lunedì 21 settembre 2009

BIG L - LIFESTYLEZ OV DA POOR & DANGEROUS (Columbia, 1995)

Chissà perchè ero convinto che Lifestylez Ov Da Poor & Dangerous fosse del '94! In metrò avevo dunque cominciato a buttar giù due idee su come scrivere un'introduzione d'impatto, atta eventualmente a far scordare le sciocchezze che l'avrebbero seguita, e invece ora mi trovo con in mano un pugno di mosche. Pazienza: fatto sta che all'epoca dell'uscita la Columbia lo promuovette come la chiesa può pubblicizzare la pedofilia tra i preti, con la prevedibile conseguenza che le vendite furono quantomeno deludenti malgrado il buon successo di critica che ricevette (salvo ovviamente Rolling Stone, che puntualmente dimostrò un'ennesima volta di non capire assolutamente nulla di rap). Dal canto mio, ammetto che rimasi all'oscuro dell'esistenza di quest'album finchè un giorno, nel lontano '98, dopo aver sentito Ebonics da un mio amico, scorsi il CD tra gli scaffali del defunto TimeOut e decisi di comprarlo.
Ebbene: benché all'epoca non avessi ancora il fiuto sopraffino che oggi mi contraddistingue, ben feci a spendere quelle (circa) quarantamila lire: LODPAD rimase in assidua rotazione su cassetta per i successivi due anni, facendosi apprezzare prima per i pezzi più orecchiabili ed in seguito per quelli un po' più ostici, lasciandosi infine alle spalle solamente un due-tre canzonette passabili ma nulla più. Sono inoltre abbastanza contento di averlo sentito prima del postumo The Big Picture, in quanto quest'ultimo, non entusasmandomi, difficilmente m'avrebbe portato a spendere dei soldi su altri prodotti di Lamont Coleman. Così, invece, non solo ho avuto poi modo di seguirlo con maggore interesse per il breve periodo in cui era ancora in vita, ma soprattutto ho avuto modo di gustarmi un bel disco della DITC praticamente in tempo reale e senza farmi influenzare dall'idolatria che puntualmente segue l'eventuale morte di un artista.
Il punto infatti qual è: è che Lifestylez è indubbiamente un buon album -anche se posto nel florido contesto dell'epoca- ma privo comunque della stoffa necessaria per renderlo un classico come Word Life o quantomeno un'opera impeccabile. E questi difetti si manifestano non tanto nell'MC, che già allora era bravissimo, quanto nei beat, molti dei quali possono essere al limite essere definiti "ok" o poco più. Ciò detto, che poi il sound datato del disco possa piacere è fuor di dubbio, ma nel momento in cui certe produzioni mostrano segni di debolezza non appena le si contestualizza correttamente ecco che ci si allontana dal voto pieno, che pure in molti vorrebbero dare a quest'opera.
Lo ammetto, per carità, da un lato io li capisco pure: Put It On, MVP, All Black, Danger Zone, Street Struck e Let 'Em Have It L sono sei pezzoni cha vanno dal molto bello al fichissimo e, ragionevolmente, si può pensare che se sei tracce su dodici sono così valide, allora è fatta. E invece no, perchè purtroppo vi sono casi relativamente gravi dove è il beat ad essere a dir poco obsoleto (No Endz No Skinz sembra del '91) o insipido (I Don't Understand It, Fed Up With The Bullshit), oppure dove gli ospiti del caso sono troppi (8 Is Enuff, nomen est omen) mentre quand'anche il numero giusto, allora è la strofa in quanto tale a far cagare (e quella di Jay-Z in Da Graveyard se la gioca con quella di tale Microphone Nut). Per un verso o per l'altro, insomma, non è molto chiaro come mai beatmaker solitamente eccelsi come Showbiz abbiano potuto passare a L delle semifetecchie, così com'è ancora meno chiaro il motivo per cui quest'ultimo abbia ritenuto fondamentale invitare a rappare tutta la gente che si vede sulla copertina (praticamente il suo condominio) -seriamente, dei featuring salvo solo Finesse, Grand Daddy I.U. e per certi versi tutta la cricca di 8 Iz Enuff, visto che rappano allo stesso modo caratteristico del periodo (non so se possa essere un complimento, però). Insomma, la prossima volta che sento o leggo qualcuno descrivere Lifestylez come un classico alla pari di Infamous o Illmatic io lo investo sette o otto volte con una ruspa.
In fondo non c'è bisogno di idolatrare alcunché: LODPAD regge benissimo sulle sue gambe, grazie soprattutto ad un MC per certi versi ancora immaturo ma che già in quel '95 dimostrava di poter pisciare in testa all'80% della scena. La sua tecnica non solo era pulitissima e da un punto di vista oggettivo impeccabile -in cui considero il controllo del respiro, l'uso della voce e delle pause ecc.- ma era anche caratterizzata da uno humor nero che, misto a sarcasmo ed arroganza (ed un'ottima immaginazione, va detto), rendevano L ammirabile e divertente allo stesso tempo. Le citazioni si potrebbero sprecare, ma che senso avrebbe? Il punto è che Lamont Coleman era capace di riassumere in sè quelle qualità fondamentali che rendono potente un MC e che, in fondo, definiscono l'hip hop. Non a caso, pur non allontanandosi di un'orma dalle tematiche più classiche del genere (viulenza, droga, fica, vitadimerda ecc.) questo suo esordio è godibile dall'inizio alla fine puramente per l'aspetto estetico, quello della forma. E per quanto io solitamente non disdegni ascoltare temi più impegnati, non posso negare che questo èuno dei (nemmeno poi troppo) pochi casi in cui si può dire che nel tempo è la forma a vincere sui contenuti.
Di conseguenza, benchè vi siano, come ho detto, beat più che discutibili, alla fin fine Lifestylez gira che è un piacere. E poi non scordiamo che le perle ci sono: sia che si ascoltino le trombe col delay di Street Struck che il classico campione dei DeBarge di MVP, alla fin fine quello che ci si trova in mano è uno di quei curiosi esperimenti di quell'epoca, dove persino gente con la fama degli alfieri dell'hardcore come Finesse o Buckwild riescono a dare un taglio più commerciabile alle loro produzioni. MVP, appunto, ne è l'esempio migliore; ma da questo punto di vista anche Put It On o la stessa Street Struck hanno il loro potenziale di orecchiabilità. Tuttavia non dovete temere: non solo all'epoca anche le cose più "aperte", diciamo, avevano una loro dignità (cfr. Juicy, il remix di All I Need, I Got 5 on It... hai voglia), ma oltretutto qualsiasi fanatico del minimalismo nuiorchese quà dovrebbe trovare pane per i suoi denti. All Black ha un campione che definire ossessivo/angosciante è dir poco; le batterie di Let 'Em Have It L, col solito sax nel ritornello, portano alla frattura del collo entro la fine della prima strofa; e anche Da Graveyard non si difende male, e rende parecchio a patto che sia su un MC degno di questo nome (a tal proposito: la strofa iniziale di L è da applausi).
Ma questi sono solo alcuni esempi degli aspetti positivi di questo disco; a quei pochi che non lo dovessero avere mai ascoltato posso solo dire che sembra un gioco di scatole cinesi, dove prima noti le cose più evidenti e poi scendi sempre più nel dettaglio, via via scoprendo elementi positivi dove fino ad una settimana prima pensavi non ci potesse essere nulla. Tuttavia, malgrado tutti i sopracitati pregi, è anche vero che un paio di beat fuori posto, abbinati ad una logica di featuring completamente sballata, rovinano LODPAD quel tanto che basta per sgargli via un intero zainetto. Ma non azzardatevi ad ignorarlo.





Big L - Lifestylez Ov Da Poor & Dangerous

VIDEO: PUT IT ON

13 commenti:

MAK ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
MAK ha detto...

Sei stato abbastanza severo stavolta, io un 4,5 l'avrei dato. Sono però daccordo sui difetti che hai elencato, quindi un 5 lo escludo a priori pure io.

The Big Picture non sarà un discone (anche per ovvi motivi) ma contiene quelle 4-5 tracce molto molto fiche.

A proposito:

http://187onamothafuckincop.blogspot.com/2009/02/big-l-harlems-finest-187-bootleg.html


PS: il primo commento eliminato era mio. Quando quelli di Blogger si decideranno a inserire la semplice funzione "EDITA", magari...

Anonimo ha detto...

io avrei dato 4,5...cmq ti vorrei chiedere com'è il cd+dvd di ghostface e trife che si chiama put it on the line...per caso ti è capitato di sentirlo?

RoyalCeca a.k.a. RealityCheck

riccardo ha detto...

sono molto d'accordo sul discorso beatz e con la tua analisi in generale. forse però mezzo zainettino in più io glielo avrei affibiato.

reiser ha detto...

A ciascuno il suo, sia chiaro, ma per avere solo 12 tracce le sviste per me sono troppe. Inoltre cerco, quando possibile, di rapportare i dischi recensiti a quelli dello stesso periodo o giù di lì. E a quel tempo i criteri di giudizio erano molto più severi proprio perchè uscivano robe come Illmatic o Infamous ché ciao.

4,5, per fare un esempio, lo darei a Ready To Die, a Soul Food oppure l'ho dato a Dah Shinin' (che è impeccabile, per dire)

reiser ha detto...

Ah, Royalceca, ti ho risposto nella recensione di Jeru. Comunque:

Ho sentito il CD e anche se c'erano delle belle intuizioni, soprattutto come liriche (un po' meno come basi), l'ho trovato mixato malissimo.
Ma "male" del tipo che non mi gira manco di ascoltarlo.
Invece -non so se l'avessi già letto altrove- un disco che mi sta piacendo molto pur non essendo un capolavoro è il solista "vero" di Trife. Dovrebbe arrivarmi tra domani e giovedì, di sicuro lo recensirò non appena ce l'ho in mano. S enon vuoi aspettare scaricatelo, secondo me merita

Anonimo ha detto...

Io mi trovo d'accordo col tuo 4, Big L non è stato immune al fenomeno del "è morto, era per forza il più figo". Il che non vuol dire che si sia esagerato più di tanto, ma né "Lifestylez" è un classico (e i motivi li elenchi tutti, uno ad uno; ma in fondo basterebbe porlo a confronto con le altre uscite DITC del biennio), né "The Big Picture" è un'operazione impeccabile.

BRA
www.rapmaniacz.com

Anonimo ha detto...

FCK SQUAD..cazzo che disco.me lo passò ceca royale e pur condiwidendi la tua recensione in tutto penso sia un disco assolutamente imprescindibile..cmq sarei curioso di sentire -se possibile- un tuo parere su re-entry di marley marl ....roc raida rest in beatz

Blumi ha detto...

Visto che si è parlato molto di Superfly su queste pagine, vi segnalo che abbiamo intervistato Silvia Volpato e David Nerattini sui trascorsi della rivista, la sua chiusura e i progetti futuri del brand.

http://news.hotmc.com/archivi/interviste/200909/specialesuperflyintervist.2523.html

Anonimo ha detto...

si reiser anche a me trife mi sfonda,blindman è da un pò di tempo in heavy rotation,non appena ho saputo che era uscito il suo cd mi sono girato un tot di negozi di dischi di firenze(ero in trasferta ,sono calabrese) ma di trife manco l'ombra per cui ho dovuto ripare scaricandolo...dopo survival skill e raekwon secondo me è il meglio del 2009...

RoyalCeca a.k.a. RealityCheck

Anonimo ha detto...

e cmq a proposito di ditc ho sentito su 2 dopeboyz una traccia estratta da un cd di a.g. & o.c. che dovrebbe uscire a ottobre davvero niente male...

Anonimo ha detto...

4 e mezzo se ci mettevano devil's son sti babbioni della columbia...
per curiosita' qual'album che preferisci di DITC?
djmp45

reiser ha detto...

Il Full Scale EP, mentre come LP senza dubbio Word Life