C'è un momento nello sviluppo delle tossicodipendenze, e più nello specifico nel caso dell'alcolismo, che viene definito "momento di lucidità": è quando arrivi a capire improvvisamente il tuo stato e decidi che così non puoi andare avanti, che devi trovare un rimedio e che lo devi fare in fretta. Ecco, qualcosa di simile mi è successo qualche tempo fa, quando giunsi a capire che a 18 anni ero un po' più coglioncione di quanto non sia adesso -un impresa a suo modo encomiabile.
Uno dei tanti catalizzatori di questa scoperta è stato riascoltare l'album d'esordio della Terror Squad, che ricordavo aver atteso all'epoca con la bava alla bocca solo per rimanerne profondamente deluso al momento dell'ascolto; insomma, mi aspettavo una sorta di "best of" di Capital Punishment e Don Cartagena e invece, orrore degli orrori, non tutti i beat erano dei classici!!1! E quelle frociate sparse quà e là con Tony Sunshine -che già solo il nome, Antonio Splendore Solare, cazzo- da dove saltava fuori? E perchè Cuban Link s'era praticamente nascosto, lui che doveva essere il prossimo Pun? Insomma, perchè faceva cagare?
La verità era ed è un'altra, ma all'epoca la mia infantile reazione di delusione l'aveva completamente obnubilata. La verità è che l'omonimo album della Terror Squad, pur non essendo la somma delle parti e pur includendo un paio di canzoni insulse, fa quello che deve in maniera più che onesta e riesce ad intrattenere l'ascoltatore per più di un'ora dandogli, alle volte, delle scosse di adrenalina non da ridere. Tra queste vorrei annoverare la ovvia Whatcha Gon' Do ma anche le sottovalutate In For Life, War e Rudeboy Salute, che da un lato alzano la tensione generata da altri pezzi comunque validi (Pass The Glock, Triple Threat ecc.) e dall'altro facilitano il perdono per autentiche gemme di omosessualità in 4/4 quali As The World Turns, Tell Me What You Want e la ultragaia My Kinda Girls; queste ultime sono in effetti dei patetici ammiccamenti alla scena da club che poi tanto sarebbe diventata cara a Fat Joe e soci negli anni successivi e a posteriori possiamo attribuir loro un significato, ma certo è che nel contesto lasciano davvero molto a desiderare.
Entrando ora nel dettaglio, cosa si può dire di questo LP? Innanzitutto che la lista dei produttori è chilometrica e comprende JuJu dei Beatnuts, Yogi dei Cru (che nessuno si ricorda ma io sì), V.I.C. dei Ghetto Pros, Amen Ra, Younglord, Buckwild, Alchemist, Armageddon stesso più qualche altro Carneade sparso quà e là. Nonostante questa formazione da Inter del rap, il sound nel suo insieme risulta omogeneo senza scadere nella monotonia e si rifà decisamente all'estetica hardcore di fine anni '90. Immaginatevi dunque loop di archi, pianoforti, fiati e quant'altro che viaggiano su beat non troppo lenti e nemmeno eccessivamente quadrati, con in più l'occasionale accenno alla latinità di alcuni dei membri (ad esempio l'uso di campioni di veloci arpeggi di chitarra in All Around The World). Un buon esempio di quanto detto lo si può trovare nell'eccellente Whatcha Gon' Do, dove un Big Punisher ancora in forma spadroneggia sull'ottimo beat di JuJu che si fa notare per il bel campione di viola sapientemente mescolato a singole note di piano e che riesce a conferire una sottile melodia al tutto pur non risultando ingombrante per il Nostro -che difatti consegna alla storia una seconda strofa da applausi. Ron Lawrence (che nel frattempo ci siam persi per strada), dal canto suo, tira fuori il suo lato più cupo e lascia che sia il melanconico piano di In For Life a dare il "la" a Pun, Cuban Link, Seis e Prospect; curiosamente, malgrado la presenza del panzone portoricano, è Cuban Link a rubare lo show grazie a sedici barre memorabili: "Set it off, we all together gettin cheddar livin' better/ Sippin' amarettos, whippin' the Vetta instead of a Jetta, dead up/ Never let up bet up, we settle vendettas/ Ghetto dwellers, y'all better duck when I let off the beretta, hit'em up!". E se V.I.C. crea qualcosa di piacevole seppur un po' tanto fracassone à la Conan Il Barbaro, abusando un po' dei tamburi e così rendendo "didascalico" il beat di War, Buckwild estrae dal campionatore la sua anima e crea qualcosa di così genuinamente hardcore che fa scordare che il campione sia il medesimo di Hip Hop di Mos Def. La sua Rudeboy Salute è difatti eccezionale e si candida, volendo, a secondo miglior pezzo del disco (per me siamo alla pari); d'altronde non posso che genuflettermi più e più volte quando sento che cosa può fare un simile mostro con tre note del menga e due effetti in croce... cioè, pigia due volte dei tasti a caso di un pianoforte, regalami delle batterie pesanti ed una linea di basso che da la melodia e con me praticamente hai vinto a mani basse.
Ma crocettati che sono i piatti forti del pasto, va anche detto che pure i contorni non scherzano: pur nella loro trivialità le basi di Pass The Glock, Triple Threat o Payin' Dues meritano un ascolto, mentre le soliste di Prospect e Fat Joe -'99 Live e Bring It On, rispettivamente- anche più d'uno. I problemi si presentano casomai quando si vira un po' troppo verso il kitsch (concetto chiaramente ignoto ai rapper), come ad esempio con All Around The World e le sue chitarrine suonate a tutto spiano, 'na roba che sa così di posticcio da far pensare immediatamente ai film di Pieraccioni quando ballano le fiche spagnole assieme ai simpatici toscani. O, ancora, As The World Turns: tra melodia struggente e ritornello cantato sorge prepotentemente il dubbio che i Nostri volessero fare la caccia grossa di sentimenti a buon mercato, il che non è certo uno dei motivi per cui si ascolta la Terror Squad; così come del resto non lo è il jiggyness (scusate ma il termine è troppo adatto a descrivere musica e intenzioni) delle occasionali aperture al mondo dei club, delle quali avrei volentieri fatto a meno.
Ma tutto sommato direi che non ci si può lamentare più di tanto, anzi! La struttura musicale di The Album è solida e mediamente più che ben fatta, per quanto scarsamente originale; ma ciò in fondo va pur bene ai Nostri in quanto nemmeno loro si lanciano in esplorazioni della psiche umana bensì, al contrario, preferiscono girare attorno ai loro temi preferiti. Il fatto è che la cosa diventa ben presto ridondante quando a supportare la marea di minchiate ci sono una tecnica ed uno stile onesti o poco più; difatti, comunemente ad altri gruppi, la Terron Squad si divide tra bravi/mostri (Pun, Cuban Link, Joe) e competenti (Seis, Prospect e, qualche gradino più in su, Armageddon), e quando sono questi ultimi a prendere in mano le canzoni può succedere di trovarsi a sbadigliare.
Ma a conti fatti i deficit degli MC o delle tematiche non sono tali da pregiudicare la bontà complessiva dell'opera. Ingiustamente sottovalutato all'epoca dell'uscita, l'album della Terror Squad è l'ultima testimonianza degna di nota di una storia durata a malapena quattro anni e che poteva trasformarsi in qualcosa di veramente potente e che invece si è tramutata in una cacatiella di poco conto. Ascoltatelo dunque per sicurezza, ma so che dopo che avrete visto le scansioni che ho fatto del booklet non saprete resistere alla tentazione di averlo originale per poter sfogliare sempre questo piccolo capolavoro di arte narrativa.
Terror Squad - The Album
VIDEO: '99 LIVE
La verità era ed è un'altra, ma all'epoca la mia infantile reazione di delusione l'aveva completamente obnubilata. La verità è che l'omonimo album della Terror Squad, pur non essendo la somma delle parti e pur includendo un paio di canzoni insulse, fa quello che deve in maniera più che onesta e riesce ad intrattenere l'ascoltatore per più di un'ora dandogli, alle volte, delle scosse di adrenalina non da ridere. Tra queste vorrei annoverare la ovvia Whatcha Gon' Do ma anche le sottovalutate In For Life, War e Rudeboy Salute, che da un lato alzano la tensione generata da altri pezzi comunque validi (Pass The Glock, Triple Threat ecc.) e dall'altro facilitano il perdono per autentiche gemme di omosessualità in 4/4 quali As The World Turns, Tell Me What You Want e la ultragaia My Kinda Girls; queste ultime sono in effetti dei patetici ammiccamenti alla scena da club che poi tanto sarebbe diventata cara a Fat Joe e soci negli anni successivi e a posteriori possiamo attribuir loro un significato, ma certo è che nel contesto lasciano davvero molto a desiderare.
Entrando ora nel dettaglio, cosa si può dire di questo LP? Innanzitutto che la lista dei produttori è chilometrica e comprende JuJu dei Beatnuts, Yogi dei Cru (che nessuno si ricorda ma io sì), V.I.C. dei Ghetto Pros, Amen Ra, Younglord, Buckwild, Alchemist, Armageddon stesso più qualche altro Carneade sparso quà e là. Nonostante questa formazione da Inter del rap, il sound nel suo insieme risulta omogeneo senza scadere nella monotonia e si rifà decisamente all'estetica hardcore di fine anni '90. Immaginatevi dunque loop di archi, pianoforti, fiati e quant'altro che viaggiano su beat non troppo lenti e nemmeno eccessivamente quadrati, con in più l'occasionale accenno alla latinità di alcuni dei membri (ad esempio l'uso di campioni di veloci arpeggi di chitarra in All Around The World). Un buon esempio di quanto detto lo si può trovare nell'eccellente Whatcha Gon' Do, dove un Big Punisher ancora in forma spadroneggia sull'ottimo beat di JuJu che si fa notare per il bel campione di viola sapientemente mescolato a singole note di piano e che riesce a conferire una sottile melodia al tutto pur non risultando ingombrante per il Nostro -che difatti consegna alla storia una seconda strofa da applausi. Ron Lawrence (che nel frattempo ci siam persi per strada), dal canto suo, tira fuori il suo lato più cupo e lascia che sia il melanconico piano di In For Life a dare il "la" a Pun, Cuban Link, Seis e Prospect; curiosamente, malgrado la presenza del panzone portoricano, è Cuban Link a rubare lo show grazie a sedici barre memorabili: "Set it off, we all together gettin cheddar livin' better/ Sippin' amarettos, whippin' the Vetta instead of a Jetta, dead up/ Never let up bet up, we settle vendettas/ Ghetto dwellers, y'all better duck when I let off the beretta, hit'em up!". E se V.I.C. crea qualcosa di piacevole seppur un po' tanto fracassone à la Conan Il Barbaro, abusando un po' dei tamburi e così rendendo "didascalico" il beat di War, Buckwild estrae dal campionatore la sua anima e crea qualcosa di così genuinamente hardcore che fa scordare che il campione sia il medesimo di Hip Hop di Mos Def. La sua Rudeboy Salute è difatti eccezionale e si candida, volendo, a secondo miglior pezzo del disco (per me siamo alla pari); d'altronde non posso che genuflettermi più e più volte quando sento che cosa può fare un simile mostro con tre note del menga e due effetti in croce... cioè, pigia due volte dei tasti a caso di un pianoforte, regalami delle batterie pesanti ed una linea di basso che da la melodia e con me praticamente hai vinto a mani basse.
Ma crocettati che sono i piatti forti del pasto, va anche detto che pure i contorni non scherzano: pur nella loro trivialità le basi di Pass The Glock, Triple Threat o Payin' Dues meritano un ascolto, mentre le soliste di Prospect e Fat Joe -'99 Live e Bring It On, rispettivamente- anche più d'uno. I problemi si presentano casomai quando si vira un po' troppo verso il kitsch (concetto chiaramente ignoto ai rapper), come ad esempio con All Around The World e le sue chitarrine suonate a tutto spiano, 'na roba che sa così di posticcio da far pensare immediatamente ai film di Pieraccioni quando ballano le fiche spagnole assieme ai simpatici toscani. O, ancora, As The World Turns: tra melodia struggente e ritornello cantato sorge prepotentemente il dubbio che i Nostri volessero fare la caccia grossa di sentimenti a buon mercato, il che non è certo uno dei motivi per cui si ascolta la Terror Squad; così come del resto non lo è il jiggyness (scusate ma il termine è troppo adatto a descrivere musica e intenzioni) delle occasionali aperture al mondo dei club, delle quali avrei volentieri fatto a meno.
Ma tutto sommato direi che non ci si può lamentare più di tanto, anzi! La struttura musicale di The Album è solida e mediamente più che ben fatta, per quanto scarsamente originale; ma ciò in fondo va pur bene ai Nostri in quanto nemmeno loro si lanciano in esplorazioni della psiche umana bensì, al contrario, preferiscono girare attorno ai loro temi preferiti. Il fatto è che la cosa diventa ben presto ridondante quando a supportare la marea di minchiate ci sono una tecnica ed uno stile onesti o poco più; difatti, comunemente ad altri gruppi, la Terron Squad si divide tra bravi/mostri (Pun, Cuban Link, Joe) e competenti (Seis, Prospect e, qualche gradino più in su, Armageddon), e quando sono questi ultimi a prendere in mano le canzoni può succedere di trovarsi a sbadigliare.
Ma a conti fatti i deficit degli MC o delle tematiche non sono tali da pregiudicare la bontà complessiva dell'opera. Ingiustamente sottovalutato all'epoca dell'uscita, l'album della Terror Squad è l'ultima testimonianza degna di nota di una storia durata a malapena quattro anni e che poteva trasformarsi in qualcosa di veramente potente e che invece si è tramutata in una cacatiella di poco conto. Ascoltatelo dunque per sicurezza, ma so che dopo che avrete visto le scansioni che ho fatto del booklet non saprete resistere alla tentazione di averlo originale per poter sfogliare sempre questo piccolo capolavoro di arte narrativa.
Terror Squad - The Album
VIDEO: '99 LIVE
7 commenti:
I Cru me li ricordo eccome, presi Da Dirty 30 all'epoca... Il video di Just Another Case girava spesso su MTV YO!.
L'album della TerroN (è inevitabile) Squad, l'ho lasciato invece sugli scaffali, anche se qualche traccia me la sono procurata. Rudeboy Salute, concordo con te, è la migliore.
Più che altro il mio rimpianto in tema è la "non uscita" di 24K di Cuban Link.
l'album di cru e' uno dei migliori della fine 90...molto originale...peccato che non han fatto piu' niente...c'era in giro anche un singolo bootleg di un pezzo dove rimavano sopra bucktown, time's up , flava in ya ear, insomma tutti classici 90:
http://www.discogs.com/release/1068752.
e poi yogi ha fatto dei singoli prima dei cru come yogi bear & tim scratch..che pero' sono molto prima..89-88..e non ho idea se meritino o no..anche se mi han detto di si...
L'album dei Cru è uno dei miei personalissimi classici...
Ogni tanto mi capita ancora di ascoltarlo, specialmente per Pass The Glock, Rudeboy Salute & As The World Turns. I Cru me li ricordo anche io, anzi li conosco, mi sa che li ho scoperti pochi anni dopo, il Disco è spettacolare, Bluntz & Bakakeemis, The Ebonic Plagu, Goines Tale, Just Another Case & Wreckognize valgono l' ascolto.
a proposito di Da Dirty 30, io lo cerco dal 99 tipo e non l'ho mai trovato...se sei in possesso ci faresti il favore?
Mik
Bah potrei chiedere a un mio amico che ce l'ha, io non l'ho mai preso perchè a parte Lisa Lipps non m'ha mai detto nulla
Cru - Da Dirty 30 (1997)
http://rs49.rapidshare.com/files/43480533/Cru.zip
:)
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