nel melenso ed è costituito da The Chosen One, Stronjay, You And Yours e It's Only Right. E già che sto facendo la lista della spesa, diciamolo subito: dove O.C. fallisce è proprio nel secondo filone, quello diciamo "orecchiabile". La prima pecca è Far From Yours, in cui Yvette Michelle rovina definitivamente una traccia già non avvantaggiata da chissa chè beat; poi c'è Dangerous, che vedrà pure il Nostro duettare con un Big L in forma smagliante (e che infatti gli da una paga imbarazzante) ma ciò non basta per farci perdonare uno dei beat più brutti che abbia mai sentito produrre dai Beatminerz (bassi inesistenti, batterie di cartone, campione di Daisy Lady che puzza di jiggy da lontano un miglio... non fatemi dire altro); ed infine, last but not least, Can't Go Wrong, la quale sarebbe potuta andare bene al massimo come skit ma che nella sua monotonia e pochezza d'inventiva non regge i 3'46'' di durata.
Ma tolte queste tre fetecchie il resto del materiale va dal bello al molto bello; l'eccezionalità non viene purtroppo raggiunta, ma a fronte di un ascolto complessivamente più che piacevole questa è una pecca facilmente perdonabile. My World, ad esempio, vede al campionatore il sempre affidabile DJ Premier il quale, pur non regalando la base della sua vita, dota di una buona costruzione melodica il Nostro, che difatti si fa trascinare dalla melodia di xilofono e flautino effettato (oppure un semplice fischio umano, difficile dirlo) e scrive tre buone strofe che contribuiscono a far scorrere il pezzo come olio. Tutt'altro discorso va invece fatto per Win The G., in cui su un beat nel suo minimalismo assolutamente superbo (beat, batterie ed un sample di campanelle ogni due misure) Bumpy Knucks e Omar fanno numeri da applausi. Approfitto per dire che in quest'occasione è interessante notare quanto l'alchimia tra i due funzioni bene, tanto che vien da spiacersi se si pensa che, a parte la successiva M.U.G. (anch'essa prodotta da Primo), negli anni a venire non avrebbero pià lavorato insieme. Ma tant'è.
Di buona fattura anche se lievemente inferiore è l'ultima creatura di Premier, War Games, in cui gli Organized Konfusion vengono letteralmente sprecati per il solo ritornello ma che fortunatamente sanno comunque conferire energia ad una produzione forse troppo triviale; buoni risultati li ottiene anche The Chosen One, dove Buckwild, grazie ad un bel campione di piano elettrico e delle batterie di classe, si fa parzialmente perdonare le sue altre prestazioni onestamente deludenti. Lo stesso dicasi per i Beatminerz, che sia che si trovino in versione semiclubbeggiante (It's Only Right), sia che puntino ad una maggiore cupezza (Stronjay), ritrovano il senno e lavorano di bassi e batteria nella loro miglior tradizione. Ma alla fin fine la chicca di Jewelz, il pezzo non solo più bello ma anche tra i più longevi che conosca, è la title track: qui Lord Finesse campiona un magnifico bridge di Changing Face della J.J. Band e, data la bellezza di questo, non deve far altro che mettergli sotto delle batterie (che fanno solo da accompagnamento, quasi) per partorire un autentico gioiellino.
Goiellino che, vivaddio, O.C. non spreca: è difatti anche la traccia in cui sia contenutisticamente che stilisticamente si trova la quadratura del cerchio, mentre nel resto del disco egli puntualmente passa da un aspetto all'altro con estrema decisione. Ah, ecco, visto che alla fin fine chi ricevette più critiche fu O.C. stesso, in quanto lo si accusò di aver annacquato il suo stile, possiamo col famoso senno di poi chiarire questo punto? Sì, e facciamolo constatando che effettiamente ora appare molto più rilassato e meno propenso a lasciarsi andare ad esibizioni di pura tecnica: per intenderci, non aspettatevi nulla di equiparabile alla seconda strofa di Constables. Tuttavia questo ammorbidimento non è in sè e per sè sgradevole ed anzi gli permette di scrivere cose come Hypocrite, Stronjay o appunto Jewelz che contenutisticamente sono assai interessanti. E d'altro canto anche i suoi rap da battaglia riescono ancora a colpire (cfr. M.U.G., Win The G e War Games), per quanto talvolta scivolino nella prevedibilità (My World) oppure nella più completa inefficacia (Dangerous).
Ma nel complesso Jewelz si rivela essere un album a mio parere molto, troppo bistrattato. fermo restando infatti che non è un capolavoro e che vi sono pezzi brutti come loffi, lavorando nemmeno troppo di skippaggio si può assolutamente godere dell'ascolto. Anzi, all'epoca a me piacque davvero molto benché in giro ci fossero cosucce da nulla come Hell On Earth o Nocturnal e dunque, per quanto dopo dodici anni sia tentato di dargli un tre e mezzo, credo che farò affidamento alla memoria conferendogli quattro nobili zainetti.




O.C. - Jewelz
Bonus: Jewelz Original Samples (via KevinNottingham.com)

VIDEO: MY WORLD/FAR FROM YOURS

12 commenti:

MAK ha detto...

4 zainetti ci stanno tutti a mio avviso. Questo disco l'ho consumato forse anche più di Word Life... Dispiace che in quel perido O.C. rilasciò altre tracce molto interessanti che non furono poi inserite nell'album (magari al posto di quelle 3-4 ciofeche).
Per fortuna ho recuperato tutto con Hidden Gemz.

Ormai mi sono rassegnato a vederti recensire il votatissimo Born Like This nei prossimi giorni, cosa piuttosto scontata dal momento che il villano ha più groupies dei Take That...

reiser ha detto...

Nemmeno io pensavo che potesse riscuotere tutto 'sto successo... è un disco secondo me carino con qualche chicca ma non molto di più
Vabbè oh me tocca

MAK ha detto...

Eh ma non è tanto il disco, è Doom.
Potevi mettere in poll pure una scoreggia del mascherato che si accaparrava la maggiorparte dei voti a prescindere.
Peccato, sia Rock-N-Ruck che Slick Rick mi intrigavano non poco.

reiser ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
reiser ha detto...

Beh ma in linea di massima cerco di rispettare la "scaletta" data dai voti. Cioè a meno che proprio non abbia un crollo dei testicoli di fronte all'idea di recensire un dato disco, per me è più o meno lo stesso
Doom può anche vincere, ma Slick non è messo male e quindi vedo di farlo mentre, che so,Pharoahe Monch lo rimbalzerò...

Anonimo ha detto...

appunto, sophomore jinx un paio di palle

Anonimo ha detto...

ma recensire anche qualche disco italiano?

reiser ha detto...

No, non li recensirò principalmente perchè il rap italiano praticamente non lo seguo.
Poi ci sono altri motivi che puoi leggere qui (ovviamente i toni non sono riferiti alla tua domanda): http://ruggednevasmoove.blogspot.com/2009/04/ma-cristo-dun-dio-sulla-musica-ed-altro.html

riccardo ha detto...

reiser comunque io sono veramente addicted al tuo blog...voglio rinnovare i complimenti. sei essenziale!

reiser ha detto...

Esagerato
Ma esagera pure, benché non lo voglia sono sensibile alle lusinghe [no homo]

A_G ha detto...

"dangerous" rimane per me un guilty pleasure. lo ascoltai la prima volta su un tape marcissimo e da allora sono convinto che la ciofechezza del beat sia dovuto all'infima qualita' audio di quel tape ultradoppiato.

e big L fa i numeri

Anonimo ha detto...

no vabbè nn era un modo per scaricare in download musica italiana facilmente ma semplicemente una curiosità su un tuo parere su qualche prodotto nostrano... cmq complimentoni per il blog ci stà di brutto...