lunedì 15 marzo 2010

DILATED PEOPLES - NEIGHBORHOOD WATCH (Capitol/Emi, 2004)

Quando ci si trova di fronte a un caso come quello dei Dilated Peoples, un gruppo indubbiamente amato e riverito da una fetta consistente dell'audience hip hop, la prima cosa che si vorrebbe fare è procedere per tesi. Ossia dire: «bocce ferme, loro nel complesso non saranno male ma la cosa finisce lì -i grandi gruppi sono altri- e adesso vi dimostro perchè». Tuttavia, ciò sarebbe ingeneroso nei confronti di un gruppo che forse posso non adorare ma che di sicuro non mi ha mai tirato particolari pacchi, e perciò preferisco inaugurare la loro discografia con il loro album che più mi è piaciuto: Neighborhood Watch.
Per quanto esso sia stato infatti considerato il loro lavoro meno riuscito ai tempi della pubblicazione, penso che a distanza di anni possiamo tranquillamente affermare che così non è e che, anzi, in un certo modo esso sia stato il loro maggior punto di svolta. Vado a spiegarmi: fino a quel fatidico 2004 i Dilated avevano mietuto una cospicua schiera di fan nell'underground più ortodosso cavalcando la formula del boombap classico, ma alla lunga mantenere questo sound probabilmente non li avrebbe portati da nessuna parte se non ad una ripetizione ad nauseam di forme espressive già collaudate e, ammettiamolo, non particolarmente fresche già al momento della loro prima applicazione. Con Neighborhood Watch hanno invece optato per una selezione di beat meno prevedibile che in passato, arruolando sì alcuni loro collaboratori storici (Alchemist e Joey Chavez su tutti) ma scegliendo basi mediamente più fresche e dalle atmosfere meno cupe ed ossessive. Aggiungiamoci un featuring da parte di Kanye West (in doppia veste di produttore e MC), ed ecco che quella sorta di autismo musicale che rinchiude molti gruppi all'intero dei loro gusci sicuri viene debellato. E, per una volta tanto, l'apertura ad una maggior base d'utenza non si traduce in una sorta di tradimento bensì in un miglioramento della qualità musicale e del gruppo stesso.
Come sempre nel loro caso, la prima cosa che si nota è che senza beat di qualità i Dilated Peoples non esisterebbero, e stavolta questo aspetto viene coperto meglio di quanto non fosse avvenuto nel precedente Expansion Team. Anche stavolta il primo a stupire è Alchemist, che con quattro tracce è il maggior fornitore di beat dell'album; e se World On Wheels risulta passabile e Neighborhood Watch valida ma nulla più, si comprende come Poisonous e Marathon siano diventati ambedue dei singoli. La prima è costruita interamente su un semplice loop di piano, molto lento, che in realtà scandisce il tempo per basso e batteria che ne accompagnano le singole note assieme a sporadiche entrate di synth; e su un simile tappeto sonoro sia Evidence -il cui flow calza a pennello sui bpm bassi- che un Rakaa onestamente ineccepibile dal punto di vista contenutistico e tecnico regalano delle ottime strofe che vedono nel ritornello di Devin un buono stacco. Marathon, invece, potrebbe quasi fare a meno di qualsivoglia strofa da tanto che la linea di basso è bella spessa e corposa: impossibile rinunciare quindi ad un po' di sano headnodding per quella che forse è la miglior canzone dell'intero disco.
A contenderle la palma c'è però l'eterea Reach Us, prodotta da un Joey Chavez ancora molto lontano dallo stile attuale, e che qui richiama cori soul, pianoforti e campanelle per creare una trama acustica tanto complessa quanto comunque raffinata. E quel che apprezzo di più, o per meglio dire ciò che reputo emblematico della bontà di questo beatmaker, è il fatto che malgrado l'atmosfera soave egli non rinunci a fornire il tutto di bassi e batterie di tutto rispetto. Last but not least, tra le basi degner di nota vi sono ancora la discreta Caffeine e le più orotodosse Love And War e Tryin' To Breathe: quest'ultima, però, pur usando campioni soul velocizzati va elogiata in quanto ben costruita, con un incalzante ritornello in crescendo sottolineato da trombe, e le sezioni delle strofe più rilassate e semplici con il solo piano a dettare la melodia.
Ciò detto, però, i meriti musicali si esauriscono qui: Who's Who infatti crolla sotto un sample di Gary Wright strasentito e mortalmente monotono/fastidioso se reiterato per più di due minuti, cosa che qui appunto avviene; Big Business viaggia invece su un loop la cui unica variazione è il cambio di ottave e per il resto sembra essere un abbozzo di (cattiva) idea; Closed Session è uno degli esempi più lampanti di posse cut rovinata da un beat cacofonico e noioso per cui dobbiamo ringraziare Babu. Ma la maggior delusione è data da This Way: per quanto io detesti Kanye come rapper e come personaggio, non ho mai nascosto il mio apprezzamento per diversi suoi beat, specialmente quelli prodotti conto terzi come Throw Your Hands dei Mobb, Selfish dei Slum Village o Down & Out di Cam'Ron. Anzi, ho sempre pensato -almeno fino a Gradutaion- che Kanye valesse come beatmaker più nei progetti esterni che sui solisti. Ma This Way costituisce una prove dell'esatto opposto: le uniche due cose che si salvano sono il pattern di batteria con la relativa accoppiata bonghi+clap, e il campione di flauto; il resto è una schifezza innominabile, a partire dalle trucide tastierine Bontempi per giungere al ritornello, che dopo la prima strofa oltretutto termina in un bridge cantato di una pacchianaggine tale da far pensare ai peggio musical anni '50.
Insomma, musicalmente direi che abbiamo un 40% di cose degne o degnissime, un 30% di materiale discreto ed un 30% di sincere porcherie. Ebbene, anche come emceeing le percentuali sono più o meno queste. Vedete, Ev e Rakaa per me sono stati al massimo competenti ma mai (o quasi) davvero bravi -singole strofe irrilevanti ai fini della regola escluse; ciò che li ha sempre salvati, prima ancora dei pregi personali, è l'alchimia che oggettivamente sussiste tra i due. Il flow lento e la metrica semplice di Ev compensano quelli più aceyaloniani di Iriscience, e viceversa la voce piatta e priva di carisma del secondo compensa quella caratteristicamente bassa e metallica del primo. E va bene: peccato che come scrittori non valgano molto, e ciò si nota in maniera molto forte in questo Neighborhood Watch, in cui (diamogliene atto) cercano di affrontare un numero di temi piuttosto vario; la loro inconsistenza si palesa ad esempio in una Big Business (sembra scritta da Daniele Silvestri), Love And War (inutilmente fintoprofonda) o Tryin' To Breathe (inutilmente lagnosa e confusa). Il che è scocciante, perchè laddove invece riescono ad avere dei momenti di lucidità -la già citata strofa di Rakaa in Poisonous, Reach Us, i battleraps di Caffeine e Marathon- si può intuire il vero potenziale del gruppo.
Così come sono, invece, i Dilated continuano ad essere un buon trio capace di oscillare tra underground e mainstream di gusto, e magari anche uno di quei «marchi di fiducia» che pur non eccellendo riescono a lasciare sulla loro strada sempre un quattro-cinque pezzi belli ad album, ma poi morta lì. Neighborhood Watch tutto sommato funziona perchè -numeri alla mano- gli aspetti positivi sopravanzano quelli negativi, ma se devo essere sincero credo che i Dilated siano un gruppo a cui un greatest hits farebbe davvero molto ma molto bene.





Dilated Peoples - Neighborhood Watch

VIDEO: THIS WAY

14 commenti:

Anonimo ha detto...

forse a questo un quattro lo avrei azzardato...

ck

Anonimo ha detto...

Condivido la premessa (il fatto che al terzo disco i DP necessitassero di un cambiamento), ma non le conclusioni, dato che il frutto sarà "20/20" (loro peggior disco). E comunque preferisco di gran lunga "The Platform" ed "Expansion Team", le cui imperfezioni sono facilmente superabili dato che si tratta di underground ignorante senza se e senza ma. Più che altro, se dai un 3 e 1/2 a "Neighborhood Watch" e dici che lo consideri la loro migliore uscita, mi sembra chiaro che i DP semplicemente non ti piacciono più di tanto.

BRA
www.rapmaniacz.com

FooL ha detto...

'Expansion Team' rimane il mio preferito e comunque con i Dilated Peoples la cosa migliore da fare è una scrematura di alcuni pezzi dei loro vari album,in modo che venga seguita anche la linea evolutiva del loro stile.Concordo quindi con te nel dire che un greatest hits per i Dilated sarebbe necessario.Come ti è parso 'The Weatherman LP' di Evidence?

MAK ha detto...

Daccordo con BRA stavolta, The Platform e Expansion Team per me stanno nettamente sopra questo e a 20/20.
Ok che i Dilated potevano necessitare un cambiamento (ma anche no, a mio gusto) però hanno preso una direzione che non li ha portati a offrire il loro meglio.
3,5 zaini a questo, e a The Platform? Minimo 4.

Anonimo ha detto...

Good brief and this post helped me alot in my college assignement. Thank you for your information.

reiser ha detto...

@Tutti: boh non capisco cosa ci troviate di così entusiasmante nei loro dischi precedenti. O meglio: Platform ci sta anche, e se qualcuno volesse dargli 4 la cosa non mi stupirebbe (4 e 1/2 proprio no, però). Io preferisco NW perchè di "Platforms" -intesi come boombap ruvido & semplice- ne ho a centinaia e decine di essi sono migliori già solo come emceeing, ma insomma. Questione di gusti.
Ma Expansion Team? Una minestrina riscaldata che si salva grazie a 4/5 pezzi belli (e, no, Worst Comes To Worst non rientra tra essi) che vanno a coprire tutto il resto dell'album. Che è, IMHO, di una noia assurda.
20/20 è una cacatiella, d'accordo, ma non tanto peggio di Expansion Team.
Ad ogni modo il pregio dei Dilated sta nella consistenza, non sono come un Raekwon che ti sforna il capolavoro e poi per 15 anni solo porcherie inascoltabili. Però come MC sono tra i più sopravalutati che abbia mai visto, specie -appunto- qui da noi dove c'è una sorta di venerazione nei loro confronti che davvero non capisco.

@Fool: Siccome Weatherman è da un po' che salta fuori in commenti e recensioni varie mi sa che lo recensirò a breve, comunque il riassunto è questo: una legnata nei coglioni che avrebbe guadagnato mille punti anche solo venendo spezzata in due capitoli. E cancellando completamente i featuring di Big Pooh, Joe Scudda (ma per piacere!) e Madchild.

Anonimo ha detto...

Però come MC sono tra i più sopravalutati che abbia mai visto, specie -appunto- qui da noi dove c'è una sorta di venerazione nei loro confronti che davvero non capisco.

Personalmente in loro non tendo a vedere perizia tecnica e capacità oltre la media (anche se Rakaa mi piace quasi sempre, pur nei suoi limiti), dunque a sopravvalutarli. I loro dischi però mi piacciono, è una questione di alchimia: funzionano, punto. In fondo sappiamo tutti che l'Hip-Hop "ci piace" anche perché (a volte) una "Work The Angles" può tirar giù tutto senza dire un cazzo di niente.

BRA
www.rapmaniacz.com

reiser ha detto...

In quel senso sì, certo, ma mi han sempre lasciato privo di grossi entusiasmi. Voglio dire che sovente mi son parsi scialbetti, soprattutto Rakaa, che mi sembra un Aceyalone a scartamento ridotto
Poi è chiaro che non possono stare sulle palle ed anche il loro essere sopravvalutati è molto relativo, così come va detto che le schiappe sono altre, però resto della mia opinione.
Ah, domani Weatherman,

MAK ha detto...

Ma Expansion Team? Una minestrina riscaldata che si salva grazie a 4/5 pezzi belli (e, no, Worst Comes To Worst non rientra tra essi) che vanno a coprire tutto il resto dell'album. Che è, IMHO, di una noia assurda.

Posso anche condividere questa descrizione, resta il fatto che mi garbano più quelle 5 tracce che Neighborhood Watch, il quale rimane sì su discreti livelli per tutta la sua durata, ma senza picchi ne cadute gravi. In sostanza mi annoia di più.

Anonimo ha detto...

Maestro, a volte sei ipercritico.
Rap è genere per almeno il 50% volto al cazzeggio, che male c'è ad inserire una pianolina in una base per darle un po' di movimento, per accoppiarla con un clap e far saltare un pò chi l'ascolta.
Con sti cazzo di zainetti ti sei dimenticato di insultare Babu a gratis, mi sembra una caduta di stile da parte tua.

Anonimo ha detto...

poi addirittura venire a dire che worst comes to worst è un brutto pezzo, sei un pò il Roberto Saviano del rap.

reiser ha detto...

Non è brutto, è passabile.
One Step di Killah Priest se lo magna in insalata sotto ogni punto di vista, a parte il ritornello.

Quanto al resto nessun problema, in teoria, ma quella pianola fa stracacare. Non è questione di cazzeggio o non cazzeggio, ci sta male come suono. Se poi chi vuole ballare reputa futile avere degli standard allora che si suchi Waka Flocka Flame, che devo dire

Anonimo ha detto...

Si potrebbe aprire interessante diatriba sull'esistenza di "standard di qualità", in un genere musicale dove il recitativo va per la maggiore e la musica è uno storico stropicciato di musica pre-esistente.
Comunque grazie per gli spunti di riflessione, e prendila un pò più ALLA LEGGERA PER PIACERE.

reiser ha detto...

"Si potrebbe aprire interessante diatriba sull'esistenza di "standard di qualità", in un genere musicale dove il recitativo va per la maggiore e la musica è uno storico stropicciato di musica pre-esistente."
Qui smetto di seguirti, è evidente che non saremo mai d'accordo su questo punto.