martedì 7 aprile 2009

THE UN - UN OR U OUT (456 Ent., 2004)

É con grande giubilo, squilli di tromba e annesse fanfare che annuncio il mio ritorno dalla perfida Albione; carico di voglia di lavorare e catarro, trovo già fin d'ora un motivo di allegrezza nel constatare che le duecento visite non sono avvenute e che quindi mi posso risparmiare la recensione del sicuramente strepitoso disco di Jim Jones. A questo punto: quale miglior occasione di recensire un disco serio (e naturalmente ignorato ai tempi dell'uscita) come questo degli UN, che si pone esattamente agli antipodi sia della roba jiggy che del hipster rap favorendo l'approccio nature come ai bei vecchi tempi?
Perchè quello che colpisce di UN Or U Out, oltre alla palese bruttezza del titolo, non è tanto il fatto che si ispiri alla seconda metà degli anni '90 quanto che effettivamente sembri concepito in quel fecondo periodo. Dicendo questo non mi riferisco ovviamente agli aspetti più strettamente tecnici quanto alla capacità dei quattro MC's e dei produttori che li accompagnano di creare un'alchimia esplosiva che nei 47'47'' di durata si dimostra capace di incollare l'ascoltatore allo stereo praticamente senza soste. In particolare sono Roc Marciano (già Flipmode Squad) e Mike Raw ad uscirsene con le migliori combinazioni di rime, giochi di parole e -più in generale- carisma, cosicché quasi ogni loro singola strofa riesce a catturare l'attenzione di chi li ascolta, il quale non potrà far altro che riflettere che Long Island è veramente una fucina di talento del tutto sottovalutata fin dai primi anni '80 (vado a memoria: Public Enemy, De La Soul, EPMD, Rakim, MF Doom...).
Ma ciò detto, non vorrei sminuire i contributi di Laku e Dino Brave, che anzi spesso contribuiscono attivamente all'esito positivo di certe tracce. Il primo esempio di ciò è Mind Blowin' che, pur non avendo un beat da dieci e lode, fila via che è un piacere grazie alle performance dei nostri eroi, i quali così trovano abbastanza spazio per lasciar correre la loro genuina voglia di ignoranza, consistente in figa, alcol, droghe e hip hop. Questi Leitmotive, se così si possono chiamare, vengono riproposti senza vergogna alcuna in ciascun pezzo, cosa che comporta di conseguenza un apprezzamento esclusivamente da chi mastica pane e rap già da un po'; il che non è ovviamente un difetto in quanto tale, visto che si tratta sostanzialmente di una scelta stilistica, se così la vogliamo chiamare, destinata appunto ad un pubblico ben definito di aficionados.
E dunque, fermo restando che se ne faccia parte, sarà impossibile resistere a pezzi da 90 come ad esempio D.O.A. ed il suo geniale sample vocale, il singolone What They Want (Large Professor da 10 e lode, e sapete cosa questo significa), l'eccellente Russian Hat Wear (che manipola un campione dei Kraftwerk in maniera ineditamente grezza -nel senso positivo, s'intende) e la pomposa ma efficace Ain't No Thang, curata da quel Pete Rock che per primo aveva visto il potenziale di questo gruppo. Ecco, quanto alle produzioni bisogna dire che oltre agli ottimi contributi dei sopracitati Large Pro e Pietro Roccia si aggiungono sia Mahogany (già collaboratore di Jay-Z, M.O.P., Big Pun e altri) ma soprattutto Roc Marcy stesso che, pur non essendo ovviamente il Marley Marl della situazione, grazie ad un buon gusto nella scelta dei campioni ed una predilezione per le atmosfere grimey regala tre beat piuttosto notevoli (meno Get Yo Bitch, che è a tutto tondo l'unica cagata di UN Or U Out) che si confanno ottimamente alla cifra stilistica del gruppo.
Ciò detto non mi sembra che vi sia molto altro da aggiungere, se non che un esordio di tale impatto non si sentiva da tempo e nemmeno si sentirà negli anni a venire, quantomeno per quel che riguarda il sottogenere a cui appartiene questo disco. Ne consegue che non solo è da ascoltare, ma anche che è da possedere fisicamente in quanto sono pronto a mattere la mano sul fuoco che tra non molto verrà considerato un classico e che però, visto che a pubblicarlo è stata la prestigiosa (e credo già fallita) 456 Entertainment, sarà pressoché irreperibile. Insomma, non dormiteci sopra.




The UN - UN Or U Out
Bonus: World Domination Mixtape (2003)

5 commenti:

MAK ha detto...

Ben tornato. Pensavo di trovare la recensione di un nuovo acquisto pagato in sterline e invece mi trovo sta cannonata.
Ora, tralasciando un momento l'ottima recensione e l'ottimo disco, vorrei spaere che fine hanno fatto gli UN e sopratutto perchè Rock Marcy da lì ad oggi non ha più tirato fuori prestazioni di almeno pari livello.
L'unica nota positiva (ma non troppo) rimane Strength And Honor, l'inedito album di Marciano che risale guardacaso al 2004.

Anonimo ha detto...

Piaciuta Carlisle e la Cumbria? :D

mik

Anonimo ha detto...

ottimo blog.

levami sta curiosità, ma frequenti la biblioteca di via oglio?

Lou ha detto...

Comprare e recensire il nuovo di Jim Jones, sai che dramma, c'è di peggio...in ogni caso resti sempre il più serio o forse l'unico serio qua in italia a fare recensioni.

Sul tema del g.o.a.t. ti segnalo che anche Prodigy ne ha scritto brevemente in una delle sue lettere, magari ti è sfuggito. Tra l'altro lui non viene praticamente mai considerato in alcuna lista.

Lou

reiser ha detto...

Grazie per i complimenti; in via Oglio credo di esserci andato per studiare un quattro anni fa se non di più, quindi direi di no.

Strength & Honor non m'è piaciuto affatto, le produzioni erano scandalose. Lui però mi piace anche adesso, le robe sul disco dei P Brothers per me meritano