Avendo voglia di ascoltare rap un po' tamarro e volendo "chiudere" la discografia di un artista, stamane all'uscita da casa ho deciso di prendere in mano il secondo album dei Cella Dwellas -ora ribattezzati semplicemente "The Dwellas", probabilmente per ragioni di facilità di comprensione. Come già anticipato in chiusura della recensione di Realms 'N' Reality, la cosa più importante da dire è che nel loro caso il tipico "sophomore jinx" non c'è stato ed anzi la qualità complessiva si è sensibilmente elevata. Ora, si potrebbe facilmente obiettare che la suddetta "iettatura del fagiolo" avvenga solo quando l'esordio è stato eccezionale (e non semplicemente discreto come nel caso dei Nostri), ma poco importa.
A cambiare in meglio è stata innanzitutto la durata del lavoro, che ora si limita a 14 tracce più una bonus track risalente a qualche anno prima (Main Aim, dalla colonna sonora di Soul In The Hole); questo fattore, che aggiunto ad ospitate più frequenti e produzioni curate non solo da Nick Wiz ma anche da Ayatollah, Large Professor e Rockwilder, contribuisce in maniera determinante a scacciare lo spettro della monotonia che tanto aleggia(va) sulla loro opera prima. Ma come se ciò non fosse abbastanza, lo stesso Nick Wiz è riuscito a dare un po' di varietà in più alle tracce affidategli, lavorando egregiamente sulla programmazione delle batterie e -ebbene sì- anche sui suoni di queste.
Intendiamoci, il suono nel suo complesso è smaccatamente nuiorchese e del resto non potrebbe essere altrimenti, ma per fortuna di tutti non cede alle derive swizzbeatiane di quei tempi ma si assesta su uno stile classico che ancor'oggi non sfigura. Tra le tracce più riuscite è impossibile non menzionare le eccellenti Verbal Slaughter (con un Inspectah Deck un po' manierista ma comunque d'impatto), Ready To Rock (che segnala la riapparizione di D.V. Alias Khryst) e l'ugualmente impressionante Ill Collabo, che vede -se non sbaglio per l'ultima volta- riuniti gli Organized Konfusion. Denominatore comune di queste tracce è il ricorso a campioni di piano tagliati, che pure vengono usati in modo diverso da pezzo a pezzo, tant'è che le impressioni che lasciano sono comunque ben diverse tra loro. Ora, prima di commentare il resto del disco, vorrei sottolineare come ciascuno di questi pezzi sia una piccola perla di suo e che scegliere quale di essi sia il migliore è impossibile: ognuno è a suo modo un lavoro da massimo del punteggio (davvero impressionante anche in questo il balzo in avanti rispetto a Realms 'N' Reality).
Un po' più in basso -ma sempre nella fascia qualitativa medioalta- si colloca la collaborazione con gli Smif 'N' Wessun (Steele spadroneggia e ruba lo show), You've Been Warned e Stand Up (puro stile Nick Wiz, col classico delay+riverbero applicato al campione e la doppia cassa posta a inizio del loop) e, infine, I'm Tellin' You, che spezza un po' le atmosfere cupe del disco fornendo un tappeto sonoro coerente con lo storytelling da cacciafiga dei due. A voler fare il generoso, potrei inserire in questa categoria anche le cose che mi piacciono meno ma che restano comunque interessanti: Leakage (un po' fracassona) e On The Run (quel campione è già stato usato meglio), mentre mi hanno parecchio deluso i contributi di Ayatollah e Large Pro, che davvero non aggiungono nulla al disco e che rispetto ai rispettivi curriculum scivolano nel dimenticatoio come niente (e quasi è meglio così). Unica nota di colore: il patetico ammiccamento al club tramite la sinceramente orrenda Da Ruckus, che non solo succhia a tutto spiano da Da Rockwilder di Red & Meth (avendo lo stesso produttore sul disco, peraltro), ma che ben più gravemente pesta la metà di quello che vorrebbe e riesce a farsi ricordare solo come una formidabile cagata dove dei synth fiacchi ti implorano di ballare. Ma per piacere.
Avendo recensito Realms 'N' Reality poco tempo fa, ripetere le solite cose su quanto U.G. e Phantasm non siano dei fenomeni in termini tecnici e su quanto restino fondamentalmente dei coattoni in quanto a tematiche mi parrebbe ridondante. Grossi miglioramenti non ci sono stati, eccetto forse il fatto che Phantasm ha imparato a gestire meglio il suo stile e ad evitare di sovraccaricare cadenza e dizione. Mi piace però complimentarmi con il loro coraggio, dato che al di fuori di Large Pro e Khryst i due si sono scelti una serie di ospiti capaci di sbriciolarli persino leggendo il programma TV; e tutto sommato, questa differenza si sente ma non assorge a dimensioni di imbarazzo come invece è toccato e ancora tocca a diversi loro colleghi.
Detto questo, se i motivi per i quali il loro esordio venne trascurato dalla critica e dal pubblico mi sono chiari, il perchè pure questo sia caduto in una disgrazia ancora più nera è per me fonte di meraviglia. Non so, d'accordo che loro si lasciano sentire ma la faccenda muore lì, però intanto danno quel che basta per confezionare tre tracce da urlo, un altro po' di cose più che apprezzabili e -in ultima analisi- una sola sòla. Morale? Che cose come queste non fanno che cementare l'opinione che in diversi settori musicali, primo tra tutti l'hip hop, con gli anni "famoso" ha sempre più coinciso con "fiacco".
The Dwellas - The Last Shall Be First
A cambiare in meglio è stata innanzitutto la durata del lavoro, che ora si limita a 14 tracce più una bonus track risalente a qualche anno prima (Main Aim, dalla colonna sonora di Soul In The Hole); questo fattore, che aggiunto ad ospitate più frequenti e produzioni curate non solo da Nick Wiz ma anche da Ayatollah, Large Professor e Rockwilder, contribuisce in maniera determinante a scacciare lo spettro della monotonia che tanto aleggia(va) sulla loro opera prima. Ma come se ciò non fosse abbastanza, lo stesso Nick Wiz è riuscito a dare un po' di varietà in più alle tracce affidategli, lavorando egregiamente sulla programmazione delle batterie e -ebbene sì- anche sui suoni di queste.
Intendiamoci, il suono nel suo complesso è smaccatamente nuiorchese e del resto non potrebbe essere altrimenti, ma per fortuna di tutti non cede alle derive swizzbeatiane di quei tempi ma si assesta su uno stile classico che ancor'oggi non sfigura. Tra le tracce più riuscite è impossibile non menzionare le eccellenti Verbal Slaughter (con un Inspectah Deck un po' manierista ma comunque d'impatto), Ready To Rock (che segnala la riapparizione di D.V. Alias Khryst) e l'ugualmente impressionante Ill Collabo, che vede -se non sbaglio per l'ultima volta- riuniti gli Organized Konfusion. Denominatore comune di queste tracce è il ricorso a campioni di piano tagliati, che pure vengono usati in modo diverso da pezzo a pezzo, tant'è che le impressioni che lasciano sono comunque ben diverse tra loro. Ora, prima di commentare il resto del disco, vorrei sottolineare come ciascuno di questi pezzi sia una piccola perla di suo e che scegliere quale di essi sia il migliore è impossibile: ognuno è a suo modo un lavoro da massimo del punteggio (davvero impressionante anche in questo il balzo in avanti rispetto a Realms 'N' Reality).
Un po' più in basso -ma sempre nella fascia qualitativa medioalta- si colloca la collaborazione con gli Smif 'N' Wessun (Steele spadroneggia e ruba lo show), You've Been Warned e Stand Up (puro stile Nick Wiz, col classico delay+riverbero applicato al campione e la doppia cassa posta a inizio del loop) e, infine, I'm Tellin' You, che spezza un po' le atmosfere cupe del disco fornendo un tappeto sonoro coerente con lo storytelling da cacciafiga dei due. A voler fare il generoso, potrei inserire in questa categoria anche le cose che mi piacciono meno ma che restano comunque interessanti: Leakage (un po' fracassona) e On The Run (quel campione è già stato usato meglio), mentre mi hanno parecchio deluso i contributi di Ayatollah e Large Pro, che davvero non aggiungono nulla al disco e che rispetto ai rispettivi curriculum scivolano nel dimenticatoio come niente (e quasi è meglio così). Unica nota di colore: il patetico ammiccamento al club tramite la sinceramente orrenda Da Ruckus, che non solo succhia a tutto spiano da Da Rockwilder di Red & Meth (avendo lo stesso produttore sul disco, peraltro), ma che ben più gravemente pesta la metà di quello che vorrebbe e riesce a farsi ricordare solo come una formidabile cagata dove dei synth fiacchi ti implorano di ballare. Ma per piacere.
Avendo recensito Realms 'N' Reality poco tempo fa, ripetere le solite cose su quanto U.G. e Phantasm non siano dei fenomeni in termini tecnici e su quanto restino fondamentalmente dei coattoni in quanto a tematiche mi parrebbe ridondante. Grossi miglioramenti non ci sono stati, eccetto forse il fatto che Phantasm ha imparato a gestire meglio il suo stile e ad evitare di sovraccaricare cadenza e dizione. Mi piace però complimentarmi con il loro coraggio, dato che al di fuori di Large Pro e Khryst i due si sono scelti una serie di ospiti capaci di sbriciolarli persino leggendo il programma TV; e tutto sommato, questa differenza si sente ma non assorge a dimensioni di imbarazzo come invece è toccato e ancora tocca a diversi loro colleghi.
Detto questo, se i motivi per i quali il loro esordio venne trascurato dalla critica e dal pubblico mi sono chiari, il perchè pure questo sia caduto in una disgrazia ancora più nera è per me fonte di meraviglia. Non so, d'accordo che loro si lasciano sentire ma la faccenda muore lì, però intanto danno quel che basta per confezionare tre tracce da urlo, un altro po' di cose più che apprezzabili e -in ultima analisi- una sola sòla. Morale? Che cose come queste non fanno che cementare l'opinione che in diversi settori musicali, primo tra tutti l'hip hop, con gli anni "famoso" ha sempre più coinciso con "fiacco".
The Dwellas - The Last Shall Be First
5 commenti:
Tra l'altro, anni fa avevo sentito un EP/Mixtape di U.G. che non era affatto malaccio. Tra l'altro c'era un pezzo con lo stesso beat di Una Notte Cattiva dei Colle Der Fomento. O viceversa, perchè sebbene la produzia fosse di Vinch, il "buon" Ghiaccio Uno in precedenza, aveva scopiazzato pesantemente dei beats americani.
Di The Last Shall Be First ho già parlato nello spazio dedicato a Realms-n-reality, rimane comunque il fatto che è una album enormemente sottovalutato.
Caro Mak, in realtà in entrambe le basi (credo, io conosco solo "Una notte cativa") si sta parlando di un signore chiamato Bill Conti, con una signora canzone chiamata "Reflections", tratta dalla colonna sonora del primo Rocky.
Un vero classico nel suo genere...quelle che non smetteresti mai di girare in macchina da solo, di notte...
La versione di Notte Cattiva che intendevo è un'altra, non quella di Missione Impossibile (e sinceramente non mi ricordo dove l'avevo sentita). Inoltre il beat usato da U.G. è esattamente lo stesso, non il coincidente uso dello stesso break.
Ok, non avevo capito un cazzo.
Comunque Reflections mi manda a stare bene lo stesso!
;)
Ad ogni modo, sono riuscito a recuperare la famigerata traccia di U.G. dallo "street album" No Fair Ones:
http://www.megaupload.com/it/?d=AQDBBNIQ
Posta un commento