martedì 25 marzo 2008

ENCORE - LAYOVER (Hiero Imperium, 2004)

Storicamente, la città dell'underground per antonamasia è senz'altro New York. Credo che sia impossibile riuscire ad elencare le migliaia di artisti che la Mecca ha sfornato da metà degli anni '70 ad oggi, e pertanto non le si può negare lo scettro di fucina di talenti -persino in un periodo di vacche magre come quello contemporaneo. Sulla costa pacifica un analogo sviluppo c'è sempre stato ma, oltre ad essere meno centralizzato (Los Angeles e Oakland numericamente si equivalgono), non si può dire che abbia mai ricevuto la medesima attenzione. Gente come Mac Mall, Spice 1 o perfino il E-40 dei primi tempi sono stati a lungo considerati dei fenomeni locali a tutti gli effetti, mentre altri, come i Freestyle Fellowship o i Pharcyde, a stento potevano rientrare nella tipologia west dell'epoca.
Dalla fine del g-funk in poi, però, si è venuto a creare un forte movimento underground che, abbandonando gli stilemi locali (o meglio: riprendendone alcuni e fondendoli con un approccio molto nuiorchese), ha saputo crescere guadagnandosi il rispetto e l'attesa degli appassionati. Tra le punte di diamante di questa sorta di rinascimento ci sono -tra gli altri- i Dilated Peoples, i Blackalicious, Rasco e Planet Asia e, senz'altro, gli Hieroglyphics (crew di Oakland a cui Encore è affiliato). Di queste persone si può dire che hanno mantenuto un atteggiamento generalmente "ortodosso" rispetto al passato più commerciale della costa ovest, pur riuscendo a creare un filone abbastanza riconoscibile sia come tematiche che come sonorità. Semplificando molto: l'accento è californiano ma la metriche hanno molto più a che fare con KRS One che con Snoop; i beat sono rilassati e carichi di funk, ma hanno più da spartire con gli EPMD che con Warren G.
Ma volendo abbandonare la descrizione verbale a favore di esempi concreti, direi che quello più calzante sia costituito da questo Layover e da Encore stesso. Quest'ultimo è dotato infatti di una bella voce baritonale che lo sostiene nell'intreccio di rime la cui metrica è abbastanza convenzionale ma comunque solida e priva di fronzoli; l'egotripping c'è, naturalmente, ma si concentra perlopiù su quello che egli è o fa e non ciò che possiede, e fortunatamente di tanto in tanto il Nostro si sposta con successo verso altri lidi: dallo storytelling (l'eccezionale City Livin' al fianco di Pep Love) alla dedica ai famigliari (My Way Home); dal duetto "d'ammòre" (passatemi il termine) di Real Talk fino ad arrivare al rapporto col padreterno narrato in Faithful. Insomma, la varietà concettuale è più che sufficiente a non annoiare e a rispecchiare l'immagine di un uomo il cui rapporto con la realtà è onesto e coerente con le sue idee (una rarità!), improntato alla concretezza senza per questo sfociare nella grettezza e nella pochezza di spirito.
Sul versante dei beat, la prima scelta per cui valga la pena di complimentarsi con Encore consiste nel aver optato per soli tre nomi anzichè la tristemente consueta squadriglia di produttori: oltre a Architect, ereditato dall'album d'esordio Self Preservation, troviamo i semiesordienti di Seattle (nota finora all'hip hop per il solo Sir Mix-A-Lot, credo) Jake One e Vitamin D, che si sparticono undici tracce su 13 con discreto successo. Simili nello stile, il loro approccio consiste nel tirar su dei giri di basso veramente gonfi e contrapporli a batterie dal tiro lento e dal suono cristallino. Per entrambi ritengo che possa valere l'influenza esercitata, oltre che dai soliti Pete Rock e Premier (ovvio), da Hi-Tek e dal primo Jay Dee: ma di influenze si tratta, vorrei sottolinearlo, e quindi la somma dei singoli elementi è decisamente appagante senza per questo risultare smaccatamente plagiatoria o citazionistica che dir si voglia. Spiccano su tutte, oltre alla già lodata e pressoché perfetta City Livin', l'ottima Layover (quasi un leftover di Champion Sound di JayLib), My Way Home (che riprende lo stesso campione di Bobby Caldwell usato per The Light di Common), la decisamente rilassata Real Talk (buona l'accoppiata con Ladybug Mecca) e, soprattutto, la ultrafunkettona Essentially Yours.
Al solito, volendo giungere alla lista di pisciate fuori tazza, gli esempi non mancano: Nathan Thomas vuole fare il Bilal de noantri ma i risultati complessivi non sono 'sto granché (e a me già l'originale annoia); Chocolat [sic] Popcorn poteva risparmiarsela in toto e non aggiungo altro; Step It Up Or Wrap It Up ha una beat bruttino ed è per giunta danneggiata da un ritornello trucido, e qui mi fermo. Purtroppo, nel complesso questi errori appesantiscono un lavoro altrimenti molto interessante, ed il fatto che siano sparsi per la tracklist compromette un ascolto altrimenti estremamente piacevole. In più, ho notato un fatto bizzarro: ciascuna traccia ha, secondo me, una sua vita, esaurita la quale ti passa la voglia di ascoltarla tout court -e questo quasi a prescindere da qualsiasi considerazione di qualità. Faccio un esempio: City Livin' la ascolto ancora oggi col medesimo piacere che ebbi la prima volta, mentre Break Bread, che certo brutta non è, mi ha definitivamente asciugato. Stesso discorso vale per Real Talk e My Way Home quando paragonate a Essentially Yours... perchè? Boh, forse è solo uno schizzo mio, però è un fenomeno che capita raramente e che perlomeno denota che il disco trasuda una certa personalità.
Di conseguenza, per quanto si tratti di un disco che a me piace e che ancora adesso ascolto volentieri, non riesco a dargli più di tre zainetti e mezzo (un voto che odio perchè generalmente poco chiaro, ma tant'è). Tuttavia, se proprio mi dovessi sbilanciare, allora opterei per un sontuoso 4, per cui non posso che raccomandarne l'ascolto, meglio se prolungato.





Encore - Layover

VIDEO: REAL TALK

6 commenti:

Anonimo ha detto...

ma di 7L & Esoteric cosa ne pensi?? secondo me sono bravi, passano gli anni ma non mollano...le produzioni di 7L mi piacciono un sacco!

ps: i miei complimenti, leggo e ascolto sempre con piacere...gran lavoro!

reiser ha detto...

Grazie innanzitutto per i complimenti. Quanto a 7L & ES mi piacciono da tempi non sospetti (dalle apparizioni sul sampler della Brick Records quando suonavano ancora con Karma a Bars Of Death ho pressoché tutto), in particolar modo Dangerous Connection, secondo me il loro lavoro migliore, ma A New Dope mi ha fatto piuttosto cacare e me li ha fatti maledire.
Apprezzabile l'inversione di rotta, certo, ma il risultato finale era come minimo acerbo; però Eso già con Egoclapper ha secondo me rimesso il culo in carreggiata, adesso si vedrà il nuovo lavoro...

Anonimo ha detto...

minchia A New Dope me l'ero dimenticato...l'ho sentito una volta poi non ho più avuto il coraggio...ritiro tutto quello che ho scritto...ero gasato perché avevo appena finito di ascoltare Soul Purpose!!

Anonimo ha detto...

Ciao Reiza, sono Gus. Seguo sempre il tuo ottimo blog.
Visto che parli di West Coast, ti scrivo per chiederti se conosci tale Mausberg.
Il suo disco era stato pubblicato - postumo - nel 2004; il nostro ripete(va) in vari pezzi che è un fan di biggie, ed è (era) piuttosto capace, anche se liricamente rientra pienamente nel clichè di un gangsta di Compton. L'hanno ammazzato nel 2000.
Se ti interessa provo a uploadarlo.

Ciao, in gamba.

p.s. http://www.underground9.blogspot.com/

reiser ha detto...

Mah, mi sembra di ricordare uno con un nome simile su un vecchio disco di Snoop, però con quel alias non si sa mai...
Ma era valido? Tu uploada, volentieri, se era così teròne direi che ha già pagato
Bella papà Guz, grazie per il link; dacché passo 8 ore al giorno dietro ad un firewall aziendale gli audioblog sono diventati il futuro

Anonimo ha detto...

ecco mausberg, poi dimmi che te ne pare:

http://www.badongo.com/file/8476452