giovedì 8 maggio 2008

CELLA DWELLAS - REALMS 'N' REALITY (Loud/ RCA, 1996)

Sono sicuro che chiunque di voi ha nella propria compagnia il personaggio col quale si può uscire di tanto in tanto ma con il quale non si vorrebbe mai passare insieme più di quattro ore. Oppure, ancora, il fissato: cioè colui che asciuga menando il torrone sul solito tema del quale si è fatto portavoce nonché cattedratico. Insomma, quando si ha a che fare con queste persone si prova prima un certo interesse, che però ad un certo punto si trasforma in sorrisi di circostanza ed infine in pura noia -cfr. coloro che parlano di università o lavoro, decisamente i peggiori.
Ecco: questo disco è così. Uscito nel '96 in seguito al discreto successo dei singoli Land Of The Lost e Good Dwellas, Realms 'N' Reality concentra in sedici pezzi tutto ciò di buono e cattivo che l'underground di allora aveva, il che, espresso in termini concisi, è sostanzialmente alcuni pezzoni da antologia affogati in una broda primordiale di roba "meh". Ciò è dovuto sia alla monotematicità dei beat (curati in gran parte da Nick Wiz aka l'uomo dai soli tre set di batterie) che agli MC stessi, che pur avendo voci e stili sufficentemente diversi tra loro, in sostanza sparano sempre le solite quattro palle senza grandi picchi di creatività.
Eppure, volendo ridurre l'ascolto da LP a EP, di materiale di qualità se ne trova: Advance To Boardwalk, Recognize 'N' Realize, Wussdaplan, Good Dwellas, Line 4 Line (forse il pezzo più noto) e Land Of The Lost sono le tracce che hanno senz'altro più ragione di esistere. Ciò che hanno in comune sono innanzitutto i set di batterie, appunto: sono serio quando dico che queste suonano tutte davero molto simili (es.: il rullante di Recognize 'N' Realize è esattamente lo stesso di Line 4 Line), e se questo non depone a favore di Nick Wiz da un lato, dall'altro comunque non guasta perchè in fondo suonano bene e fanno il loro porco dovere. Insomma, a meno di non voler essere molto fiscali, il difetto è soprassedibile; tanto più che comunque i campioni variano quel che basta per dare una certa connotazione molto cupa all'intero lavoro, pur risultando diversi nei suoni. Per fare un esempio, Recognize 'N' Realize ha un tiro piuttosto veloce e sfrutta più che egregiamente la celeberrima In The Rain dei Dramatics; per converso, Line 4 Line è estremamente essenziale (cosa sono, tre note di piano? Quattro?) ed è molto più hardcore; ancora, Wussdaplan si basa su una serie di bei campioni di jazz (tra cui una scala di piano decisamente piacevole interrotta da brevi assoli di sax), quasi a far da contraltare a Good Dwellas ed al suo campione di Les McCann. Insomma, sul versante musicale c'è quel che basta per rendere l'ascolto piacevole quantunque un po' monotono, persino all'interno della sopracitata selezione da EP. E per quel che riguarda l'emceeing?
Cominciamo col dire che U.G. e Phantasm non sono certo dei fulmini di guerra e che la loro creatività si limita solo ed esclusivamente a come rielaborare l'ennesima variazione sul tema della loro figaccionaggine (non fanno testo le solite hood tales sparse quà e là, perchè non ci costruiscono nulla attorno e nemmeno usano grandi immagini per renderne l'idea). Tuttavia, hanno un'alchimia molto efficace: U.G. è senz'altro il più tradizionalista dei due e bene fa ad interrompere gli excursus stilistici del suo socio Phantasm, contraddistinto da una voce parecchio bassa e da una metrica e da una dizione senz'altro particolari (e che alle volte sfociano nella caricatura di sè stessi, come ad esempio in Mystic Freestyle) che donano personalità al duo. Purtroppo, però, nessuno dei due possiede né un vocabolaro vasto, né una fervida immaginazione, né grandi doti strettamente tecniche (metafore, frasi ad effetto, rimone da farti dire WHOA! ...cose così). E così, al di là del fatto che i due non entreranno certamente nella storia del rap, queste lacune di per sè non esiziali vanno a gravare su un prodotto acusticamente -come già detto- ripetitivo. Risultato finale è che l'ascolto ininterrotto di tutte e 16 le tracce potrebbe trasfomarsi in un tour de force persino per lo scroto più allenato.
La parte buffa in tutto questo è che nessun pezzo, preso a sè, può essere definito "brutto". Molto semplicemente, anche su questo Realms 'N' Reality s'è abbattuta la sorte toccata a molti dischi usciti a quell'epoca: o diventavano -prima o poi- dei classici, oppure soccombevano sotto il peso degli anni pur essendo dei lavori come minimo discreti (da qui i "soli" tre zainetti, cfr. le considerazioni in merito fatte per Noyd). E così come avviene per le persone di cui al primo paragrafo, se prese in piccole dosi vanno bene; ma alla lunga stufano, ed è per questo che ci si esce solo in rare occasioni e comunque mai da soli. Alias, scaricatevi 'sto disco e sparpagliate strategicamente i pezzi che vi piacciono per le vostre varie compilation: solo in questo modo riuscirete a valorizzare i Cella Dwellas. A loro discolpa anticipo che il loro secondo disco è decisamente meglio, ma per più dettagli dovrete aspettare ancora un pochino...





Cella Dwellas - Realms 'N' Reality

VIDEO: GOOD DWELLAS

2 commenti:

MAK ha detto...

Tha Last Shall Be First (titolo originalissimo) è decisamente meglio davvero. Ti dirò, Realms-N-Reality l'ho ascoltato davvero poche volte e sopratutto l'ho soppiantato con il loro secondo lavoro: quamdo mi va di ascoltare i Dwellas ascolto direttamente Last Shall Be First. Sarà che sono legatissimo al campione di K-Solo e alla OST di Soul In The Hole, ma Main Aim per me è un pezzone. Lo stesso vale per la traccia con i Cocoa B's e Ill Collabo con Monch e Prince Po. Più un'altra manciata di pezzi.
Sono curioso della tua recensione, anche perchè questo è un disco sicuramente da 4 zainetti stando larghini, ma è snobbato o slept on da moltissima gente.

Anonimo ha detto...

Condivido ogni parola della recensione!

BRA
www.rapmaniacz.com