mercoledì 2 settembre 2009

WU-TANG KILLA BEES - THE SWARM VOL.1 (Wu-Tang/Priority, 1998)

In questo 2009 altrimenti privo di grandi rivelazioni c'è stata però una sorpresa del tutto inaspettata: una raccolta/compilation legata al Wu s'è dimostrata essere degna di un ascolto se non addirittura di un acquisto. Mi sto riferendo naturalmente a Chamber Music, che grazie a beat e featuring convincenti è riuscita ad infrangere una regola che durava ormai da quasi undici anni (anche se potrei fare uno sconto a Think Differently), e cioè che le compilation legate alla crew di Staten Island si rivelano essere delle puntuali cazzatone col botto. Una regola, questa, colpevolmente montata ad arte dai coordinatori di questi progetti che, oltre a permettere a delle sostanziali pippe di fregiarsi di un'affiliazione al clan facendogli perdere prestigio, così facendo generavano confusione tra i fan meno avveduti che non sapevano più districarsi tra eventuali soci validi (Sunz Of Men, Killarmy e pochissimi altri) ed i cosiddetti weed carrier (North Star, Royal Fam e moltissimi altri). Com'è noto, quindi, la decadenza del Wu passa anche e soprattutto per questa "atomizzazione" del marchio e del valore ad esso connesso.
Ma nel '98 questa tendenza, pur avendo già fatto sentire i propri vagiti (Shyheim), sembrava essere più un malore passeggero che una malattia cronica, e questo perchè venne dato alle stampe un disco contenente nomi di affiliati in larga parte sconosciuti che però per l'occasione tirarono fuori (quasi sempre) il meglio di sè: questo disco è appunto intitolato The Swarm. In esso si possono trovare 15 tracce in cui dei Carneadi quali i Ruthless Bastards, A.I.G., Wu-Syndicate e altri fanno il loro esordio ufficiale a fianco di qualche sporadica apparizione d'eccellenza (Rae, Deck ecc.), spesso e volentieri dando la paga a questi ultimi.
Oggi come oggi, se vedessi un progetto simile, non credo che perderei il mio tempo manco per scaricarlo; ma allora, nel pieno del mio stan-ismo verso tutto ciò che era in odore di Wu, era bastato leggere un "RZA Presents" per farmi spendere i pochi sghèi che avevo e, devo dire, per non farmene pentire affatto. Insomma, non solo beccavo una traccia semisolista di Deck -le cui quotazioni erano a livelli paurosi- ma ad essa potevo aggiungere i Killarmy, i Sunz Of Men, Ghostface, Cappa e altra gente che -non nutrivo dubbi in merito- sicuramente mi sarebbe piaciuta. Ebbene, in buona parte avevo ragione.
Dico solo "in buona parte" perchè The Swarm presenta comunque qualche motivo di delusione, facilmente riassumibile nelle produzioni di RZA. Prima fra tutte quella di Justice For All, tra il poco ispirato ed il cacofonico, con tre note in croce che si alternano in un crescendo di monotonia e fastidio da parte dell'ascoltatore e che, prima di subire il cappotto dal trucido ritornello (firmato Islord: a suo modo, un nome, una garanzia), viene salvata in corner da buone strofe dei vari personaggi coinvolti -Killa Sin e Dom Pachino su tutti. Co-Defendant, invece, nemmeno viene recuperata dall'emceeing perchè gli autori sono Shyheim e Hell Razah; e comunque credo che nemmeno Rakim e Kool G Rap sarebbero stati capaci di tirar fuori dall'abisso della bruttezza quell'accozzaglia di sample vocali, arpeggi e batterie plasticose che ne compongono lo sfondo musicale. Infine, meno peggio va con Execute Them, la cui unica colpa è di non essere all'altezza degli ospiti (Rae, Deck, Street Life e Masta Killa), ma in fondo il semplicistico loop di chitarra non è malvagio ed al limite ci si chiede perchè ad un certo punto del pezzo RZA abbia deciso di toglierlo del tutto: misteri dell'abate.
Anche perchè egli è in fondo lo stesso capace di produrre una '97 Mentality, forse il pezzo migliore del futuro solista di Cappadonna, così come l'ottima Concrete Jungle - che ad un primo ascolto può apparire scarna ma che in realtà gode di quell'aura di ruvidezza tipica di 36 Chambers e che perciò, dopo un iniziale momento di sgomento, entra a far parte del tris di bombe presenti in The Swarm.
Tris del quale fa parte, oltre a '97 Mentality e la suddetta Concrete Jungle (che strofe!), la storica Never Again di Remedy. Dico "storica" perchè da quanto ne so io è l'unica canzone mai scritta riguardante l'olocausto e, soprattutto, perchè è effettivamente toccante. Autoprodotta, questa inizia con una preghiera in ebraico sulla quale va immediatamente ad innestarsi un beat dal sapore hollywoodiano ma indubbiamente efficace, composto perlopiù da archi e veloci arpeggi, che veicola in modo perfetto il testo del Nostro: "Rabbis and priests, disabled individuals/ The poor, the scholars - all labeled common criminals/ Mass extermination, total annihilation/ Shipped into the ghetto and prepared for liquidation/ Tortured and starved, innocent experiments/ Stripped down and carved up or gassed to death, the last hour/ I smelled the flowers [immagino si riferisca al vago odore di mandorla del Zyklon B], flashbacks of family then sent to the showers". Un classico, pochi cazzi.
Ma attenzione: queste tre canzoni sono semplicemente la punta di diamante dell'insieme. A farvi da seguito vi sono almeno altri cinque o sei pezzi che definire semplicemente "degni" sarebbe riduttivo e che contribuiscono in modo determinante a trasformare The Swarm in un album che secondo me va comprato a prescindere che si sia fan del Wu o meno. Il primo di questi pezzi è S.O.S., in cui su una produzione minimalista di Inspectah Deck, incentrata più sull'impatto sonoro che altro, si vedono quest'ultimo e Street Life scambiare strofe con rara efficacia; seguono a ruota i Ruthless Bastards con la semiomonima Bastards -fiaccata solo da un ritornello asinino- e tali Beggaz, ed ambedue i gruppi si affidano ai loro beatmaker per dotarsi di classiche basi fondate su un giro di piano -più cupo nel primo caso, più allegro nel secondo. E se ai Wu-Syndicate è affidata la narrativa triste ghettusa di turno -che, cinismo a parte, è scritta davvero bene- per il consueto shit talking di professione c'è qualcuno superiore a Ghostface? La sua Cobra Clutch è uno dei tanti esempi per cui nel rap un pezzo può essere figo anche se non esprime una ceppa, e per quanto il beat non rientri tra le cose migliori di Mathematics fortunatamente è più che sufficiente per permettere al Nostro di sbizzarrirsi nei suoi viaggi.
Note finali: i Black Knights Of The North Star firmano due tracce che godono di basi decenti ma che risultano prive di una grande personalità, mentre tali A.I.G. stanno dietro alla noiosa e banalotta Bronx War Stories e vengono incorrettamente creditati per le decisamente migliore Legacy, di cui sono autori i Royal Fam o perlomeno Timbo King (Discogs non ne parla, ma ascoltate con le vostre stesse orecchie e ditemi se ho torto).
Ciò detto, a costo di ripetermi, il mio consiglio è di ascoltare The Swarm. Non sarà fondamentale come un Liquid Swords o un Cuban Linx, ma nella logica delle compilation è una delle cose meglio fatte che abbia mai potuto sentire.





Wu-Tang Killa Bees - The Swarm Vol.1

VIDEO: COBRA CLUTCH

16 commenti:

MAK ha detto...

Recensione condivisibile al 100%. E pensare che l'avevo pure sto CD, poi è finito nel buco nero dei prestiti ad amici che vedi una volta ogni 10 anni. Pazienza. Se non altro mi ha convinto a non prestare più i CD.

Chamber Music ha deluso parecchia gente che si aspettava l'album o qualcosa di simile, e fondamentalmente la totale assenza di Method Man, Masta Killa e GZA sopratutto non me la riesco a spiegare. Poco male in fondo, perchè a parte gli inutili skit di RZA, le tracce spaccano abbastanza e quando sento Raekwon, gli M.O.P. e Kool G in una traccia come Ill Figures (aka come fare brutto per davvero) mi emoziono come 15 anni fa.
Io l'ho pigliato al volo comunque, se lo guardiamo nell'ottica della compilation (come è logico che sia) è davvero un buon prodotto.

reiser ha detto...

Si, il fatto che assomigli più ad una colonna sonora inizialmente aveva indispettito anche me ma dopo un po' d'ascolti il problema cessa di porsi

Non un capolavoro ma godibilissimo

Anonimo ha detto...

Alla fine si, spaccare. Never Again l'avrò ascoltata mille volte e mi hai fatto venire na mezza scimmia di riascoltarla. Non so se sono d'accordo con quattro zainetti, o meglio, per essere una sorta di compilation li merita ma in assoluto forse è un po troppo. Cmq stai tirando fuori dal cilindro degli album vintage con la riga in mezzo. Pettinato.

ck

ck

Anonimo ha detto...

royal fam weed carriers?
forse gli unici a far uscire qualcosa degno di nota fra i millioni di affiliati, ovvero questo:
http://www.youtube.com/watch?v=B2th4PMxJPE
e questo:
http://www.youtube.com/watch?v=mLw6qkq7H5k


djmp45

riccardo ha detto...

reiser già che siamo in clima wu posso chiederti un parere su the last shall be first dei sunz of man? personalmente mi esalta un sacco, specie per i beat.

Antonio ha detto...

E' Timbo King. E sono d'accordo con MP45, in qualche modo. I Royal Fam (che poi erano Timbo a lavorare e Dreddy Kruger a non fare un cazzo) qualche numero lo avevano. Se sui beats di Silent Weapons, ad esempio, ci fosse andato Timbo King, invece dei cazzoni Killarmy, sarebbe stato meglio...
Per il resto, i Royal Fam sono parte della lunga tradizione di gente che sa rappare ma coi beat non ci azzecca.

Anonimo ha detto...

i due beat del singolo di royal fam "i declare war/summin got to give" fan paura..specialmente "i declare war".
era stato anche singolo del mese su the source quando the source valeva qualcosa..e poi timbo apre il c... all'industria in quel pezzo...a livello di "labels" nei miei annali
djmp45

Antonio ha detto...

i due beat del singolo di royal fam "i declare war/summin got to give" fan paura..specialmente "i declare war".
Se è una risposta a quello che scrivevo sopra, hai ovviamente ragione, ma i due album, a parte questi due singoli, fanno cagare. Poi Timbo King, dopo Killah Priest, è l'MC del giro Wu che maggiormente avrebbe meritato il successo. Sfortuna, pigrizia e cattivi beat lo hanno bloccato, penso.

argh ha detto...

A differenza del secondo, the swarm vol.1 ha lasciato un gran bel segno tra gli album di quel periodo!
Le produzioni wu erano al top della loro qualità.. e traccia dopo traccia sprigionano una potenza che ancora adesso mi esalta!

Un album che si apre con lo spessore di un pezzo dello spessore di The legacy e traccia dopo traccia ti accompagna con la manina tra pezzi potenti e le migliori atmosfere del WU!

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