martedì 15 settembre 2009

FUORI PROGRAMMA: SHARON JONES & THE DAP KINGS

Siccome sono troppo stonato dai bagordi di ieri sera per poter anche solo pensare di recensire qualsiasi altra cosa che non sia un peto alcolico, colgo l'occasione per soddisfare la richiesta del mio amico Whatech e per proporvi semplicemente un po' di buona musica.
Difatti -tornando a Superfly per un attimo- tra le tante cose buone per cui sentirò la sua mancanza, una era quella di saper suggerire implicitamente o esplicitamente ascolti che prescindessero da un genere musicale di riferimento; sicché un giorno, mentre stavo cagando in pace a casa mia, lessi di tale Daptone Records e dei Dap Kings, alfieri del funk/soul rétro che ha visto in Amy Winehouse la sua esponente di maggior successo (non a caso, i Dap Kings hanno giocato un ruolo fondamentale in Back To Black).
Incuriosito, dopo la cagata mi gettai sul computer tirando giù la discografia di Sharon Jones e dei Dap Kings, restandone talmente entusiasta che quello stesso pomeriggio feci partire un triplo ordine su Amazon. E malgrado preferisca nettamente gli ultimi due dischi (specialmente Naturally), in quanto più tendenti al soul, anche quello d'esordio è tutto fuorché malvagio.
Ecco così che in questa piovosa giornata settembrina vi fornisco materiale indubbiamente diverso da quello che sono uso proporvi ma non per questo meno degno. Osannatemi.

Sharon Jones & The Dap Kings - Dap Dippin' With... (questo mi manda in bomba ITunes, da qui il link di rimando)
Sharon Jones & The Dap Kings - Naturally
Sharon Jones & The Dap Kings - 100 Days, 100 Nights

VIDEO: TELL ME

11 commenti:

Anonimo ha detto...

"alfieri del funk/soul rétro che ha visto in Amy Winehouse la sua esponente di maggior successo (non a caso, i Dap Kings hanno giocato un ruolo fondamentale in Back To Black)."

In realtà non è proprio così, o meglio, non sembrerebbe. Amy Winehouse ha utilizzato i Dap-kings solo come turnisti in studio e poi come band di supporto per una parte del tour: non credo abbiano arrangiato né scritto nulla, si sono limitati a suonare. Il che, per carità di Dio, è un contributo importante alla causa, ma il vero apporto fondamentale l'hanno dato Mark Ronson e (ahimé) in parte Salaam Remi.

saywhat ha detto...

ti lovvo un sacco!

reiser ha detto...

Anch'io, scrivendo, l'ho intesa così; ma tra i crediti dei compositori di Back in Black oltre al nome di Mark Ronson c'è spesso Bosco Mann, cosa che in effetti ha un senso a ben pensarci

reiser ha detto...

Mauri culo non sognarti nemmeno ti offrirmi un pompino

Anonimo ha detto...

Quello non vuol dire. Se anche avesse scritto dieci secondi di assolo di chitarra (o di tromba, o di piano, o di basso: non ricordo cosa suoni esattamente), o se avessero campionato cinque secondi di batteria di un loro pezzo, Amy e i suoi sono obbligati a inserirlo nei crediti. E' lo stesso principio per cui Al Green figura nei crediti di decine di album rap, compreso quello di Master P.

Anonimo ha detto...

Tra l'altro, scusate per la consecutio temporum (e anche modum), ho scritto di fretta.

Anonimo ha detto...

se ti capita, valla a vedere dal vivo...una signora di 50 e passa anni posseduta dal fantasma di james brown..paura
djmp45

riccardo ha detto...

ho sentito sono naturally (lo stavo proprio riascoltando tornando a casa, 10 minuti fà) e sono rimasto anche io colpitissimo, credo proprio me lo comprerò! adesso mi sento anche gli altri. buonissimo consiglio.

Anonimo ha detto...

recensisci krystiles!

Anonimo ha detto...

anzi kristyles!

reiser ha detto...

'un ce l'ho